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Autore Discussione: RIFORME: FINI E BOSSI, RILANCIARLE CON RISPETTO DELLA COSTITUZIONE  (Letto 2061 volte)
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« inserito:: Febbraio 12, 2009, 12:36:33 am »

11-02-09 

RIFORME: FINI E BOSSI, RILANCIARLE CON RISPETTO DELLA COSTITUZIONE 
 

(ASCA) - Roma, 11 feb - Non si sono messi d'accordo ma si sono ritrovati su una linea comune di difesa della Costituzione e per il rilancio delle riforme: il presidente della Camera Gianfranco Fini e il leader della Lega Nord (e ministro delle riforme) Umberto Bossi in luoghi diversi hanno rilanciato il processo di riforma istituzionale, ma nel rispetto della Costituzione della quale hanno escluso stravolgimenti.

Fini, intervenendo nella Sala della Lupa di Montecitorio al convegno in ricordo di Giuseppe Tatarella, ha chiesto una ''assunzione di responsabilita''' di tutte le forze politiche per ''realizzare le riforme''.

''Oggi -ha detto tra l'altro Fini- il Paese ha bisogno di una corale assunzione di responsabilita' da parte delle forze politiche nel rispetto della distinzione tra maggioranze e opposizione, per realizzare le riforme che sono necessarie e, per certi aspetti, indispensabili per un miglior funzionamento della nostra democrazia''.

In sostanza quello di Fini e' un rilancio del metodo del dialogo e della collaborazione. E lo ha fatto ricordando il metodo di Tatarella che sosteneva che era necessario ''arrivare alle riforme attraverso quella che chiamava una 'formula condivisa'''. Un metodo attuale, ha sottolineato Fini facendo osservare che si tratta di operare un ''confronto sereno e civile delle idee e,soprattutto con coloro che rappresentavano istanze diverse dalle sue''.

L'altro impulso alla ripresa del dialogo e' venuto da Bossi che lo ha fatto negando e comunque minimizzando lo scontro istituzionale tra Berlusconi e il Quirinale. ''Non e' vero che Berlusconi vuole un riequilibrio dei poteri (...) E' sempre stato il presidente della Repubblica ad intervenire sui decreti. Il problema e' stata la lettera su Eluana.

Quella e' stata un errore. Non c'era urgenza di intervenire? Ma se stava morendo... E la lettera ha avuto l'effetto contrario perche' i ministri si sono detti 'ma allora non contiamo nulla!'''.

Ma Napolitano, ha aggiunto Bossi, ''e' una figura di garanzia ed e' giusto che faccia da scudo al potere di decretazione: c'e' una storia che non si puo' cancellare ed e' giusto che ci sia un equilibrio dei poteri''. Insomma, ha concluso Bossi ''Berlusconi ha creato tensioni, ma ora sul federalismo fiscale facciamo ripartire il dialogo''.

min/mcc/ss
 
da asca.it
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