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Autore Discussione: Mario SENSINI. Ma il governo: non aspettatevi grandi cifre  (Letto 2146 volte)
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« inserito:: Novembre 26, 2008, 11:17:38 am »

Ma il governo: non aspettatevi grandi cifre

Il Tesoro: una somma nel biennio pari a 6-7 miliardi.

Il Cavaliere: non ne approfitteremo


ROMA — Al ministero dell’Economia non hanno cambiato idea, neanche dopo la lettera di Angela Merkel e Nicolas Sarkozy. Anche perché la deroga ai criteri del Patto di Stabilità richiesta dai due leader, e che molto probabilmente la Commissione Ue appoggerà oggi stesso, non risolve i problemi del Tesoro. Non che li aggravi, beninteso: le circostanze eccezionali attraversate dall’economia offriranno anche all’Italia uno spazio di manovra in più. Ma niente di straordinario, perché dovrà restare «compatibile con il debito» che in Italia è altissimo e che Sarkozy e la Merkel, «beati loro» dicono al Tesoro, non hanno. Tradotto in soldoni, il piano europeo potrebbe offrirci unmargine di intervento di meno di mezzo punto di pil: 6-7 miliardi di euro, forse. Probabilmente da utilizzare in un biennio. Su queste basi, osservano i tecnici del ministro dell’Economia, la manovra che il governo sta mettendo a punto per sostenere le imprese e le famiglie difficilmente potrà subire grandi stravolgimenti rispetto a quella annunciata. Al Tesoro, tanto per essere chiari, continuano ad escludere interventi di detassazione delle tredicesime. L’ipotesi viene studiata e riformulata, ma la conclusione per ora è sempre la stessa: a meno di non ridurla ad un intervento quasi solo simbolico, costa troppo. Anche se la pressione su Tremonti perché allarghi i cordoni della borsa sta crescendo a vista d’occhio. Soprattutto dopo la presa di posizione di Parigi e di Berlino, e considerato anche il ruolo chiave e il grande potere che ha il ministro in questa fase. Dove per giunta non c’è più, come nel passato, la presenza dei partiti che costringeva alla mediazione politica su ogni iniziativa.

I nervosismi nel governo sono palesi. Il vulcanico ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, ad esempio, continua a sostenere l’opportunità di uno sgravio fiscale sull’ultima busta paga dell’anno. Il titolare delle Attività Produttive, Claudio Scajola, contesta invece a Tremonti, semmai l'avesse esplicitata in questo modo, l'idea del «blocco delle tariffe», sostenendo che l'anno prossimo quelle elettriche e quelle del gas scenderanno, portando risparmi consistenti ai consumatori. Lo stesso ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, sostiene più pacatamente che la manovra presentata l'altra sera alle parti sociali possa e debba essere perfezionata. Palazzo Chigi per il momento sostiene la posizione del ministro dell'Economia. Il governo non intende «approfittare della maggiore flessibilità del Patto di Stabilità europeo» ha detto Silvio Berlusconi ieri sera al termine del vertice di maggioranza. Tremonti resta convinto che l'unico strumento in grado di stimolare l'economia sia, invece, l'investimento pubblico nelle infrastrutture. Se l'obiettivo è quello di invertire la fase congiunturale attuale, ripete il ministro in questi giorni, non basterebbero né 8, né 80, né 800 miliardi di euro di aiuti pubblici all'economia. In Via XX Settembre, insomma, hanno tutta l'intenzione di tenere duro. Tremonti concederà né più né meno quanto l'Unione Europea gli permetterà di fare. È già qualcosa in più rispetto a ieri.

Mario Sensini
26 novembre 2008

da corriere.it
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