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Autore Discussione: AMB.SPOGLI: ci da dei somari e tira le orecchie a silvio, in economia (ndr)  (Letto 2062 volte)
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« inserito:: Febbraio 05, 2009, 11:44:28 pm »

2009-02-05 20:20

AMB.SPOGLI: L'ITALIA RISCHIA DI PERDERE IL RUOLO DI POTENZA ECONOMICA


 di Flavia Ressmann



ROMA - Se continua ad occupare gli "ultimi posti delle classifiche sulla competitività mondiale", l'Italia corre il serio rischio di "uscire dal novero delle potenze economiche".

Per Ronald Spogli - l'industriale di successo voluto da George W. Bush alla guida dell'ambasciata Usa a Roma tre anni fa e che si appresta a lasciare l'incarico - non essere riuscito ad infondere nel Paese quella fiducia nel mercato necessaria per snellire il sistema liberandolo da rigidità endemiche ha il sapore di una sconfitta personale.

Anche perché nelle sue vene scorre 'sangue italico', essendo figlio di immigrati originari di Gubbio. Prima di riconsegnare le chiavi di Villa Taverna (domani Spogli con la moglie Georgia Beth Claude volerà nella sua California) l'ambasciatore ha dato agli italiani un ultimo suggerimento: "Sollecitate i cambiamenti per far crescere il Paese e soprattutto cercate di costruire un consenso intorno ad essi". Ma ha anche fatto un annuncio che, in fondo, ci si aspettava: "Nei prossimi giorni, forse nelle prossime settimane, gli Usa vi chiederanno di fare di più in Afghanistan".

E "l'Italia sarà pronta a collaborare", è la sua previsione. Con malcelata preoccupazione, come se non riuscisse a capacitarsene, l'ambasciatore - ricevendo a pranzo i giornalisti che lo hanno seguito in questi 41 mesi a Roma - si chiede "come mai gli italiani non reagiscano nel vedere il proprio Paese incapace di metter mani a quelle riforme necessarie per affrontare la bassa crescita economica". Eppure tutti conosciamo i problemi del 'sistema Italia', sottolinea. E li elenca, impietoso: "Burocrazia pesante, mercato del lavoro rigido, criminalità organizzata, corruzione, lentezza della giustizia, mancanza di meritocrazia e sistema d'istruzione che non risponde ai bisogni del XXI secolo". Poi rivolge il pensiero preoccupato alle giovani generazioni: "Nei miei incontri con gli studenti ho percepito un profondo pessimismo sul futuro".

Sanno che la laurea non garantirà loro un lavoro e per questo fuggono all'estero; "E' un vero peccato che l'Italia perda i suoi talenti", osserva l'ambasciatore, a sua volta padre di due universitari. Poi lancia un monito ai governi che si succederanno e alle possibili tentazioni di cancellare progetti già avviati: "L'Italia - afferma Spogli - ha visto già troppe grandi opere incompiute e la priorità della sicurezza energetica è troppo importante per risentire dei capricci della politica". Senza esitazioni - è l'invito dell'ambasciatore - adottate "un piano di sicurezza energetica concreto e realistico che promuova la diversificazione con un uso migliore delle risorse nazionali e un diverso mix di fornitori". Le sfide che gli italiani devono affrontare esigono uno "spirito unitario". Pena il fallimento.

"Purtroppo - si rammarica Spogli - non ho il collante magico per tenere unito il Paese, ma non sono pessimista. Ho fiducia che l'Italia ce la possa fare". Una fiducia - racconta - maturata in questi tre anni di dialogo con tanti imprenditori che si sono rimboccati le maniche per rafforzare il legame tra la ricerca, i capitali e le imprese. Chiusa la parentesi diplomatica in Italia, Spogli - dopo una breve puntata negli Stati Uniti - ha in programma una pausa sabbatica di tre mesi a Parigi con la moglie. Ma non sarà solo riposo: rimessi i panni dell'industriale, Spogli approfitterà per rinsaldare i legami europei della Freeman Spogli & Co., la società di investimenti - una delle principali degli States - di cui è co-titolare. Non è escluso che in primavera Spogli faccia una capatina a Villa Taverna per l'inaugurazione della cantina vinicola (un 'caveau' sotterraneo profondo 10 metri che, su tre livelli, ospiterà 5000 bottiglie) da lui ideato. Chi sarà a fare gli onori di casa ancora non è noto: diversi i nomi che circolano sul suo successore a Via Veneto, incluso quello di Nina Gardner, figlia di un altro ex ambasciatore americano a Roma, Richard Gardner.

L'ipotesi di cedere la poltrona ad una donna piace a Spogli che commenta: "Adesso la vedrei benissimo; una persona giusta sarebbe una cosa molto, molto positiva". In attesa di sciogliere il mistero, Spogli si appresta a partire. In valigia - hanno raccontato - ha messo anche 1200 bottiglie di vino. Prevalentemente rosso. 

da ansa.it
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