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Crisi, Fmi e Draghi: vigilanza comune
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Discussione: Crisi, Fmi e Draghi: vigilanza comune (Letto 3492 volte)
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Crisi, Fmi e Draghi: vigilanza comune
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inserito::
Novembre 15, 2008, 12:21:04 pm »
Lettera di Strauss-Kahn e del presidente Fsf: insieme per la supervisione mondiale
Crisi, Fmi e Draghi: vigilanza comune
L'idea di Gordon Brown di un collegio di supervisione sulle trenta istituzioni finanziarie
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
WASHINGTON — In una città piovosa e blindata, ha preso il via ieri con una cena alla Casa Bianca il vertice dei capi di Stato e di governo del G20. Cioè dei Paesi più ricchi del mondo che assieme rappresentano il 90% del Prodotto mondiale. E' la prima volta che succede. Prima di ora il G20 è stata una formula per i supertecnici o per i rappresentanti politici di livello intermedio. Qualche giornale qui negli Usa ha osservato che forse quello di Washington è il vertice più importante dalla fine della seconda guerra mondiale. Ad avere richiamato tanti leader, è la gravità della crisi finanziaria ed economica dei Paesi occidentali schiacciati dalla recessione. Ed anche l'assoluta esigenza di trovare la via d'uscita in modo coordinato e di definire nuove regole ed un'architettura finanziaria diversa.
Se però sono chiari gli obiettivi non altrettanto appaiono tali i punti di caduta della riunione che proseguirà oggi per tutta la giornata. La convinzione generale è che per costruire un nuovo sistema, per rifondare Bretton Woods siano necessari tempi lunghi e difficili mediazioni. Senza contare la freddezza degli Usa, che dovrebbero rinunciare al loro vecchio predominio a favore dell'Europa e della Cina. Non per nulla ieri Bush ha sostenuto che «è assurdo puntare l'indice contro il sistema del libero mercato e chiedere una profonda revisione delle regole».
E nella discussione di Washington manca un protagonista, Barak Obama, nuovo presidente Usa. Così al vertice (con l'Europa che cercherà comunque di ottenere qualche nuova spinta agli interventi anticrisi), prendono spazio temi più tecnici, come un possibile collegio di supervisori per le trenta maggiori realtà finanziarie del mondo. Idea cara al premier britannico Gordon Brown. Oppure l'allargamento ai Paesi emergenti, come Cina, India, Brasile e Russia, del Financial Stability Forum (Fsf), presieduto da Mario Draghi. Il quale, seduto al tavolo tra i direttori del Fmi e della Banca mondiale, ha ribadito ieri nel corso della cena alla Casa Bianca come «la sfida» presentata dalla situazione finanziaria globale renda opportuno «un ampliamento del Fsf» e ha anche illustrato la lettera inviata al G20 assieme al direttore del Fondo Dominique Strauss-Kahn sulla suddivisione dei ruoli. «La sorveglianza del sistema finanziario globale è responsabilità del Fmi.
Il compito principale del Fsf è quello di elaborare gli standard e le politiche regolatorie e di supervisione del sistema finanziario internazionale: il Fmi partecipa a questo lavoro, fornendo input rilevanti in qualità di membro del Fsf». E poi «Il Fmi e il Fsf coopereranno nel dare early warning: il primo valuta i rischi macro- finanziari e le vulnerabilità sistemiche ». Il secondo «valuta invece le vulnerabilità del sistema finanziario: nel caso fosse necessario Fmi e Fsf potrebbero pubblicare rapporti comuni sulla valutazione e l'attenuazione dei rischi» esistenti. Intanto i sindacati hanno consegnato un documento sulla crisi ai leader del G20. Il ministro Giulio Tremonti ricevendolo all'uscita del G20 da Raffaele Bonanni (Cisl), Nicoletta Rocchi (Cgil) e Domenico Proietti (Uil), ha detto: «In questi Palazzi si è sentita troppo la voce della finanza, ora è benvenuta la voce del sindacato».
Stefania Tamburello
15 novembre 2008
da corriere.it
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Summit sulla crisi economica a Washington
«
Risposta #1 inserito::
Novembre 15, 2008, 12:21:52 pm »
Summit sulla crisi economica a Washington
Via al G20, Berlusconi con Bush: «Fondamentale intervento su banche»
Il premier: «Tra cento giorni un altro vertice per una nuova Bretton Woods». Cinque obiettivi da raggiungere
WASHINGTON - «Non ci sono ricette miracolistiche», ma «un intervento sulle banche è fondamentale». Silvio Berlusconi, al termine della cena offerta alla Casa Bianca da George Bush a tutti i leader mondiali, ha tracciato così un primo bilancio del summit sulla crisi economica in corso a Washington con rappresentanti dei Paesi del G20. La cena offerta da Bush («c'era un buon clima», ha osservato il premier) è stata l'occasione per un confronto sul modo di fronteggiare la crisi finanziaria. «Non si è parlato di un rafforzamento» del Fondo monetario internazionale o della costituzione di autorità ad hoc che vigilino sui mercati, ha spiegato il presidente del Consiglio, «piuttosto» ha aggiunto «di azioni concordate e di un maggior raccordo» tra i vari organismi internazionali. Berlusconi si è soffermato soprattutto sulla necessità di tranquillizzare le famiglie e le imprese, ribadendo che un provvedimento sarà pronto entro la fine del mese al massimo affinché «non si frenino i consumi» e le «banche continuino a fare le banche».
NUOVO VERTICE TRA 100 GIORNI - Il premier ha confermato che tra cento giorni si svolgerà un nuovo vertice, a metà febbraio, incaricato di iniziare a studiare una nuova architettura finanziaria internazionale, «una nuova Bretton Woods». «Il sostegno alle banche è necessario», ha ripetuto il premier. Il Cavaliere è sembrato meno pessimista («risultati concreti sono possibili») riguardo all'esito del vertice, pur avvertendo che le misure che saranno adottate non potranno essere «miracolistiche». Il presidente del Consiglio, in realtà, ha fatto più di un osservazione sul documento finale che sarà approvato dal G20: «Sono 25 pagine in piccolo» ha fatto notare «otto in grande: troppe, stiamo facendo pressioni affinchè si arrivi a due paginette, per dare un chiaro messaggio all'opinione pubblica». Il premier in precedenza aveva sottolineato la necessità di riscrivere le regole finanziarie «senza però eccedere in un'azione incisiva da parte dello Stato. Non bisogna cadere nel protezionismo», ha avvertito il presidente del Consiglio sposando così la linea di George W. Bush.
CINQUE OBIETTIVI - Nel corso della cena di lavoro ufficiale alla Casa Bianca di venerdì sera, la notte in Italia, il presidente uscente George W. Bush ha sottolineato che, se si è deciso di tenere questo vertice, è perché «c’è una preoccupazione condivisa sull’impatto che la crisi può avere sulle famiglie di ogni Nazione, ma anche una comune determinazione a risolvere i problemi in corso attraverso una collaborazione che assicurerà prosperità nel lungo periodo». Il vertice «è solo il primo di una serie e si prefigge cinque obiettivi: individuare le cause della crisi, determinare l’effettiva efficacia delle decisioni prese fino ad ora, identificare i principi per riformare il sistema di finanziario e di regolamentazione, lanciare un piano di azione per migliorare questi principi e riaffermare la convinzione che i principi del libero mercato rappresentano la via più sicura per una prosperità di lungo periodo», ha detto il presidente americano uscente brindando «ai principi che condividiamo, all’impegno che è stato preso e alle persone che rappresentiamo». «C’è molto da fare al di là della crisi attuale e la posta in gioco è molto alta, miliardi di persone che lavorano sodo contano su di noi, le famiglie hanno bisogno di credito per comprare case e mandare i figli a scuola, alle imprese servono fondi per ampliare le proprie attività, le nazioni emergenti hanno bisogno dell’assistenza che è stata loro promessa», ha sottolineato Bush, aggiungendo che «tutte le Nazioni devono evitare di cedere al protezionismo e al collettivismo a causa dei problemi che si stanno affrontando».
15 novembre 2008
da corriere.it
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G20, Draghi: "La grande frenata economica deve ancora arrivare"
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Risposta #2 inserito::
Novembre 15, 2008, 11:15:55 pm »
15/11/2008 (18:28)
G20, Draghi: "La grande frenata economica deve ancora arrivare"
Il governatore della Banca d'Italia segnala la necessità di agire con forza e coordinamento
WASHINGTON
Le recenti misure varate a livello internazionale hanno raggiunto una stabilizzazione fragile del sistema finanziario. E l’economia reale sta decelerando rapidamente senza che ci siano segni che tale rallentamento stia diminuendo. È dunque probabile che la maggior parte del vero rallentamento dell’economia sia ancora davanti a noi. È il segnale, improntato ancora alla massima cautela, lanciato dal presidente del Financial Stability Forum e governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, alla cena che ieri sera ha dato il via al vertice dei capi di Stato e di Governo, secondo quanto riferito da fonti che hanno partecipato all’incontro.
Draghi, alla luce di questa situazione, ha sottolineato la necessità di agire con forza e in modo coordinato per sostenere la domanda, fornire liquidità, rifinanziare e sostenere la solvibilità del sistema finanziario e continuare negli sforzi di costruzione di un sistema finanziario più forte per il futuro.
Ma Draghi, secondo quanto riferito dalle stesse fonti, ha anche voluto rimarcare la delicata situazione sul mercato interbancario. Se l’attuale livello degli spread dovesse continuare a essere ampio come quello attuale, ha detto ai partecipanti al vertice, dovremmo prendere in considerazione l’utilizzo delle Banche centrali come diretta controparte centrale nei finanziamenti interbancari.
Infine, il presidente del Financial Stability Forum ha confermato la sua apertura a un allargamento della compagine dei membri di questo organismo. Il Financial Stability Forum - ha detto Draghi - è stato creato successivamente alla crisi finanziaria asiatica. A quell’epoca la globalizzazione era meno sviluppata e questo ha avuto un impatto sulla sua composizione. Ma da allora il mondo è cambiato e oggi - ha concluso Draghi - ci sono forti argomenti per allargare il numero di membri dell’Fsf e io sono molto aperto a che questo argomento venga affrontato.
da lastampa.it
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Draghi: nel futuro dei mercati più capitali e regole, ma meno debiti
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Risposta #3 inserito::
Novembre 16, 2008, 05:42:27 pm »
Il G20 La crisi e il summit
I Grandi: no al protezionismo
Spesa pubblica anti-recessione
Bush: l'Fmi cambierà.
Sarkozy: nuovo vertice a Londra, poi in Italia.
Draghi: nel futuro dei mercati più capitali e regole, ma meno debiti
WASHINGTON — «Continueremo a lavorare assieme per risolvere la crisi e per riformare il sistema finanziario»: i capi di Stato e di governo dei venti Paesi più importanti del mondo hanno preso ieri l'impegno fissando, per ora, le linee guida del cammino. «Non si può pensare di trovare la soluzione in un solo incontro», ha affermato nella conferenza di chiusura il presidente uscente Usa George W. Bush, il quale ha definito il vertice del G20 «un successo» da replicare e ha salutato i giornalisti presenti con un significativo «goodbye» finale.
Nel lungo comunicato, frutto di una complicatissima limatura, emergono fra le cose riaffermate e quelle tralasciate (come la proposta del collegio di supervisori bancari avanzata dal premier inglese Gordon Brown), due punti fermi che sono in grande sostanza le novità del vertice: la volontà di mantenere e rafforzare il format degli incontri a venti e l'intenzione di conservare la fiducia nel libero mercato respingendo le tentazioni protezionistiche. «Puntiamo ad un accordo quest'anno sul Doha Round», si legge nel comunicato in cui si prende l'impegno di non creare barriere nel commercio e negli investimenti nei prossimi 12 mesi. E se una tensione è emersa con forza durante il summit di Washington è proprio quella sul protezionismo con le accuse di Gordon Brown all'ipotizzato piano Usa di sostegno dell'auto rilanciato dal nuovo presidente Barack Obama.
Sulla riforma finanziaria i Venti si sono detti d'accordo nell'andare avanti senza peraltro entrare nei particolari. Occorre «un piano d'azione concreto e preciso per ristabilire la fiducia» hanno convenuto i leader mondiali dandosi tempo fino al 31 marzo per elaborare «una lista iniziale delle specifiche misure da prendere, incluse le azioni prioritarie» per stabilizzare i mercati e rilanciare la crescita. Fra queste sicuramente vanno considerate «le misure di politica economica e di bilancio» tese «a stimolare la domanda nazionale e stabilizzare i mercati». C'è già dunque un appuntamento per un prossimo vertice che dovrebbe svolgersi appunto tra marzo ed aprile quando il successore di Bush, Barack Obama sarà insediato alla Casa Bianca. «Si svolgerà a Londra» che avrà il timone del G20 dopo la presidenza brasiliana, ha annunciato il presidente francese Nicolas Sarkozy per il quale c'è anche l'accordo per un «terzo summit» sulla crisi finanziaria dopo quello di Washington e Londra che dovrebbe svolgersi in Italia, in luglio.
Il G20 ha anche accolto la proposta del Financial Stability Forum presieduto dal governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, di allargamento ai maggiori Paesi emergenti, come i Bric (Brasile, Russia, India e Cina) che anche a Washington hanno chiesto un ruolo più significativo negli organismi internazionali. Draghi, nella sua qualità di presidente del Fsf, ha partecipato a tutti i lavori del summit, compresa la cena alla Casa Bianca, nel corso della quale si è anche soffermato sulla gravità della crisi dell'economica mondiale, destinata «ad un ulteriore rallentamento», forse anche più accentuato di quello realizzato finora. A margine degli incontri Draghi ha confermato che il G20 si aspetta «un grande lavoro sulla sorveglianza da parte del Fmi e sulla regolamentazione da parte del Fsf» che ci sta già lavorando. «Il sistema finanziario del futuro — ha affermato Draghi — dovrà avere più capitale, meno debito, più trasparenza e più regole».
Stefania Tamburello
16 novembre 2008
da corriere.it
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