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Autore Discussione: Archivio Brunetta.  (Letto 2421 volte)
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« inserito:: Gennaio 02, 2009, 11:31:16 pm »

Archivio Brunetta

di Marco Lillo


Stefano Torda, già processato nell'indagine Poseidone nel 2005 e poi assolto, è diventato il braccio destro del ministro della Funzione Pubblica. Si occuperà della digitalizzazione della giustizia. 

Una vecchia conoscenza di Luigi De Magistris si occuperà dell'informatizzazione della giustizia: Stefano Torda, amico dell'ex ministro De Michelis, è stato perquisito nell'indagine Poseidone nel 2005 e poi processato (e assolto) in una seconda inchiesta. Davanti alla Procura di Salerno, De Magistris ha parlato di lui in termini poco elogiativi.

Ma Torda è stato appena nominato capo del dipartimento per l'innovazione della Funzione pubblica, in pratica braccio destro di Renato Brunetta. In questa veste segue la digitalizzazione della giustizia. Un'operazione delicata che prevede la trasmissione telematica delle notizie di reato e dei documenti connessi dalle forze di polizia alle procure, nonché l'archiviazione e la ricerca all'interno dei fascicoli.

Il nuovo corso partirà proprio dal palazzo di giustizia di Napoli dove oggi De Magistris è giudice. In un paio di anni e per circa 100 milioni, la maggior parte dei documenti giudiziari confluirà in un archivio telematico.

Torda fino al 2005 è stato un dirigente dell'assessorato Attività produttive della Calabria. Nel 2004 fu intercettato mentre seguiva con attenzione la sorte di un contributo di 5 milioni alla Digitaleco di proprietà di Lorenzo Cesa dell'Udc, Fabio Schettini, segretario dell'allora ministro Frattini, e di Giovanbattista Papello, uomo di An già iscritto alla massoneria. Schettini e i suoi lo definivano "l'uomo della provvidenza".

Torda andava a Roma per consigliare agli amici le vie per non perdere il contributo. La società non aveva rispettato gli obiettivi occupazionali e - per la Procura di Catanzaro - non doveva avere i soldi. Per questo Cesa e soci sono indagati, mentre Torda è rimasto testimone. Lui e Schettini gravitavano attorno alla Free Foundation presieduta da Brunetta, perquisita nel 2006 perché Schettini era delegato a operare sul suo conto corrente e perché il pm sospettava fosse utilizzata "per consolidare rapporti di tipo pure massonico".
 
 (31 dicembre 2008)
da espresso.repubblica.it
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