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Autore Discussione: Marco Galluzzo. Lo choc del Cavaliere.  (Letto 2050 volte)
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« inserito:: Maggio 17, 2011, 05:24:44 pm »

Lo choc del Cavaliere.

Telefonata «gelida» con il leader leghista

Lo sfogo: non posso credere che vinca la sinistra estrema

E nello staff si parla di «disastro, bagno di sangue»

   
ROMA — La parola «errori» ad Arcore si pronuncia. Ma per un padrone di casa molto demoralizzato sono ancora quelli degli altri: è colpa del partito che lo costringe sempre a fare tutto da solo, è colpa della Moratti che non sa comunicare e non sta simpatica ai milanesi, è colpa della Lega che non si è impegnata e che ha preso meno voti di quelli attesi.

L’aria che tira, in un pomeriggio che difficilmente Berlusconi dimenticherà, è questa. Il Cavaliere è chiuso a casa, il suo portavoce Bonaiuti non commenta: si sa che il premier ha seguito lo spoglio in tv, che non ha fatto molte telefonate, se non una piuttosto fredda con Umberto Bossi e una con Denis Verdini, chiedendo di enfatizzare i dati nazionali, la raccolta complessiva di consensi e di vittorie, bypassando le notizie e le cifre su Milano.

Sono frammenti di un’atmosfera plumbea, resa più pesante dal dato delle preferenze espresse dai milanesi per il Berlusconi capolista: alla fine rischiano di essere la metà delle precedenti Comunali. Nelle prime ore dello spoglio il dato era ancora peggiore; nello staff del premier, con l’accordo dell’anonimato, si esternava la paura di un «bagno di sangue, un disastro ».

Di certo il Cavaliere cercava un test su se stesso e i primi a dire che ha sbagliato i tempi e il campo di gioco sono i suoi uomini. A questo punto contano poco le recriminazioni, appare poco consolatorio il Bondi che assicura un quadro peggiore se il Cavaliere non fosse sceso in campo. «E’ una tragedia di proporzioni bibliche» enfatizzano in via dell’Umiltà, sede del Pdl a Roma; e dunque c’è poco di cui consolarsi. Persino Lassini ha preso una manciata di voti; per qualcuno è la prova che il Cavaliere, per la prima volta, non ha aiutato il suo candidato. Forse il contrario. Berlusconi a cena riceve la figlia Barbara, l’allenatore del Milan Allegri, l’amministratore delegato Galliani. Cena programmata pensando ad altri risultati. Ma non c’è nulla su cui brindare. Si è di fronte al rischio concreto di perdere Milano, di assistere a un cortocircuito imprevedibile con la Lega, alla certezza che la campagna elettorale non ha fatto centro.

Viviana Beccalossi, del Pdl lombardo, è fra le poche che denuncia errori di strategia: abbiamo parlato poco dei temi della città, troppo di magistrati e di argomenti nazionali. In sostanza punta l’indice contro le scelte di Berlusconi e in un partito come il Pdl non è poco.

Oggi, con in mano i dati definitivi, il premier farà forse la prima analisi ufficiale del voto. Al netto di quella «sfiducia nella situazione informativa», denunciata ieri uscendo dal seggio insieme alla voglia di rispettare il silenzio elettorale.

Aveva chiesto un referendum sul governo, assicurato che a Milano e a Napoli non ci sarebbero stati problemi. Sarà invece costretto a dissimulare la delusione. Per il momento non gli resta che esprimere un’incredulità: «Non posso credere che alla fine vincano gli estremisti e la sinistra estrema ».

Marco Galluzzo

17 maggio 2011© RIPRODUZIONE RISERVATA
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