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Autore Discussione: WANDA VALLI. Il comitato "Verità e giustizia": ricorso a Corte Ue  (Letto 3030 volte)
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« inserito:: Novembre 16, 2008, 10:59:29 pm »

Il comitato "Verità e giustizia": ricorso a Corte Ue

Manganelli: spiegherò cosa avvenne al G8

"Pronto a farlo nelle sedi istituzionali"


di WANDA VALLI


ROMA - Promette chiarezza su quanto è successo a Genova, durante il G8 del 2001, il capo della Polizia Antonio Manganelli, in una lettera a Repubblica. E' convinto "che il Paese abbia bisogno di spiegazioni su quello che realmente accadde a Genova", garantisce che si muoverà, "senza alcuna riserva", pur di arrivare a questa verità. Promette di muoversi in prima persona e "per conto dell'Istituzione che rappresento nelle sedi istituzionali e costituzionali". La polizia italiana, aggiunge Manganelli, non ha bisogno di alcun richiamo alla Costituzione, perché ha dalla sua una storia di 150 anni segnata "dai nostri morti", una storia in cui la polizia ha sempre servito la Carta Costituzionale, schierandosi a difesa dei cittadini con un lavoro quotidiano che unisce "migliaia di uomini sotto pagati".

Poi annuncia l'inaugurazione della prima scuola di formazione per gli agenti incaricati di tutelare l'ordine pubblico, e sottolinea come da subito, dall'inizio del suo mandato, si sta adoperando "per migliorare e anche correggere le modalità di intervento "in piazza"". Dunque, il silenzio dopo la sentenza per i pestaggi alla scuola Diaz di Genova, non va collegato a nessuna voglia di tirarsi indietro, di non mandare messaggi chiari. Il capo della Polizia ricorda che ai vertici dei reparti operativi e investigativi stanno "persone pulite". Dal luglio scorso, conclude Antonio Manganelli, "sono io il loro garante", pronto a assumermi la responsabilità "per errori che possono commettere".

Il suo intervento è la conferma che la ferita di Genova non è stata chiusa da processi e sentenze, mentre il richiamo alle sedi "istituzionali e costituzionali" potrebbe far pensare anche all'ipotesi della commissione d'inchiesta che continua a tenere banco nel mondo politico.
L'ha richiesta il sindaco di Genova Marta Vincenzi, è favorevole il centrosinistra, Italia dei Valori compresa. Ma c'è chi, Piero Sansonetti sul "Liberazione" e l'euro parlamentare di Prc, Vittorio Agnoletto, si stupisce. Vittorio Agnoletto, ieri a Genova, nota: "Italia dei Valori vuole la commissione di inchiesta, peccato che quando era nel programma del governo Prodi, Di Pietro fosse contrario. Come mai ha cambiato idea? E' pura ipocrisia, perché si sa bene come la pensa il governo". E' Maurizio Gasparri, presidente del Pdl al Senato, a riassumere il pensiero del centro destra: "Non esiste nessuna polemica sulla commissione d'inchiesta, perché la maggioranza non ha alcuna intenzione di permettere una speculazione in Parlamento ai danni delle forze dell'ordine". Quei fatti, prosegue Gasparri, sono stati chiariti da un processo, ora confida che anche chi è stato condannato "potrà dimostrare la propria innocenza". Pensa a Vincenzo Canterini, ex capo del Reparto Mobile di Roma, gli esprime solidarietà, e anche Canterini si rivolge a Repubblica per chiarire che non ha mandato nessun messaggio in codice agli uomini che un tempo guidava, che non è alla ricerca di "improbabili rivincite", ma aspetta solo il processo di appello.

Perché lui, come Michelangelo Fournier, i quattro capi squadra e l'ispettore condannati per i fatti della Diaz, hanno scelto di rinunciare alla prescrizione. E se Umberto Bossi non entra nel merito della sentenza, ha però una sua idea: "È una decisione della magistratura, quindi, visto che la magistratura è in larga parte di sinistra, significa che ha scelto come vuole la sinistra".

Intanto a Genova, in un dibattito pubblico, le vittime del "Comitato Verità e Giustizia" annunciano che ricorreranno in appello e si rivolgeranno alla Corte Europea di giustizia. Loro chiedono di riavere a disposizione la scuola Diaz il 13 dicembre per far tornare "gli intellettuali, i registi che filmarono la storia di quei giorni". Giuliano Pisapia, presidente degli avvocati democratici chiarisce: "Non cerchiamo vendette, vigiliamo per non ritrovarci alla fine noi come soli colpevoli". Si schiera con le forze dell'ordine che "difendono la legalità" il senatore Carlo Giovanardi, dei Popolari Liberali nel Pdl, i Giuristi democratici, invece, sono convinti che sia mancato "il coraggio di arrivare fino in fondo".

(16 novembre 2008)
da repubblica.it
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« Risposta #1 inserito:: Novembre 19, 2008, 12:40:54 am »

Il dibattito dopo la lettera a Repubblica del capo della polizia Manganelli

Cossiga propone l'organismo di inchiesta. La sinistra: è troppo tardi

"No alla commissione sul G8" alt del centrodestra al Pd, è scontro

di ALBERTO CUSTODERO

 
ROMA - "Manteniamo fermo il nostro "no" all'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sui fatti del G8 di Genova".
Il presidente dei deputati Pdl Fabrizio Cicchitto chiude la porta al dialogo con il leader del Pd Walter Veltroni, che ieri su Repubblica ha proposto di "accertare la verità in Parlamento" dopo la sentenza di primo grado di Genova sui pestaggi alla Diaz. E, soprattutto, dopo l'annuncio che il capo della Polizia Antonio Manganelli "è pronto a muoversi nelle sedi istituzionali" per raccontare come si sono svolti quei drammatici fatti. La maggioranza respinge la proposta di Veltroni anche per voce del vicepresidente dei senatori Gaetano Quagliariello, secondo il quale "bisogna evitare di attivare la sede parlamentare come una sorta di contropotere all'indomani di sentenze non gradite e non passate in giudicato".

Non prende posizione, al momento, il ministro dell'Interno, Roberto Maroni: "Ho scelto di non parlare e continuo a non farlo", afferma il responsabile del Viminale, che si limita a dire che aspetta di leggere le motivazioni della recente sentenza che ha mandato assolti i dirigenti della polizia che comandarono e diressero l'irruzione nella scuola Diaz. Il Pd, però, non ci sta, fa quadrato con Veltroni. Ed è scontro. Ad attaccare è il vicepresidente dei deputati del Pd, Gianclaudio Bressa, che, pur senza citarlo, chiama in causa l'ex ministro dell'Interno ai tempi del G8, Claudio Scajola, ora ministro dello Sviluppo Economico.

"Questa preclusione pregiudiziale del Pdl - tuona Bressa - sembra un mettere le mani avanti per il timore che vengano fuori cose compromettenti su esponenti dell'attuale maggioranza di Governo".

Sulla proposta di Veltroni si registra la presa di posizione del senatore a vita Francesco Cossiga secondo cui, "dopo le parole del dottor Manganelli, che ha ammesso l'esistenza di fatti ancora ignoti, o peggio tenuti nascosti, l'istituzione di questa Commissione non solo è opportuna, ma è anche assolutamente necessaria". Cossiga va oltre e, dopo aver sottolineato l'urgenza di "fare chiarezza sull'ex capo della Polizia Gianni De Gennaro, che fu responsabile della gestione operativa di quelle giornate", propone addirittura una rosa di nomi di possibili candidati alla presidenza, fra i quali i senatori a vita Carlo Azeglio Ciampi e Oscar Luigi Scalfaro. Cossiga ha escluso la propria candidatura (e anche quella di Giulio Andreotti), "avendo fatto parte di governi che una parte dell'opinione pubblica ritiene responsabili di attività oscure o antidemocratiche nella gestione della sicurezza negli anni '60, '70 e '80". Quest'ultima dichiarazione è stata lo spunto per Vittorio Agnoletto, portavoce del Genoa Social Forum ai tempi del G8, per passare al contrattacco.

"La Commissione d'inchiesta va fatta - dice Agnoletto - ma sulla morte di Giorgiana Masi (la diciannovenne uccisa in una manifestazione di piazza nel '77 da killer rimasti sconosciuti, ndr), e sulla gestione dell'ordine pubblico nel periodo nel quale Cossiga era ministro dell'Interno". "Proporre ora una Commissione d'inchiesta sui fatti di Genova - ha aggiunto Agnoletto - è semplicemente un atto provocatorio con la consapevolezza della cattiva fede". Attualmente sono due le proposte di legge per l'istituzione di una Commissione sul G8: una, a Palazzo Madama, porta la firma del senatore del Pd Roberto Della Seta, l'altra, alla Camera, è dei radicali eletti nel Pd, primo firmatario Maurizio Turco.

(18 novembre 2008)
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