Admin
Utente non iscritto
|
|
« Risposta #3 inserito:: Luglio 27, 2007, 09:55:53 pm » |
|
POLITICA
In pubblico ostenta indifferenza, ma con gli amici si sfoga: troppe volte la legge non è uguale per tutti.
"Un magistrato non conosce mediazione"
La Forleo accusa gli ex colleghi "Hanno dimenticato la legge"
Il gip in trincea: in Italia chi ha coraggio non fa carriera
di DARIO CRESTO-DINA
MILANO - Clementina Forleo è allegra, nonostante sia diventata un bersaglio in movimento della politica. Ancora una volta. Dice che nella sua storia professionale le è capitato di sbagliare e che ha sempre accettato le critiche, anche le più pesanti "quando sono frutto di onestà intellettuale". Possiede una passione culturale e antica per i proverbi del Sud, la sua terra. Così, "c'è il dolce e c'è l'amaro", deve avere pensato ieri mattina, nell'ufficio al settimo piano del palazzo di giustizia di Milano. Ufficio Gip, giudice per le indagini preliminari. L'amaro è un calice difficile da mandare giù con un sorriso.
Ci sono le accuse di molti politici, ultime quelle di Piero Fassino che ha visto nella sua ordinanza espressioni da querela, attacco che lei liquida con un no comment. Poi c'è la quasi totale indifferenza dimostrata nei suoi confronti in questi giorni di bufera dall'associazione magistrati, ma la Forleo non aderisce ad alcuna corrente e quella stessa tessera di categoria a volte scotta nella sua borsa, tanto che qualche suo amico spesso la prega scherzando: "Non strapparla Clementina, non ancora...".
Infine ci sono le amnesie di professionisti che non dovrebbero permettersi mai l'alibi dell'oblio: "Mi spaventano quegli ex colleghi diventati parlamentari che fingono di non conoscere le leggi, oppure di averle dimenticate all'improvviso". Il dolce sono le molte telefonate di solidarietà ricevute, qualche fiore. "Eppoi ho apprezzato l'articolo di Franco Cordero su "Repubblica". Finalmente un insigne giurista, evidentemente disinteressato e imparziale, ha voluto sottolineare come la legge Boato consenta al giudice di intervenire anche d'ufficio e come il gip abbia comunque l'obbligo, in quanto pubblico ufficiale, di segnalare possibili indagati non ancora iscritti come tali. E possibili reati". Si sofferma in particolare su due parole: disinteressato, imparziale. E su una formula: anche d'ufficio. La legge, solo la legge.
Sono tempi difficili, una lunga estate calda come l'agosto di due anni fa quando, sempre lei, occupandosi di Fiorani, Fazio e degli altri compagni di merende, scrisse di "sistema istituzionale gravemente malato". Qui nel palazzone della giustizia milanese raccontano che la Forleo ha dovuto prendersi dieci giorni di ferie per concludere a casa l'ordinanza sulle intercettazioni dei politici di entrambi gli schieramenti con i protagonisti delle scalate Antonveneta e Bnl, ma giurano anche che questa ragazza più sopportata che amata su al settimo piano, gode invece del sostegno e della stima dell'intera procura, perché lei, come ha voluto precisare dopo l'intervento del presidente Napolitano al Csm, è una che "rimane soggetta, come sempre, solo alla legge".
Adesso Clementina è stanca, il due agosto andrà in ferie per un mese in Puglia dopo aver festeggiato, il trenta luglio, il primo anniversario di matrimonio. Un passo che è contenta di avere fatto, perché l'amore di Giuseppe le dà energia, le toglie l'ansia, lenisce ferite dolorose. Qualcuno le ha domandato di contare quelli che stanno dalla sua parte, di dire chi la sta difendendo. Ha risposto di non aver bisogno di essere protetta e che in questo momento delicato meglio di ogni cosa è il silenzio. Ma non si può sempre tacere. Prendiamo la questione dell'amica Giulia Bongiorno, per esempio, accreditata con ironia come sua portavoce. "Ma quale portavoce, è solo il mio avvocato. Purtroppo ormai succede che anche un giudice abbia bisogno di trovarsi un avvocato. Ho scelto Giulia non perché è una donna o perché è mia amica, ma semplicemente perché la ritengo in questo momento uno dei migliori penalisti italiani e le invidio la sua energia".
Clementina Forleo è stata educata con rigore e con rigore lavora. Un anno fa in un'intervista a Claudio Sabelli Fioretti per il Magazine del Corriere della Sera spiegò una sua regola fondamentale: "Ogni magistrato dovrebbe fare prima il poliziotto. Come ogni poliziotto dovrebbe fare prima l'immigrato. Come tutti i politici dovrebbero ricordarsi che i loro nonni sono stati a loro volta immigrati. Immigrati non si nasce. Lo si diventa per fame". Lei non lo dice, ma a palazzo la storia si conosce. Alcuni giorni or sono le hanno portato due borseggiatori rumeni per la convalida dell'arresto. I due uomini hanno sollevato la maglia e le hanno mostrato la schiena. Avevano profonde ferite verticali ancora rosse di sangue. Lei ha sì confermato l'arresto, ma li ha fatti fotografare e ha passato gli atti al pm perché indaghi su chi e come ha provocato quello scempio. La legge sopra tutto.
A chi la conosce bene, alle persone di cui si fida, Clementina Forleo spiega spesso che troppe volte, invece, la legge non è uguale per tutti. C'è un rapporto malato tra la giustizia e la politica, sia che si tratti del centrodestra sia che tocchi al centrosinistra. "Un magistrato - ripete sovente - , a differenza di un politico, non deve conoscere la mediazione e il compromesso. A meno che non voglia fare altro, a meno che non voglia venire meno ai suoi doveri costituzionali". Qui, al numero uno di via Freguglia, pm, giudici, avvocati e giornalisti si dividono tra l'amore e l'odio. La Clementina o è una rompicoglioni oppure un giudice coraggioso. Potesse, lei farebbe sue entrambe le definizioni. Nutre infatti un affetto e una straordinaria considerazione per Ilda Boccassini e ha apprezzato il coraggio dei colleghi Woodcock e De Magistris, anche se è purtroppo convinta che i coraggiosi (e a volte i rompicoglioni) vengono abbattuti inesorabilmente: "Chi ha coraggio non fa carriera".
Senza fare di tutte le erbe un fascio le piace spiegare che in questo paese, in quasi tutti i mestieri, va sempre più di moda un vecchio proverbio pugliese: Bada dò mmitti li pieti, tisse alli putaturi l'antieri. Guarda dove metti i piedi, raccomandò il capo dei contadini ai potatori. In Italia nessuno vuole rischiare di cadere dall'albero. E a chi le chiede: ma tu, Clementina, non ci tieni alla carriera? risponde: "Mai sognato di fare la soubrette o di darmi alla politica".
(26 luglio 2007)
da repubblica.it
|