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Autore Discussione: "Alla Ligresti niente laurea ad honorem"  (Letto 4014 volte)
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« inserito:: Luglio 25, 2007, 05:52:27 pm »

SCUOLA & GIOVANI (con relativi pretesi privilegi).


Negato il conferimento in "economia aziendale" alla figlia dell'imprenditore

È la prima volta che il ministero interviene per negare una laurea honoris causa

"Alla Ligresti niente laurea ad honorem"

Mussi: "Non la merita". Il veto dopo la festa

Il Rettore, pur sapendo del parere del ministro, non blocca la consegna della pergamena

Secondo il preside di Economia, la Ligresti meritava per "la dimostrata capacità manageriale"

di PAOLO GRISERI
 

TORINO - La festa di laurea è durata lo spazio di un cocktail nell'albergo di famiglia nel centro di Torino. Poi, quando già Jonella Ligresti, figlia di Salvatore, era sull'auto che la riportava a Milano, il triste ritorno alla realtà: quella laurea non s'aveva da consegnare, "pertanto è da ritenersi giuridicamente nulla". Parola di Fabio Mussi, ministro dell'Università. "Eppure la cerimonia di consegna della laurea, il rettore in pompa magna, il preside di Economia, sembravano veri, non pareva un sogno", commentano amaramente nell'entourage del presidente della Sai.

Sembrava tutto vero prima che il niet di Mussi, giunto con un comunicato stampa nel primo pomeriggio, annunciasse l'amara verità: "In merito al conferimento della laurea honoris causa a Jonella Francesca Ligresti, il ministero dell'Università precisa che il ministro non ha approvato il conferimento di tale laurea quadriennale in economia aziendale".

Motivo: "Tale laurea quadriennale non è compatibile con il vigente sistema di studi universitari". Inoltre, già nel dicembre scorso "il ministro invitava gli atenei a limitare il conferimento della lauree honoris causa, attenendosi ad un'attenta valutazione". Gelo. I vertici dell'Università torinese imbarazzati di fronte all'inequivocabile figuraccia.

Perché la cerimonia era stata davvero toccante. Con l'aula magna dell'Università gremita di parenti, la famiglia Ligresti al completo, dal patriarca ai nipoti. Lei, Jonella, 41 anni, vestita come vuole il rito: toga, tocco e fascia. In mano la cartella con la laudatio. Titolo: "L'assicurazione: quando la finanza guarda lontano". I fotografi scatenati come ai matrimoni: il bacio con il papà, il sorriso di fianco all'ermellino del Rettore, il Senato accademico felice.

Il preside di Economia, Sergio Bortolani, che presenta la candidata con pochi tratti entusiasti elogiandone "la capacità imprenditoriale messa in luce in questi anni di amministrazione dell'azienda assicuratrice". Lei che va al microfono emozionata prima di leggere l'analisi sull'industria delle assicurazioni che le varrà l'alloro dei dottori. Gli applausi e via verso il ristorante dell'albergo Principi di Piemonte (proprietà Sai) per i festeggiamenti.

Tocca a Fausto Marchionni, amministratore delegato di Fondiaria Sai, avvisare Jonella che è stata tutta una finta. Che la sua laurea non è valida, la laudatio è stata inutile. Lei si rinchiude nel silenzio, preferisce non commentare e viaggia verso Milano. Lasciandosi dietro, a Torino, una scia di polemiche e di ironie.

Il Rettore, Ezio Pelizzetti, ricostruisce la sua versione dei fatti: "Avevamo inoltrato la domanda al ministero il 24 settembre. Il no da Roma è arrivato nei nostri uffici lunedì sera. Io ho visto il documento del ministro un'ora prima dell'inizio della cerimonia". Dunque poteva bloccare tutto? "Lei lo avrebbe fatto?". Bloccare la cerimonia, come nella scena finale del Laureato, lasciando di sasso la platea? Pelizzetti ha tirato dritto. Ora deve vedersela con il ministro. Queste lauree non sono date con troppa facilità? "È la prima in Italia che viene bloccata. Vogliamo parlare delle altre concesse?".

(25 luglio 2007) 

da repubblica.it
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« Risposta #1 inserito:: Luglio 27, 2007, 10:32:27 pm »

Il professor Bocchino, proponente dell´honoris causa per la presidente Sai, ha incarichi in diverse società del gruppo.

Laurea Ligresti, scambio di favori.

MARCO TRABUCCO


Una laurea honoris causa alla figlia per saldare un debito con il padre?

Debito d´onore, più che economico certo, anche se l´affaire della contestata laurea ad honorem per Jonella Francesco Ligresti assume sempre più i contorni di uno scambio di favori tra la facoltà di Economia torinese (o almeno una parte di essa), magari sollecitata all´uopo da qualche pubblica amministrazione, interessata a mantenere buoni rapporti con la Sai e con i suoi proprietari e la famiglia Ligresti appunto.

È un dato di fatto, noto a tutti anche nella facoltà di corso Unione Sovietica che Umberto
Bocchino, il docente di economia aziendale e ragioneria che ha proposto di concedere la laurea alla figlia di Salvatore Ligresti e ne ha elencato con entusiasmo, martedì in Aula Magna, i «meriti professionali» nella laudatio, abbia rapporti stretti con il gruppo Sai-Fondiaria di cui Jonella Ligresti è un´importante manager oltre che, come famiglia, proprietaria del gruppo. Basta una elementare ricerca su Internet infatti per scoprire che Bocchino ha (o ha avuto) incarichi in almeno quattro aziende del gruppo come consigliere di amministrazione indipendente. Fa parte dei cda di Sai Investimenti Sgr, società di gestione del risparmio che ha sede a Torino in via Marenco 25 e che gestisce un fondo di investimento immobiliare. Umberto Bocchino è anche tra i quattro consiglieri di amministrazione di Banca Sai, e nel cda di PoVita assicurazioni (altra società dello gruppo che fa capo ai Ligresti), mentre in passato è stato anche nel board di Milano Assicurazioni (sempre controllata da Fondiaria Sai).

Niente di illegale, anzi: perché se Umberto Bocchino ha sfruttato quei rapporti con i Ligresti e la Sai non lo ha fatto certo a fini personali. Bensì per ottenere fondi, sponsorizzazioni per l´attività di ricerca della sua facoltà e del suo dipartimento. La Fondiaria Sai infatti è stata tra gli sponsor principali dei festeggiamenti per il Centenario della facoltà di Economia torinese, nel 2006. E la collaborazione continua oggi per altre iniziative. Un fatto che può spiegare molte, anche se non tutte, delle prese di posizioni su questa contestata laurea ad honorem: ad esempio i contrasti nella facoltà di corso Unione Sovietica tra gli «aziendalisti» (il gruppo di cui Bocchino fa parte) favorevoli in genere alla concessione del titolo (perché sono stati loro ad avere i vantaggi maggiori dal rapporto con Sai-Fondiaria), e gli «economisti», i «teorici», contrari al punto da uscire per protesta (e non votare) dalla riunione del consiglio di dipartimento che decise di dire sì alla laurea. Una «resistenza passiva» che uno dei leader degli «economisti» il professor Pietro Terna, ha mantenuto anche l´altro giorno in occasione della cerimonia di conferimento nell´Aula Magna di via Po. Terna infatti ha assistito solo alla parte che ha riguardato l´altra premiata l´imprenditrice Maria Luisa Cosso, poi quando è iniziato il «rito» per la Ligresti è uscito dall´aula.

Non sarebbero però solo i rapporti tra la facoltà e la Sai a giustificare la laurea ad honorem: in corso Unione Sovietica infatti ci si giustifica parlando anche di pressioni, a dire il vero «discrete», arrivate da politici e amministratori che vedono di buon occhio la volontà di Ligresti di investire a Torino (con il grattacielo per la nuova sede Sai, e la collegata speculazione edilizia sull´area Bor.set.to.).
Intanto ieri si è saputo che l´Università di Torino avrebbe intenzione di costituire una commissione del Senato Accademico, a fine settembre, per esaminare il caso. Fonti interne all´ateneo hanno ribadito di ritenere la laurea conferita alla Ligresti valida a tutti gli effetti, in virtù dell´autonomia universitaria.

(27 luglio 2007)

da espresso.repubblica.it
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