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Autore Discussione: Pietro Mercenaro Politica estera: cominciamo dai diritti umani  (Letto 2055 volte)
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« inserito:: Dicembre 18, 2008, 05:29:23 pm »

Politica estera: cominciamo dai diritti umani

di Pietro Mercenaro


Eleanor Roosvelt, insieme al grande giurista francese René Cassin, scrisse tra il gennaio 1947 e la fine del 1948 la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Oltre ad avere attraversato al fianco del marito la crisi economica e sociale e l’esperienza della guerra, Eleanor era stata una militante dei diritti della donna e una leader del femminismo americano. E sin dal primo articolo della Dichiarazione - dove l’espressione “esseri umani” sostituisce quella di “uomini” contenuta nella Dichiarazione del 1789 - le donne cominciano ad apparire come il soggetto chiave dell’affermazione dei diritti umani.

Anche oggi si può dire che i diritti umani sono, in primo luogo, i diritti delle donne. Sono donne i tre quinti delle persone condannate alla fame e private del diritto alla vita. Sette su dieci dei bambini che non vanno a scuola sono bambine. Mezzo milione di donne muoiono ogni anno di parto. E ci sono i talebani a ricordarci che i nemici dei diritti umani sparano contro le donne il loro primo colpo.

«Se le donne saranno libere dalla violenza, se saranno in buona salute, e riceveranno una buona educazione, se avranno la possibilità di lavorare e guadagnare con pari diritto, le loro famiglie prospereranno. E quando le famiglie prosperano allo stesso modo prosperano la comunità e la nazione: i diritti umani sono i diritti delle donne e i diritti delle donne sono i diritti umani».
Queste parole furono pronunciate nel 1995, quando alla conferenza mondiale delle donne di Pechino guidava la delegazione americana, da Hillary Clinton, l’attuale Segretario di Stato americano. Forse si può aprire una nuova fase di lotta per i diritti umani, scossi e minacciati dalla ferocia delle impiccagioni a Teheran, dall’assassinio di Anna Politkovskaja in Russia, dalla repressione in Tibet. Dobbiamo tutti un ringraziamento a Nicolas Sarkozy per aver incontrato pochi giorni fa il Dalai Lama e aver così testimoniato che l’Europa ha un ruolo da svolgere.

Vogliamo una politica estera e una diplomazia italiana e europea che abbia nei diritti umani un punto di riferimento essenziale e che sostenga lo sviluppo della democrazia e dello stato di diritto. E a fianco della diplomazia possono giocare un ruolo le imprese, la cooperazione, le ong. Un premio per i diritti umani, sul modello del Premio Sacharov, può essere uno strumento in più.
Ma per fare questo bisogna avere le carte in regola e in primo luogo adeguare la nostra legislazione alle convenzioni, ai trattati, agli impegni internazionali che abbiamo assunto. Si può fare subito, in questo Parlamento, e io credo che su questi temi una convergenza sia possibile.


18 dicembre 2008     
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