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Autore Discussione: QUIRINALE, DICHIARAZIONI DI PIETRO SONO OFFENSIVE ...  (Letto 3258 volte)
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« inserito:: Gennaio 28, 2009, 03:18:04 pm »

2009-01-28 13:43

QUIRINALE, DICHIARAZIONI DI PIETRO SONO OFFENSIVE


 ROMA - La presidenza della Repubblica è totalmente estranea alla vicenda dello striscione nella manifestazione svoltasi in Piazza Farnese a Roma a cui fa riferimento l'on. Di Pietro, si legge in una nota dell'ufficio stampa del Quirinale che definisce "del tutto pretestuose comunque da considerare le offensive espressioni usate dallo stesso on. Di Pietro per contestare presunti 'silenzi' del capo dello Stato, le cui prese di posizione avvengono nella scrupolosa osservanza delle prerogative che la Costituzione gli attribuisce.

DI PIETRO, CRITICHE A NAPOLITANO? SOLO PER LO STRISCIONE - E' il sequestro in piazza di un manifesto che riportava una scritta critica nei confronti del presidente della Repubblica ("Napolitano dorme, l'Italia insorge") a scatenare Antonio Di Pietro a piazza Farnese. "Vogliono farci lo scherzetto di piazza Navona ma in una piazza civile c'é tutto il diritto a manifestare?", si chiede protestando per il sequestro del manifesto. In una piazza "può essere accolto chi non è d'accordo con alcuni silenzi" del Capo dello Stato), prosegue. Poi aggiunge: "A lei che dovrebbe essere arbitro possiamo dire che a volte il suo giudizio è poco da arbitro e da terzo". Di Pietro affe rma poi che questa critica è "fatta del tutto rispettosamente". Quindi conclude: "Il silenzio uccide, il silenzio è un comportamento mafioso per questo io voglio dire quello che penso".

"Ho citato il presidente solo per lo striscione fatto ritirare dalla polizia, nulla di più", continua Di Pietro. "Per una volta raccontatela giusta...", aggiunge il leader dell'Italia dei Valori che nel suo intervento aveva esplicitamente fatto riferimento al Prefetto di Roma e alle sue disposizioni che aveva portato a far ritirare lo striscione. Di questo fatto nessuno si era accorto prima dell'intervento di Di Pietro che infatti aveva esordito dicendo: "Ora vi rivelo che...", citando poi l'episodio.

CAMERA, TUTTI CONTRO DI PIETRO, SOLIDARIETA' A QUIRINALE - "Manifestiamo solidarietà al presidente Napolitano davanti al volgare attacco" di cui è stato fatto segno da Antonio Di Pietro: lo ha detto nell'Aula della Camera il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto incassando applausi non solo dai deputati del Pdl ma anche da quelli del Pd, dopo aver letto dichiarazioni pronunciate dal leader dell'Idv nei confronti del capo dello Stato. Contro Cicchitto è insorto Fabio Evangelisti dell'Idv, protagonista, peraltro, di un duro battibecco con il presidente della Camera Gianfranco Fini.

"E' un vecchio giochino - ha detto il dipietrista - della retorica estrapolare parti di un discorso per usarle a piacimento, il che è vergognoso. Di Pietro non ha offeso ma ha fatto un intervento rispettoso. La nostra solidarietà al Capo dello Stato non è pelosa ma vera".

Evangelisti è stato applaudito solo dai deputati dell'Idv. Marina Sereni del Pd ha rilevato come "la difesa del presidente della Repubblica da parte dell'Aula che lo ha eletto é non solo d'obbligo ma rappresenta un'ovvietà". "Non possiamo ricostruire le parole di Di Pietro - ha aggiunto . ma il presidente della Repubblica rappresenta la Nazione ed il popolo. Chi lo attacca ha la nostra condanna: a qualsiasi parola egli faccia ricorso". Piena solidarietà a Napolitano è stata manifestata anche da Michele Vietti dell'Udc. 

DA ansa.it
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« Risposta #1 inserito:: Gennaio 29, 2009, 06:30:18 pm »

«Non ho mai accusato il Presidente. Basta giocare con le parole»

di Claudia Fusani


«Lotta alla mafia, ai criminali e massimo rispetto per il Capo dello Stato. Questa è l’Italia dei Valori e guai a chi prova a giocare con le mie parole. A chi guarda il dito per non vedere la luna».

Stanchezza, rabbia, nervi a fiori di pelle. A fine di una giornata molto pesante Di Pietro parla con l’Unità per fermare quelle che, «con amarezza», definisce «speculazioni di chi non vuole che si parli del vero motivo per cui è stata organizzata la manifestazione di piazza Farnese: lotta alla mafia e a chi vuole leggi per non far lavorare i magistrati».

Presidente, ci risiamo, dopo piazza Navona piazza Farnese. Qualcuno lo aveva anche previsto...
«Non ci sto. Ogni persona che vuole ascoltare in buona fede il mio discorso (www.antoniodipietro.com) capisce che ho supplicato il Capo dello Stato perchè lasci i cittadini manifestare e dissentire liberamente. E affinchè si ascolti la voce dell’Associazione vittime di mafia che si sente abbandonata dalle istituzioni ogni volta che vengono prese decisioni che di fatto costituiscono un arretramento alla lotta alla criminalità».

In piazza c’era quel cartello «Napolitano dorme, l’Italia insorge». La Digos lo ha fatto togliere.
«E io ho solidarizzato con chi voleva manifestare il suo legittimo dissenso come in ogni paese civile».

Appellandosi al Presidente, lei ha detto: «Il silenzio è un comportamento mafioso».
«E lo ribadisco. Ma non tiriamo per la giacchetta il Presidente della Repubblica. Io non ho offeso Napolitano bensì ho ripetuto il sacrosanto appello dell’Associazione vittime di mafia che vedono con dolore e preoccupazione il silenzio che c’è nella lotta alla mafia».

Nessun conflitto col Colle?
«Non esiste un conflitto tra l’Idv e il Capo dello Stato. Il conflitto c’è tra l’Idv e chi fa le leggi che impediscono ai magistrati di fare il proprio lavoro. Questo è il tema per cui oggi abbiamo fatto una manifestazione. E ancora una volta, in piazza Farnese come in piazza Navona a luglio, si estrapola una frase per cercare di non far riflettere i cittadini sull’oggetto e il concetto della manifestazione».

Perchè eravate in piazza stamani?
«Contro il lodo Alfano perchè introduce disparità di trattamento tra i cittadini. Contro chi ferma magistrati come De Magistris. E contro il disegno di legge sulle intercettazioni voluto dalla maggioranza. Introdurre limiti temporali e - peggio che mai - pretendere i gravi indizi di colpevolezza, anzichè di reato come prevede adesso la norma, per mettere qualcuno sotto controllo significa depotenziare indagini difficili e delicate. Se uno è già colpevole perchè dovremmo intercettarlo? Intercettiamo per verificare innocenza o colpevolezza».

Eppure oggi ha avuto molti attacchi.
«Chi ha voluto capire ha capito. E sono i più, per fortuna. Gli altri hanno fatto la solita strumentalizzazione preconcetta. In questo paese c’è una classe politica che vuole espellere dalle istituzioni chi non è allineato».

Parlerà con Napolitano?
«Non ho offeso il Presidente e non c’è nulla da chiarire».

cfusani@unita.it

29 gennaio 2009
da unita.it
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« Risposta #2 inserito:: Gennaio 31, 2009, 03:28:04 pm »

Politica

Il riferimento è a quanto accaduto durante la recente manifestazione a Roma

Offese a Napolitano, camere penali denunciano Di Pietro: ''Accetto la sfida''

L'accusa ipotizzata è offesa all'onore e al prestigio del presidente della Repubblica. La replica del leader dell'Italia dei Valori: ''Sono certo che vincerò la causa, non chiederò l'insindacabilità come parlamentare''

Ultimo aggiornamento: 31 gennaio, ore 13:31


Roma, 31 gen. (Adnkronos/Ign) - L'Unione delle camere penali italiane ha depositato oggi presso la Procura della Repubblica di Roma una denuncia contro il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro ipotizzando l'accusa di offesa all'onore e al prestigio del presidente della Repubblica. La denuncia, che fa riferimento a quanto accaduto durante la recente manifestazione di piazza a Roma, è stata firmata dal presidente delle Camere penali Oreste Dominioni e dal vicepresidente Renato Borzone.

"Secondo quanto ha riferito la stampa - si legge nella denuncia - il parlamentare ha affermato nel corso di una nota e recente manifestazione di piazza 'vogliono farci ancora una volta lo scherzetto di piazza Navona. Ma in una civile piazza c'è il diritto di manifestare, presidente Napolitano, possiamo permetterci di accogliere in questa piazza chi non è d'accordo con alcuni suoi silenzi. A lei che dovrebbe essere arbitro, possiamo dire che a volte il suo giudizio ci appare poco da arbitro e poco da terzo'".

Secondo i denuncianti "la vistosità della portata offensiva e delegittimante l'altissima funzione istituzionale esercitata dalla suprema carica dello Stato repubblicano di tali affermazioni ha determinato unanimi comportamenti di ferma indignazione. Tra questi l'opinione di un ex presidente della Repubblica che vi ha riscontrato un palese carattere di reato".

Secondo la denuncia "accusando il presidente della Repubblica di comportamenti non imparziali e omissivi assimilati a quelli di natura omertosa propri della mafia, l'onorevole Di Pietro ha oscurato la limpidezza morale e il credito di cui devono essere necessariamente circondate le attribuzioni al capo dello Stato, delegittimandolo nella persona e nella istituzione che rappresenta. L'attacco al capo dello Stato si rivela palesemente strumentale a sostenere la presa di posizione dell'onorevole Di Pietro sui temi della riforma generale della giustizia''.

"Accetto ben volentieri la sfida'' di Dominioni, ''persona che rispetto e stimo sia sul piano personale che sul piano professionale'' ha replicato Di Pietro. ''Sono certo - assicura il leader di Idv - che vincerò la causa per tre buone ragioni: la prima perché non ho mai accusato il capo dello Stato di essere mafioso né l'ho mai pensato (la registrazione integrale del mio intervento ne sarà la prova); la seconda perché nell'aver rispettosamente sostenuto che, a mio avviso, il capo dello Stato non sempre si sarebbe dimostrato imparziale, ho esercitato un legittimo diritto di critica che la Carta costituzionale garantisce a tutti i cittadini nei confronti di ogni autorità''.

E ''la terza perché, a prova del predetto diritto di critica (di ben più ampio spessore) porterò in tribunale una copiosa rassegna stampa riguardante numerosi casi di critica nei confronti di altri presidenti della Repubblica (Cossiga e Ciampi), senza che nessuno abbia sollevato tale e tanto clamore come quello scatenatosi nei miei confronti solo perché non sono allineato al sistema e non mi rassegno ad abbassare la testa. Una cosa, da subito, posso assicurare all'amico Oreste Dominioni che non chiederò, in alcun modo, che mi sia riservata l'insindacabilità delle dichiarazioni rese come parlamentare. Se qualcuno vuole il processo è bene che ci sia perché i principi costituzionali, come la libertà di pensiero e di espressione - conclude Di Pietro - vengano riaffermati".

da adnkronos.com
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