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Autore Discussione: Fioroni. «Non dare libertà di coscienza è da partito etico»  (Letto 3575 volte)
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« inserito:: Febbraio 12, 2009, 12:33:54 am »

«Non dare libertà di coscienza è da partito etico»

di Susanna Turco


Come altri cattolici del Pd. e in dissenso con il resto del partito, lunedì Beppe Fioroni era pronto a votare il ddl “salva Eluana”, fotocopia del decreto legge che Napolitano aveva rifiutato di firmare. Con la morte della Englaro è tramontata, prima del voto, la legge «ad personam» che la riguardava.

Non così le divisioni nel Pd sul testamento biologico, che ancora ieri si sono fatte sentire. E che Fioroni rivendica come segno di «democraticità» e «vicinanza» con gli italiani.

Condivide la posizione di Rutelli e altri senatori del Pd che ieri hanno votato col Pdl la mozione che recepiva quel testo?
«Non condivido questo modo di esprimersi: con o contro è un linguaggio da crociata».

Quella mozione impegnava il governo sul principio che «alimentazione e idratazione non possono essere in nessun caso negate». È d’accordo?
«Cibo e acqua sono supporti vitali, non terapeutici. È il comune orientamento della comunità scientifica».

Lo prendo come un sì.
«Non ci sono certezze scientifiche sul fatto che sospendendo acqua e cibo si muoia senza sofferenza. E questo apre nelle coscienze un fronte molto prossimo alla questione dell’eutanasia. Un conto quindi è dire no all’accanimento terapeutico, un altro è fare dibattiti farisaici sulla cosiddetta “buona morte”».

Ma la mozione presentata dal Pd al Senato prevede che il no a idratazione e alimentazione possa essere richiesto nel testamento biologico.
«Su quel punto dissento, presumo di non dover essere linciato».

Sul punto nel Pd sono venute alla luce divisioni fortissime. Non temete di disorientare gli elettori?
«Un partito profondamente democratico è quello che riesce a rappresentare la sofferenza delle decisioni su temi rispetto ai quali nemmeno gli italiani hanno certezze».

Soluzioni come “l’orientamento prevalente”, in effetti, danno proprio l’idea della sofferenza.
«Per stare nel Pd non deve esser necessario pensarla nello stesso modo su vita e morte. Sottrarre quei temi alla scelta individuale per consegnarli a una coscienza collettiva significherebbe riproporre un partito etico. L’ultima volta, un atteggiamento del genere ha portato alle leggi razziali, ad Auschwitz. Il partito nazionalsocialista...».

Sta dicendo con una posizione univoca, il Pd rischierebbe il nazismo?
«Se c’è una cosa che mi preoccupa della maggioranza è che, per una mera questione di facciata, al suo interno non alberghi quel dibattito che lacera tutti gli italiani».

La capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro ha accusato il Pdl di sciacallaggio.
«Qualunque forma di strumentalizzazione su questi temi è amorale. Figuriamoci se diventa, come in questo caso, un modo per dar la caccia al voto, stravolgere le funzioni del Parlamento o, peggio, usare il rapporto tra istituzioni come alibi per altri obiettivi».

Contro tutto questo scenderete in piazza giovedì?
«Manifesteremo in difesa della Costituzione e delle prerogative del capo dello Stato».

Bossi dice che Berlusconi non voleva attaccare Napolitano: ha fatto quel che ha fatto perché «si era identificato con Eluana».
«Ciascuno di noi fa già fatica a capire la propria coscienza: figurarsi avere il dono della trasmigrazione. Lasciamo stare Eluana, soprattutto».

Allora il premier cosa ha voluto fare?
«Secondo me non lo sapeva nemmeno lui. Chi si affida ai sondaggi per capire cosa accade nelle coscienze, non si rende conto di quel che fa».

sturco@unita.it

11 febbraio 2009
da unita.it
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Utente non iscritto
« Risposta #1 inserito:: Agosto 27, 2010, 09:07:52 pm »

L'intervista - Giuseppe Fioroni: il Pd non rinunci a rappresentare i moderati e i cattolici

«Il leader? Ci serve un Prodi del terzo millennio»


ROMA - Giuseppe Fioroni fu democristiano, popolare, dirigente della Margherita. Oggi, punto di riferimento dei cattolici dentro il Pd.
Sulla proposta di Bersani di «nuovo Ulivo» più «alleanza democratica», è soddisfatto e preoccupato.
Soddisfatto perché?
«La riflessione di Bersani è interessante. Tutti nel partito condividiamo che si deve andare oltre il berlusconismo e che serve un governo per l'emergenza sociale».
Cosa la preoccupa?
«Vedo ancora il rischio che il Pd diventi un contenitore della sinistra progressista, rinunciando a rappresentare moderati e cattolici e affidando questo compito ad alleati futuri, come l'Udc di Casini».
Ci sono nel progetto di Bersani punti di convergenza con quello di Veltroni?
«L'urgenza di alleviare il disagio sociale e anche il profilo riformatore».
Con la sua «Lettera al Paese», Walter Veltroni si è candidato a leader del centrosinistra e i cattolici del Pd lo sosterranno?
«Non credo che Walter abbia scritto per candidarsi. L'obiettivo è dare un contributo per far vincere il Pd».
I cattolici del partito condividono la sostanza delle parole di Veltroni?
«Sì. La priorità è che Berlusconi si dimetta. Poi si deve fare un governo di responsabilità nazionale».
Veltroni propone, se c'è la crisi, un governo per fronteggiare l'emergenza e per riformare la legge elettorale.
«Prima di votare, si deve realizzare la riforma del fisco, si devono sostenere famiglie e imprese, va impedito lo sfascio di università e scuola, e avviato un federalismo solidale. Infine, si può affrontare la riforma elettorale».
Chi dovrebbe partecipare a questo governo di emergenza?
«Tutti quelli che antepongono il problema Italia al tornaconto personale o di partito».
Poi, secondo Veltroni, si dovrà andare alle elezioni con uno schieramento basato su un programma comune, senza sante alleanze o patti col diavolo.
«Il Pd deve preparare un programma di innovazione e crescita. Poi, secondo passo, cercare i compagni di viaggio».
Casini e anche Vendola, Di Pietro?
«È fondamentale cancellare il ricordo del governo Prodi del 2006: risultati straordinari, ma grande litigiosità. Stavolta occorre infondere la certezza che il progetto sarà realizzato. La terza tappa sarà trovare la guida della coalizione».
Nomi che circolano: Bersani, Veltroni, Chiamparino, Vendola...
«Prima tutti assieme dobbiamo cercare di individuare un "Prodi del terzo millennio". Un uomo che sappia parlare all'Italia profonda e laboriosa, a commercianti, artigiani, coltivatori diretti, cooperatori, professionisti».
Se questo tentativo fallisse?
«Se non riusciamo, si applica lo statuto del partito: il candidato Pd alle primarie è il segretario Bersani».
C'è sempre la tentazione dei cattolici di lasciare il Pd?
«Il Pd esiste finché ci sono dentro i moderati e i cattolici, elemento fondante del partito. Lavoriamo piuttosto per accogliere moderati e cattolici che lasceranno la destra, stretti fra il martello di Bossi e l'incudine di Fini».

Andrea Garibaldi

27 agosto 2010© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/politica/10_agosto_27/il-leader-ci-serve-garibaldi_9592dd9e-b1a5-11df-a044-00144f02aabe.shtml
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