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Autore Discussione: Vittorio Emiliani. I piromani e i mandanti  (Letto 2598 volte)
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« inserito:: Luglio 25, 2007, 06:02:01 pm »

I piromani e i mandanti
Vittorio Emiliani


«Sappiamo benissimo che si tratta di fenomeni dolosi provocati in modo scientifico e criminale». Questa affermazione del responsabile della Protezione Civile, Guido Bertolaso, dà per intero la misura della barbarie in cui stiamo sempre più sprofondando. L’Italia brucia, il fuoco fa vittime, i roghi distruggono ricchezze straordinarie. Colpa del grande caldo? Ma per carità. La colpa è, quasi al 100 per cento, di persone le quali o vogliono favorire sugli ettari di bosco andati a fuoco ampie e grasse speculazioni edilizie, o pretendono così di garantirsi un lavoro precario di rimboschitori. Persone che approfittano della eccezionale calura per appiccare e far appiccare incendi a tappeto. Del resto, siamo o non siamo il Paese europeo più divorato dal cemento, legale e illegale? Il giudizio di Bertolaso è pesante come un macigno e però rende bene l’inciviltà vandalica, il disprezzo per i beni di interesse generale in cui siamo sempre più immersi. Senza riuscire a reagire in modo energico, responsabile, attrezzato.

Tutti i mezzi di contrasto reperibili in Europa sono stati concentrati dalla Protezione Civile nelle zone di maggior pericolo. Ma non bastano più.

Per troppi anni si è attribuita la responsabilità dei tanti incendi al caldo o a comportamenti soltanto colposi (il mozzicone di sigaretta accesa lanciato dall'auto o il picnic maldestro). Per troppi anni abbiamo volutamente chiuso gli occhi, senza coinvolgere a fondo, capillarmente, i Comuni nell'opera di educazione e di prevenzione. Eppure ogni anno gli incendi inceneriscono 60.000 ettari, in media, di boschi. «Nemmeno un incendio su cento può essere attribuito a cause naturali», fanno notare al Wwf che ha distribuito alcune note preziose sulla prevenzione con lo slogan «Mandiamo in vacanza gli incendi». Sciaguratamente i criminali non vanno in vacanza. Anzi, approfittano dell'estate per distruggere un patrimonio straordinario con la speranza di costruire sopra quei terreni intere lottizzazioni.

Speranza largamente vana perché si tratta di terreni “cotti”, divenuti instabili, pronti a sciogliersi e a smottare al primo temporale violento. Ma speranza ostinatamente coltivata lo stesso, in modo primordiale. Poi ci sono i Comuni i quali dovrebbero attivarsi e spesso non fanno nulla: secondo dati di Legambiente, degli oltre 2.500 Comuni colpiti da incendi, appena un miserando 6 per cento «applica pienamente la legge quadro del 2000 e poco più di un Comune su quattro realizza il catasto delle aree percorse dal fuoco». Quanti Comuni realizzano attività di avvistamento dei focolai? Il 57 per cento non fa né questo né altro sul piano della prevenzione e della manutenzione anti-incendi. Negli ultimi anni tuttavia l’azione di educazione e di contrasto sviluppata dai Comuni più attivi aveva consentito di ridurre gli ettari inceneriti dai roghi dei criminali piromani e dei loro mandanti: si era infatti scesi dai 13 ettari del 2000 per ogni incendio ai 6 ettari del 2005. Quest’anno siamo già ben oltre il migliaio di roghi, per di più di proporzioni vastissime, anche all’interno di Parchi Nazionali, dall’Abruzzo al Pollino, al Gargano, con l'evidente intento di scardinare un sistema di protezione dei nostri grandi polmoni verdi. Soprattutto nel Mezzogiorno dove i Comuni e i loro abitanti risultano meno sensibili alla difesa di un patrimonio che pure sta creando sviluppi alternativi, eco-compatibili, e quindi occupazione giovanile di tipo nuovo, stabile. Nel biennio 2004-2005 il 28 per cento dei Comuni italiani è stato colpito dal fuoco criminoso, ma in alcune regioni meridionali il picco è ben più rovente: 80 per cento dei Comuni in Sardegna, 61 per cento in Sicilia, 51 per cento in Campania.

Purtroppo, non possiamo neppure sperare, a breve, nella meteorologia: non ci sono alle viste piogge diffuse. Dobbiamo fare appello a tutte le risorse umane e tecniche possibili, al volontariato, allo spirito civico, oltre che alla professionalità dei nostri Vigili del fuoco (un corpo ammirevole, sotto tutti gli aspetti) e dei nostri Forestali. Sciaguratamente i mandanti dei roghi trovano facilmente la manovalanza per appiccarne di nuovi: ieri nel Siracusano sono stati arrestati due piromani, sui vent'anni, di nazionalità polacca. Ma chi li ha pagati è certamente un boss italiano e a lui bisognerebbe risalire per una punizione esemplare.


Pubblicato il: 25.07.07
Modificato il: 25.07.07 alle ore 13.57   
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