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Autore Discussione: L'Italia sotto una valanga di amianto 23 milioni di tonnellate di materiali ...  (Letto 2866 volte)
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« inserito:: Febbraio 07, 2009, 05:17:48 pm »

Per il Cnr esistono 2,5 miliardi di metri quadrati di coperture costruite in Eternit

I ferrovieri e i marinai tra le categorie che oggi pagano il tributo di vite più alto

L'Italia sotto una valanga di amianto 23 milioni di tonnellate di materiali dimenticati

dal nostro inviato PAOLO BERIZZI


LA SPEZIA - Nella luce dell'alba, stretta tra il mare e i monti, La Spezia è una striscia di terra all'orizzonte: solo quando vedi i camini delle industrie - dell'Enel, dell'Otto Melara, di Fincantieri - che alzano le prime colonne di fumo, capisci dove finisce la "poesia" del golfo dei Poeti e dove iniziano le "nubi" che gravano sulla città dei morti di amianto. La prima al mondo. Lo dicono i registri del mesotelioma. Il tumore alla pleura. Incurabile. Provocato dalle fibre serial-killer. Trenta diagnosi l'anno. In percentuale: più di Genova, più di Gorizia, più di Taranto e Bari.

A ovest, l'Arsenale militare con la sue morti silenziose: 600 marinai stroncati dall'asbesto negli ultimi dieci anni (in un documento del Cocer presentato in commissione difesa alla Camera se ne stimano 250 - in tutta Italia - ma "il numero è da considerarsi in gran difetto", dice il capitano di fregata, Alessio Anselmi); 14 ammiragli per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio dalla procura di Padova; una gara d'appalto (valore 10 milioni, ma ancora langue) per smaltire le tonnellate di amianto residuo sulle navi della Marina.

A est, il porto. Una volta qui era tutta palude. L'incubo era solo annunciato. Poi si è materializzato. "La gente oggi vuole dimenticare per non soffrire oltre - dice Aldo Canessa, direttore dell'unità operativa di Pneumologia dell'ospedale di Sarzana - . Chi sa di avere lavorato direttamente con l'amianto, ha il terrore dentro. Che soffoca chiunque abbia un problema pleurico". Parte da qui, dal dolce ponente ligure, il viaggio alla scoperta di "quel che resta dell'amianto" nel nostro Paese. Di quanti danni ha fatto e farà. Perché il minerale più subdolo e pericoloso che si trovi in natura non ci ha affatto abbandonato.

Ne abbiamo fatto un uso così massiccio e indiscriminato - dal dopoguerra al '92, quando la legge ne ha vietato l'utilizzo, si stima ne siano state lavorate qualcosa come 3 milioni e 700 mila tonnellate, entrate nella composizione di oltre 3mila prodotti - che ancora ce lo ritroviamo "in casa". Se ne sta lì, silenzioso. Nei corpi di migliaia di ex lavoratori e lavoratori; nelle cartelle cliniche e sui certificati di morte; dentro e fuori edifici pubblici e privati. E poi industrie, navi, scuole, condomini.

Resiste nelle decine di cave - sparse tra Liguria e Emilia Romagna - da cui si estraggono ogni giorno (la legge lo permette) tonnellate di serpentino, un minerale che contiene amianto. Di cui l'Italia è ancora piena. Basti pensare alle sole coperture di eternit. Il Cnr ha calcolato che "resistono" 2,5 miliardi di metri quadri. Equivalgono a 32 tonnellate di cemento e amianto. Otto milioni di metri cubi. Beniamino Deidda come procuratore generale di Trieste ha avocato a sé le indagini sugli ultimi 42 morti di mesotelioma negli stabilimenti Fincantieri di Monfalcone: seppelliti in un cimitero che ne ospita già 900 (nel solo Friuli Venezia Giulia). Ha rinviato a giudizio venti dirigenti ormai in pensione. Ma era importante fare giustizia, dice: "I nuovi casi di tumore pleurico riguardano gente che ha avuto la prima esposizione nei primi anni '60. Quelli esposti negli anni '70 devono ancora "arrivare"...".

Come una bomba a tempo, l'amianto ha ucciso ed è programmato per uccidere. Stando alle stime degli pneumologi italiani, ogni anno 3mila persone vengono stroncate da patologie maligne correlate all'asbesto: 1.000 per mesotelioma, 1.500 per tumore polmonare, il resto per tumori in altre parti del corpo. Soprattutto alla faringe e alle vie aeree. "È una morte distillata nel tempo - dice Fulvio Aurora, di medicina democratica - Ti dà appuntamento in là, ma arriva sempre".

Bisogna tirare un filo che collega Nord e Sud per descrivere l'Italia che "affonda" ancora nel minerale meno caro e più resistente al fuoco. Da La Spezia a Taranto passando per Broni (Pavia). "Lì c'è una quantità enorme di amianto abbandonato senza alcuna precauzione - dice l'europarlamentare e medico del lavoro Vittorio Agnoletto - con rischi altissimi per la popolazione. Per completare la bonifica occorrono 25 miliardi di euro bonifica...".

Dietro i numeri ci sono storie di marinai, ferrovieri - tantissimi - , operai navali, tecnici, idraulici, elettricisti, edili. Mandati al macello per costruire o per viaggiare, per trasportare o per riparare. Come a Monfalcone. Come alla Eternit che vuol dire Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera, Bagnoli: 2.889 dipendenti "offesi" (quasi tutti con esito letale); prima udienza del maxi processo il 6 aprile. "L'Italia - spiega Alessandro Marinaccio, responsabile dell'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro - è uno dei paesi in cui il consumo di amianto, produzione e importazione, è stato uno dei più altri al mondo.

Ecco perché il bollettino di morte, da qui alla "boa" del 2015, è destinato ad aggravarsi". La latenza del mesotelioma va dai 25 ai 40 anni. In termini assoluti la maglia nera va alla Lombardia: 300 casi l'anno. Marcello Saponaro, consigliere regionale dei Verdi, chiede alla Regione "maggiori sostegni per i Comuni alle prese con discariche abusive di amianto e soldi insufficienti per bonificare tutti gli edifici pubblici". Alla faccia di chi ci abita.

(7 febbraio 2009)
da repubblica.it
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