«Malessere diffuso contro norme agghiaccianti»
di Claudia Fusani
«Quando in una democrazia consolidata un atto di responsabilità diventa un atto di coraggio, quasi eroico, vuol dire che quel paese è ridotto male». Pochi minuti dopo le quattordici il senatore Beppe Pisanu, pilastro nella storia di Forza Italia e poi del Pdl, attraversa il Transatlantico di palazzo Madama.
Hanno appena approvato il pacchetto sulla sicurezza, la Lega è in festa ma anche sul piede di guerra: mercoledì sera, grazie alla votazione segreta, qualcuno nel Pdl ha tirato un brutto scherzo facendo saltare tre «importanti» - secondo il Maroni pensiero - emendamenti per rendere più difficili i ricongiungimenti familiari e prolungare fino a 18 mesi la permanenza nei Centri di identificazione e espulsione (Cie). E’ caccia al colpevole. E molti indizi portano proprio a Pisanu accolto sulla guida rossa - «ecco il nostro eroe» - da Marcella Lucidi e Giuseppe Lumia, senatore del Pd.
Senatore Pisanu, è lei il colpevole ?
«Io? Non ero neppure in aula. E poi, se organizzo qualcosa non sposto mica solo sei persone...(sorriso. Sei sono stati i voti per cui la maggioranza è stata sconfitta, ndr)».
Il senatore leghista Roberto Castelli ha puntato il dito «contro i soliti ex Dc». Ce l’aveva con lei?
«C’è un detto sardo, Me l’ha insegnato mia nonna: a parole sceme, orecchie sorde».
A sinistra dicono: «Meno male che c’è Pisanu, il nostro eroe».
«La mia è una posizione di buon senso. L’ho sempre detto: accoglienza, ordine pubblico, immigrazione, sono temi delicati su cui occorre molto equilibrio. Invece vedo in giro un malessere diffuso, raccolgo molto malumore. Chiunque abbia un barlume, ma proprio anche un barlume di cultura cattolica si pone il problema di quali saranno le conseguenze di queste misure agghiaccianti».
Cosa la inquieta di più delle norme approvate oggi?
«E’ sbagliato l’approccio. Farò presto una relazione davanti alla Commissione Esteri. Bisogna pensare agli effetti di queste scelte nel medio-lungo termine. Cosa succede se domani a Treviso un pizzaiolo italiano decide che il pizzaiolo egiziano suo vicino va eliminato perchè fa troppa concorrenza? E cosa succede se quel pizzaiolo trova un sindaco compiacente? Questo clima spaventa e li spaventa».
Comincia ad esserci paura nel paese?
«Ogni cosa è vissuta come difesa estrema del particolare e del personale. Pensiamo all’Inghilterra: operai inglesi che fanno la guerra ad operai italiani costretti a starsene chiusi, quasi prigionieri, a bordo di una chiatta. Contro questo clima è necessario combattere prima che sia troppo tardi».
cfusani@unita.it06 febbraio 2009
da unita.it