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Autore Discussione: Argentina, una legge rivoluzionaria: tribunali civili per i militari  (Letto 2137 volte)
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« inserito:: Febbraio 27, 2009, 12:04:21 am »

Argentina, il governo vota una legge rivoluzionaria: tribunali civili per i militari


di Malcom Pagani

La forma e la sostanza.

La patina superficiale e il cambio epocale.


L’Argentina non sarà più solo l'espressione di un’equazione senza risultato ma la somma di doveri e diritti. Da domani, grazie a una legge del governo. Approvata con 59 voti. Parole importanti con un timbro ufficiale. Riforma penale l’hanno chiamata. A volte la burocrazia nasconde al suo interno il seme della concordia. In una nazione schiacciata per un lungo settennato sotto la spessa coltre di una dittatura brutale, l’unica pacificazione possibile tra vittime e carnefici passa attraverso l’assunzione di responsabilità. Fino a ieri, i militari venivano giudicati da appositi tribunali. Assisi sfiorate dal conflitto di interesse.

Consessi sordi alle istanze della società civile. Tra ventiquattr’ore, quell’epoca diverrà uno sgradito ricordo. Scompaiono il reato “contro l’onore militare” (a far evaporare definitivamente l’idea che gli uomini in divisa abbiano valori differenti e più alti rispetto al resto della popolazione), quello di omosessualità (in una casta che ancora oggi, pretende dai divorziati il congedo immediato) e decade completamente la giurisdizione penale militare. Al codice penale ordinario si incorporano delitti specifici come la violenza sessuale perpetrata da un superiore, viene cancellata simbolicamente la pena di morte (prevista ma non applicata da decenni), sono previste sanzioni durissime per l’abuso di potere e viene sanzionata per la prima volta la possibilità di utilizzare punizioni per redarguire “idee e credi politici, religiosi o morali”.

La potenza di norme che tolgono fiato alle pretese delle gerarchie con le stellette, ha avuto un’enorme eco popolare e si inserita in un più ampio spettro di decisioni, tese a modernizzare un ambito ancora legato al trittico onore-fedeltà-silenzio. Al testo ha collaborato Ileana Arduino, avvocato specializzata in violazione dei diritti umani. Arduino ha lavorato a fondo, in una nazione in cui sulla sottrazione di minori (figli di perseguitati politici adottati da poliziotti e militari durante gli anni della dittatura), non c’era volta in cui il consiglio supremo militare delle forze armate non pretendesse di dichiararsi “competente” sul tema. Nelle caserme, il malumore è più di un’impressione.

E se il “tintinnar di sciabole” non è riproponibile, le associazioni dei reduci promettono manifestazioni e proteste. Solo in caso di guerre o di conflitto armato permanente, potranno riapparire tribunali militari ma solo se “la situazione rendesse impossibile ricorrere al regime penale ordinario”.

26 febbraio 2009
da unita.it
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