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Autore Discussione: Libano, aspettando un’altra musica  (Letto 2744 volte)
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« inserito:: Luglio 22, 2007, 10:46:07 pm »

Libano, aspettando un’altra musica
Giuseppe Cassini *


Questa sera la bacchetta di Riccardo Muti avrebbe dovuto alzarsi tra le imponenti colonne dei templi romani di Baalbek, per celebrare assieme a libanesi d’ogni confessione la rinascita del loro Paese martoriato dalla guerra dell’estate scorsa. Nessun altro luogo meglio dei templi di Giove e di Bacco - che giganteggiano fra la montagna del Libano e la catena dell’Antilibano - avrebbe potuto accogliere le note di gioia scaturite dall’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Nulla meglio che il Cantico dei Cantici avrebbe potuto ispirare questa serata di magia musicale dedicata al Paese dei Cedri. Vieni, mia sposa, vieni con me dal Libano... Fontana di giardini, sorgente di acque vive che scendono dal Libano.

Invece è accaduto che l’insicurezza oggi prevalente laggiù abbia costretto gli organizzatori a cancellare il Festival di Baalbek; e solo grazie all’ospitalità del nostro Presidente della Repubblica il concerto si terrà ugualmente, nel cortile d’onore del Quirinale invece che sulla spianata dei templi di Baalbek. Il fato avverso che perseguita il Libano ha indotto il Ravenna Festival, organizzatore dell'evento, ad abbandonare il repertorio brioso in programma ed optare per le note meditative del Requiem di Verdi. Segno di rispetto, ma anche prezioso momento di riflessione sui destini di un Paese così essenziale alla convivenza islamo-cristiana.

Quando Riccardo Muti alzerà la bacchetta sul Dies irae, dies illa, solvet saeculum in favilla, un fremito percorrerà i tanti libanesi e i tanti italiani che hanno visto, un anno fa, ponti e case dissolversi in favilla dal sud al nord del Libano. E qualcuno rifletterà sulle proprie ed altrui responsabilità per la crisi che continua ad attanagliare il Paese: Ingemisco tamquam reus - culpa rubet vultus meus - supplicanti parce, Deus. Ma sarà il coro, finalmente, ad aprire i cuori alla speranza (Libera me, Domine, de morte aeterna) con un’invocazione che si scioglierà, altissima e liberatoria, nel Hosanna in excelsis. Tale dovrebbe essere, a mio avviso, la sigla interpretativa di questo concerto dedicato al Libano, al Lubnàn el-Karim.

* ex-ambasciatore in Libano

Pubblicato il: 22.07.07
Modificato il: 22.07.07 alle ore 17.39   
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