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Autore Discussione: Montagna: Il nemico è la pioggia, bagnati si rischia la vita.  (Letto 2593 volte)
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« inserito:: Luglio 25, 2007, 06:04:55 pm »

Mercoledì, 25 Luglio 2007
 
 
«Il nemico è la pioggia, bagnati si rischia la vita» 
Mario Dibona, presidente delle guide alpine del Veneto: «Pericolo in agguato anche per chi cammina lungo i sentieri»
 
Cortina d'Ampezzo
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L'ipotermia è un pericolo che si può presentare anche sulle Dolomiti, così come sulle Alpi Occidentali. Va detto, però, che la quota minore delle montagne del Veneto, rispetto al monte Bianco, o al Rosa, riduce di molto questo rischio. A dirlo è l'ampezzano Mario Dibona, presidente del Collegio regionale delle guide alpine del Veneto.

«A determinare il pericolo maggiore sono i repentini cambiamenti meteorologici - spiega - perché in questi casi si possono verificare drastici abbassamenti della temperatura, si può scendere da una condizione normale, di una decina di gradi centigradi, anche al di sotto dello zero».

Qual è il nemico più agguerrito?

«E' la pioggia, che talvolta può trasformarsi in neve. Quando è bagnato, il corpo si raffredda molto più in fretta e non riesce più a sopportare temperature che, da asciutto, riuscirebbe invece a reggere. Tutto ciò si aggrava se non si è attrezzati opportunamente, con un abbigliamento adatto».

Qual è il momento peggiore?

«Verrebbe da dire la notte, ma in realtà sono le prime ore del mattino ad essere più pericolose, quando si approssima l'alba, la notte sta terminando, uno crede di avere superato il peggio, ed invece deve affrontare il momento più difficile. Proprio allora il fisico, provato dalla lunga permanenza all'addiaccio, cede».

L'ipotermia è un rischio che riguarda solamente gli alpinisti, chi sale sino in vetta alle montagne?

«Assolutamente no, è un pericolo che può presentarsi anche a chi percorre una via ferrata, se è a quote elevate, o addirittura a chi frequenta solamente la fitta rete di sentieri delle nostre montagne. Il rischio si presenta non appena uno non riesce più a muoversi, a rientrare da solo, soprattutto se colto dal maltempo. In questi casi è indispensabile essere equipaggiati bene, con un abbigliamento adatto, che copra il corpo e che non si bagni. Ricordo un aneddoto dei primi tempi in cui iniziai a frequentare la montagna: ero in compagnia di una vecchia guida alpina, molto esperta, quando iniziò a piovere. Mi ordinò di spogliarmi ed affrontammo l'acqua nudi, sino ad inzupparci. Quando smise di piovere, recuperammo gli abiti, che avevamo protetto in un anfratto della roccia: erano asciutti e ci scaldarono».

Dibona, lei ha una lunga esperienza alle spalle, maturata in numerose spedizioni sulle Alpi, in Europa e nel mondo, è salito sulla cima di cinque Ottomila, tra cui l'Everest e il K2, conosce bene anche le Alpi Occidentali

«Talvolta si sbaglia, quando si sottovalutano le Dolomiti e si parte più leggeri, magari con una maglietta soltanto, perché è una calda giornata di sole. Poi il tempo cambia all'improvviso, si scatena un temporale e ci si ritrova in parete, o in vetta, bagnati e gelati, con il buio che incombe: allora diventa davvero pericoloso».

Marco Dibona
 
da gazzettino.nordest.it
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