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Autore Discussione: In piazza anche Cgil e Uil. Epifani: «Chi non c'è sbaglia»  (Letto 2238 volte)
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« inserito:: Novembre 15, 2008, 12:19:52 pm »

Università, gli studenti invadono Roma

Sit-in e spogliarello a Montecitorio

In piazza anche Cgil e Uil. Epifani: «Chi non c'è sbaglia»

Manifestanti di destra al ministero: «Avanti Gelmini»


       
ROMA (14 novembre) - Sono arrivati alla stazione Termini da tutta Italia, con autobus e treni partiti all'alba o a notte fonda. Gli studenti sono tornati in piazza oggi a Roma per lo sciopero dell'Università contro la riforma Gelmini. Quattro i cortei: quelli degli studenti universitari dalla Sapienza e da Roma Tre. Da piazza della Repubblica quello degli studenti medi. Ma oggi è stato anche il giorno dello sciopero di Cgil e Uil, con il corteo partito da Bocca della Verità.

«L'Onda sale, Roma trema», hanno urlato da piazzale Ostiense gli universitari di Roma Tre. Uno striscione esposto sul furgone in apertura del corteo: «Se l'Università è a terra noi assaltiamo il cielo». E cori: «Siamo tutti antifascisti». Un altro corteo è partito da piazza dei Cinquecento: ha attraversato via Cavour, via dei Fori Imperiali, piazza Venezia per poi confluire a piazza Navona. Gli studenti medi sono partiti invece da piazza della Repubblica.

«Siamo 200 mila», hanno riferito gli organizzatori, che hanno sottolineato il grande successo della manifestazione. Secondo l'Unione degli studenti hanno partecipato al corteo in 500mila.

La Questura: 30mila in piazza. Secondo le forze dell'ordine sono invece 30mila i manifestanti che oggi hanno sfilato per le strade romane in occasione dei cortei della Cgil e Uil e degli studenti medi e universitari.

Presidio-spogliarello a Montecitorio. Migliaia di manifestanti hanno raggiunto nel pomeriggio piazza di Montecitorio deviando dal percorso originario del corteo diretto a Piazza Navona. Un gruppo di studenti della facoltà Agraria di Firenze ha improvvisato uno spogliarello, restando in slip, e intonando al suono di una tromba: «Ci avete messo tutti in mutande». Dopo alcune ore di presidio i manifestanti si sono allontanati dalla piazza.

Bara davanti al Senato. A pomeriggio un centinaio di studenti, quasi tutti provenienti da diverse Accademie di Belle Arti d'Italia, ha improvvisato un sit-in davanti al Senato nella corsia Agonale che lo collega a piazza Navona. Il presidio è stato sciolto dopo mezz'ora. Come simbolo della protesta gli studenti hanno lasciato nei pressi dell'entrata del Senato una bara.

Pranzo al sacco a piazza Navona. Dopo aver sfilato per ore in corteo per le strade del centro di Roma alcune centinaia di studenti arrivati a piazza Navona si sono seduti per terra per fare un pranzo al sacco. Gli studenti hanno sventolato bandiere, mangiato panini e incollato striscioni sulla recinzione che circonda la fontana dei Quattro fiumi. E poi hanno continuato a scandire gli slogan intonati durante il corteo: «L'onda non si arresta, il sapere non si acquista», «Se non cambierà lotta dura sarà», «Noi la crisi non la paghiamo».

Manifestanti di destra davanti al ministero: «Avanti Gelmini». Ma c'è anche chi si è voluto distaccare dalle proteste, schierandosi a favore della riforma. Circa 300 militanti di Area identitaria romana sono arrivati a bordo di un camion con musica ad alto volume, bandiere e fumogeni tricolore e si sono fermati davanti al ministero dell'Istruzione per sistemare gli striscioni "Daje Gelmini", "Rovesciamo il '68" e "Contro i nuovo sessantottini, avanti Gelmini" gli slogan urlati dagli studenti.

I sindacati. In piazza oggi anche i sindacati: «Insieme per il futuro del Paese»: con questo striscione è partito da Piazza Bocca della Verità il corteo di Cgil e Uil per contestare le politiche del governo in materia di università, ricerca e alta formazione artistica e musicale (conservatori e accademie).

Epifani: chi non c'è sbaglia. «Chi non c'è sbaglia», ha detto il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani riferendosi all'assenza della Cisl nella manifestazione. «Ogni volta che provano a isolarci gli va male però persistono. E perseverare è diabolico». Commentando il corteo dei sindacati (al quale secondo gli organizzatori partecipano in 100mila) Epifani ha sottolineato come «ancora una volta si confermi una grande manifestazione di giovani e lavoratori, una manifestazione con tante anime. La Gelmini continua a ripetere che noi non vogliamo le riforme. È lei invece che pensa di contrabbandare per riforma una politica di soli tagli».

Angeletti: non siamo contro Gelmini. L'adesione della Uil allo sciopero della scuola e delle università «non è contro la Gelmini perché ci è antipatica o è un ministro di centrodestra, noi siamo per la riforma dell'università e per una scuola pubblica di qualità». È quanto ha detto il segretario generale delal Uil, Luigi Angeletti.

Gelmini: capisco il disagio, ma vado avanti. Il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini, in un'intervista a Repubblica ha detto di capire «il disagio degli studenti», confermando tuttavia che andrà avanti nel suo programma di riforma.

Berlusconi: italiani vogliono la riforma. In tarda serata il premier Silvio Berlusconi ha commentato la manifestazione che ha visto un numero di partecipanti «certamente molto inferiore» alle aspettative, «il che conferma che la grandissima maggioranza degli italiani vuole una riforma per una scuola efficiente».

In numerose altre città italiane si sono svolte contemporanee manifestazioni di protesta: chi non ha raggiunto Roma si è dato appuntamento a Trento, con il presidio e assemblea al Rettorato, a Bolzano dove in piazza sonos cesi studenti italianie tedeschi, a Genova con la protesta al convegno Confindustria, a Milano con il presidio studenti-sindacati, a Cagliari (oltre 8mila con orecchie d'asino, lapidi e una citazione di Gramsci), a Palermo e a Catania con l'occupazione della sede del Rettorato.
 
Anche a Parigi è arrivata l'Onda anomala: circa trecento studenti e ricercatori hanno manifestato contro i tagli facendo un sit-in a Chaussèe de la Muette, vicino al consolato italiano. Sit-in di protesta anche a Bruxelles: italiani arrivati nella capitale europea con il programma Erasmus, stageur o ricercatori, ma anche figli di immigrati che studiano alla scuola europea o nelle università di Liegi e Anversa.
 
da ilmessaggero.it
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