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Autore Discussione: Cazzola: «L'Italia come l'India, solo l'Europa può salvarci dalle caste»  (Letto 2177 volte)
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« inserito:: Gennaio 07, 2009, 04:41:22 pm »

Cazzola: «L'Italia come l'India, solo l'Europa può salvarci dalle caste»

di Andrea Carugati


L’Italia è divisa in caste praticamente impermeabili, quasi come l’India. È in questo contesto che proliferano favori e raccomandazioni. Solo l’Europa potrà salvarci, costringendoci ad aprire il mercato del terziario, a partire dalle professioni».

Giuliano Cazzola, economista e deputato del Pdl, guarda con disincanto all’Italia dei favori, ai rapporti opachi tra politica e affari.
Cosa è cambiato dopo Mani Pulite?
«Nonostante le degenerazioni, le cose andavano meglio nella prima Repubblica. C’era una lotta politica sul merito delle proposte, le classi dirigenti si costruivano su questo. Oggi, in tutti i partiti, ci sono i gerarchi: persone che stanno vicino ai leader e vivono di luce riflessa. La regola è la cooptazione e il risultato è una classe politica peggiore».

Così la politica è più debole nei confronti di certe abitudini e favori?
«Si arriverà a cambiare le cose quando la concorrenza entrerà nelle professioni. Non è un caso che si faccia così fatica a creare un mercato unico europeo in questo settore. Non sarà la politica a portare più moralità, ma l’avanzare dell’integrazione europea. Clientelismo e corporativismo ci saranno finché il paese sarà congelato in caste. Solo l’economia può indurre la politica a essere più virtuosa, come è successo con l’eu ro».
Una politica impotente, dunque?
«Purtroppo la politica ha bisogno del consenso nel presente, è molto più permeata di ieri dalle lobbies».

Nel Pdl vince il Brunetta moralizzatore o l’allergia alle regole?
«Parto da un presupposto: la magistratura si è talmente rovinata la reputazione da sola che è difficile giudicare le persone in base alle indagini che vengono aperte. Per non parlare delle raccomandazioni e delle cordate tra gli stessi magistrati. Tutta questa questione morale del Pd mi sembra un’esagerazione: faccio fatica a trovare cose rilevanti nelle vicende di Napoli o nei rapporti tra Romeo e la Margherita».
Però se lei dice che la magistratura è delegittimata cosa rimane? Ognuno fa quello che gli pare?
«La situazione è effettivamente molto grave. Ma è illusorio pensare che basti una riforma della giustizia per cambiare le cose: non c’è niente da fare, abbiamo a che fare con delle monadi impazzite, irresponsabili e incontrollabili. Possibile che pm come Woodcock, che non ne prende una, resti sempre al suo posto?».

È una bella autoassoluzione per voi politici...
«Capisco, il problema non è semplice, ma pensi al caso di Mannino, scagionato dopo 15 anni...».
Cosa propone, che la magistratura non indaghi più sui politici?
«Ma no, però ci vuole senso di responsabilità. Non credo che le intercettazioni vadano limitate a seconda dei reati, ma che senso ha far uscire dei verbali che servono solo a sputtanare le persone?».
Insomma, la politica non ha nulla da rimproverarsi?
«I processi li dettano l’economia e l’Europa. Oggi l’industria è molto più sana rispetto al passato, grazie alla concorrenza. Lo stesso deve avvenire nel mercato interno, a partire dagli appalti pubblici».

Voi però avete portato le gare a trattativa privata per gli appalti fini a 500mila euro..
«Mah, cosa vuole, non mi sembra una cifra altissima. L’importante è fare operazioni selettive e gare di tipo europeo sopra un certo valore».


06 gennaio 2009
da unita.it
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