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Autore Discussione: Pietro Spataro Le macerie del cavaliere distruttore  (Letto 2878 volte)
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« inserito:: Febbraio 12, 2009, 07:02:16 pm »

Le macerie del cavaliere distruttore

di Pietro Spataro


Ora che si dirada la polvere della battaglia si può vedere il disastro lasciato sul campo dai “guerrieri della verità”. Sul corpo di Eluana, violentato dal male e straziato dalle polemiche, si è combattuta una guerra per la supremazia personale. Resteranno ferite profonde che cambieranno il corso dei prossimi mesi. Berlusconi ha compiuto lo strappo più violento colpendo le fondamenta del sistema costituzionale e lo ha fatto usando il tema drammatico della vita e della morte. Ci lascia, così, cumuli di macerie.

Il primo riguarda i rapporti tra governo e Quirinale e il tentativo di ridimensionare il ruolo del Presidente della Repubblica.
La sfida a Napolitano, prima con il decreto e poi con il disegno di legge, rischia di disarticolare uno dei gangli vitali dell’assetto costituzionale. L’obiettivo è chiaro: ridurre al silenzio il Quirinale e ritagliarsi un potere quasi assoluto. Berlusconi lo ha spiegato su la Stampa: basta con le «cappe istituzionali», devo lavorare «senza intralci». Quindi, il Capo dello Stato diventa un intralcio di cui liberarsi. Non uno dei poteri («magistrato di persuasione e di influenza», come dissero i costituenti) del sistema istituzionale.

Il secondo cumulo di macerie è nell’uso privatistico del Parlamento. In questi giorni è stato compiuto un vero sequestro delle Camere e il premier ha annientato la sovranità parlamentare. Non è la prima volta che le Camere vengono ridotte a organi di ratifica, umiliate da continui voti di fiducia e dall’abuso dei decreti.

Il terzo cumulo è nella distruzione della separazione dei poteri. Che riguarda certo Quirinale e Parlamento ma tocca anche la Magistratura. Non si tratta di una novità, la guerra di Berlusconi ai giudici è una costante. Ma l’altra sera, a Ballarò, il ministro della Giustizia Alfano ha sostenuto addirittura che «Eluana è morta per sentenza» alzando di molto il livello dello scontro. Un altro potere, anch’esso assai delicato, viene così messo pesantemente in dubbio. Infine l’ultimo mucchio di macerie riguarda i rapporti Stato-Chiesa. Le Monde ha scritto ieri che il Vaticano ha «invaso l’Italia». E Gustavo Zagrebelski che oggi la politica è «succube della Chiesa e del suo dogmatismo».

Eppure più di 60 anni fa si era detto Stato e Chiesa «indipendenti e sovrani». È questo il panorama politico che è davanti a noi dopo la «guerra di Udine». Un panorama devastato, un orizzonte minaccioso. Ma allora siamo sicuri che non sia utile mettere insieme le forze per fermare lo scempio? Siamo sicuri che coltivare le proprie identità (un corteo Pd qui, un sit-in della sinistra radicale là, un altro Idv lì) sia la strada giusta? Noi pensiamo che questo sia il tempo dell’unità. Per difendere la Costituzione, che rischia davvero di diventare polvere per volontà di un Cavaliere Distruttore.

pspataro@unita.it

12 febbraio 2009
da unita.it
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« Risposta #1 inserito:: Febbraio 13, 2009, 10:57:17 am »

Da Brescia a Siracusa, ecco i 'dioscuri' della costituzione

di M.P.


In certi casi, parlano gli occhi. Vivi, guizzanti, addolorati, speranzosi. Attraverso il prisma di Piazza Ss Apostoli, in un pomeriggio roman-siberiano, dietro le bandiere, i cartelli, le facce accorse per ascoltare Oscar Luigi Scalfaro, spiccano loro. Occhi che vanno verso il palco e oltre, in direzione dei gabbiani che volteggiano sugli uomini e sulle donne intabarrati nelle giacche. Esserci. Oggi è importante. Lo spazio fisico si elide di minuto in minuto, diventa un ring stretto in cui stringersi l'uno addosso all'altro. Ai bordi, più di qualcuno ha voglia di sfogarsi.

La settimana passata ha sedimentato scorie difficili da eliminare. Preoccupazioni da esprimere ad alta voce. "Nascondono il presente parlando del futuro", dice Giuseppe, 36 anni, da Torino. Dilemmi che si fondono con il discorso dell'ex presidente e diventano opinione. Marcello, 27 anni di Roma è con la sua ragazza. Lei ha la febbre ma non è da questi particolari che si giudica una partecipazione. "Non avrei perso questo appuntamento per nulla al mondo-dice Clelia- Si rende conto della gravità degli avvenimenti? Sarei sollevato se il presidente del consiglio, ogni tanto, tenesse presente che c'è una considerevole parte della nazione che non l'ha votato. Meritiamo ascolto e rispetto, anche se non abbiamo una tessera di Forza Italia".

Italia. Il nome riecheggia più volte. E' come se d'improvviso, ci si accorgesse che il bisogno di difenderla è un'emergenza che non può conoscere soste. Deve averla pensata così, Carmelo Garofalo, "Tre figli di cui una dell'età di Eluana". Da Siracusa, con una malcelata dose di furore, ha raggiunto Roma. "La vicenda della ragazza di Lecco è stata strumentalizzata in maniera ignobile.  C'è da aver paura". Risuonano allarmi da anni '70, più di qualcuno enuncia un rinnovato bisogno di " Vigilanza democratica". Maria Vittoria non lo sa ma a suo modo, interpreta il ruolo di sentinella. Ha diciassette anni, arriva da Brescia:  "Ho preso due treni". " Il presente è un'idea chiara, una linea da non superare: "Quello che ha detto Berlusconi è il princìpio della fine. Aggredire la costituzione significa aggredire tutti noi". 

Germana Colasanti potrebbe essere sua madre. Ha 59 anni. Non è alla sua prima manifestazione. "Ascolti. Nei giorni scorsi abbiamo assistito a un'operazione meschina, indegna, sconvolgente. Un'azione volta a spaccare le istituzioni e a far prevalere, nella confusione, un potere sull'altro. Siamo qui per urlare che è inaccettabile un uso così smaccatamente privatistico della cosa pubblica". Seduto su una sedia, il vecchio presidente alterna ironia a toni gravi. Non si stanca di spiegare il senso di una carta scritta "perchè tutti si sentissero partecipi della rinascita postbellica". Pochi metri più sotto, gli applausi ritmano il discorso. Si spella le mani anche Elvira Di Fulio, 68 anni. Non ride mai e adotta espressioni durissime. " E' un momento infame per il nostro paese. Berlusconi vuole cambiare la democrazia parlamentare. In Italia, i cosiddetti moderati agiscono così. Disvelare il loro vero volto, non è così  complicato". 

A suo modo, prova a pittarlo Giuseppe Giobbe. Come da cognome, ritrae con pazienza. Con le mani issa un cartello due per due. Illustrazioni e parole : "Berlusconi, l'Italia non è Mediaset. Tu non sei il padrone del paese". Poi l'invito a rispettare una vasta schiera di categorie: "I malati, la costituzione, il capo dello stato, la magistratura, i cittadini". La sintesi, è tutta qui.


12 febbraio 2009
da unita.it
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