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« inserito:: Ottobre 31, 2008, 11:24:15 pm » |
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SPETTACOLI & CULTURA
PASSAPAROLA / "Due in una carne": un libro da due studiose,
Margherita Pelaja e Lucetta Scaraffia, di collocazione ideologica opposta
Chiesa e sessualità, parla la Storia
"Divisa tra repressione e tolleranza"
di SILVANA MAZZOCCHI
CHIESA e sessualità: chi ha detto che la repressione religiosa sia da sempre una realtà immutata e immutabile? A sfatare il luogo comune che attribuisce alla Chiesa una granitica opposizione al piacere e la generica equazione sesso uguale peccato, si sono messe d'impegno due storiche, Margherita Pelaja e Lucetta Scaraffia, di collocazione ideologica opposta: la prima laica, è editore ed è stata tra le fondatrici della rivista "Memoria" e della Società italiana delle storiche; la seconda, cattolica, insegna storia contemporanea all'Università la Sapienza di Roma, ed è membro del Comitato nazionale di Bioetica. In una comune prospettiva di ricerca, Pelaja e Scaraffia hanno scritto Due in una carne, Chiesa e sessualità nella storia che Laterza ha mandato recentemente in libreria e che dimostra come il tentativo di valorizzare spiritualmente la sessualità operato dal Cristianesimo, abbia costituito un approccio completamente nuovo e quasi "rivoluzionario" rispetto al tempo precedente. Una fase che dette il via a un lungo periodo in cui l'esercizio sessuale venne sì immesso in un complesso sistema di regole, ma alternando repressione e tolleranza. Fino all'éra moderna che ha invece segnato l'ingresso della scienza come mezzo per il primato dell'autonomia e che ha inaugurato l'affrancamento dalla supremazia ecclesiale. Due in una carne è un libro affascinante che, armonizzando magistralmente due diversi punti di vista sul piano del rigore metodologico, aiuta a guardare la sessualità con nuovo e benvenuto disincanto.
Due storiche di diverse convinzioni per un tema scomodo, che tutti discutono ma che pochi conoscono. Margherita Pelaja, come è nata l'idea delle due voci? "Studio da molti anni i comportamenti sessuali: ho cercato nelle carte d'archivio dei secoli passati mentalità e atteggiamenti di donne e uomini verso la sessualità, e ho trovato il protagonismo assoluto della Chiesa cattolica, ma anche cambiamenti di rotta, contraddizioni e alleanze inattese. Quando Lucetta Scaraffia mi ha proposto di scrivere insieme a lei un'opera di sintesi che ripercorresse una storia di lungo periodo dalle origini del cristianesimo fino ai giorni nostri e che si fondasse su un confronto senza reticenze tra le mie interpretazioni di laica convinta e quelle di una cattolica 'militante' come lei, mi è sembrato il momento giusto per accettare. Perché il mio punto di vista di storica - ancorata ai documenti, alle politiche sociali, ai conflitti giuridici, ai mille modi in cui nella storia i fedeli hanno interagito con le gerarchie ecclesiastiche nel governo della sessualità - poteva diventare più nitido proprio attraverso lo stimolo di una visione più sensibile alla dimensione spirituale dei problemi, attenta alle interpretazioni teologiche, vicina al dibattito interno alla Chiesa. E anche perché, più in generale, credo sia importante proprio in questo momento di aspre contrapposizioni ideologiche cercare un dialogo libero, smascherare ambiguità e pregiudizi. Così abbiamo progettato insieme la struttura del libro e abbiamo redatto Introduzione e Conclusioni, mentre ognuna di noi ha scritto per suo conto le parti più vicine ai propri interessi di ricerca".
Di quali luoghi comuni fa giustizia il vostro libro? "Di uno prima di tutto: che il cristianesimo prima e il cattolicesimo poi siano stati marcati da una sessuofobia perenne e univoca, che condannava il piacere come colpa, il sesso, ogni pratica sessuale, come peccato. Che per la Chiesa la carne e i suoi istinti fossero soltanto impuri, capaci di asservire lo spirito e allontanarlo dalla salvezza, e che dunque andassero sempre e coerentemente repressi. Non è così. Sul piano teologico, va richiamato il modo nuovo con cui il cristianesimo concepisce il rapporto sessuale: l'amplesso fra un uomo e una donna è metafora del rapporto fra l'anima e Dio, fra la Chiesa e Cristo, e dunque è carico di un profondo significato spirituale. Certo, non sempre l'unità fra anima e corpo che caratterizza la visione cristiana viene rispettata, e la storia della Chiesa è piena di figure che hanno predicato lo spirito contro la carne; ma almeno fino al sedicesimo secolo il cristianesimo usa con ricchezza e disinvoltura simboli sessuali arditi, metafore inaspettate. E anche nell'età moderna molti teologi e canonisti hanno studiato a fondo la sessualità coniugale, prodigandosi in consigli dettagliati su come tutti, uomini e donne, potessero e dovessero raggiungere il piacere. Un altro luogo comune considera ovvio che all'assoluta condanna cattolica degli atti sessuali 'perversi' - cioè non procreativi: la masturbazione, la sodomia, l'amplesso con prostitute - seguisse coerentemente un'altrettanto implacabile punizione. Di nuovo, non è così. Al rigore degli enunciati si è accompagnata spesso una politica di ampia tolleranza: perché lo scopo della condanna non è tanto quello di estirpare comportamenti e pulsioni che si sanno invincibili, quanto quello di instillare nelle coscienze quel senso del peccato e della colpa che garantisce la perpetua soggezione delle anime".
Lei è una storica e ha ideato una casa editrice, la Biblink, che funziona solo on line. Di che si tratta e perché questa scelta? "È quella che definisco 'l'anomalia originaria' di Biblink: il fatto cioè che io sia prima - un prima puramente cronologico naturalmente - prima autore e poi editore. Mi appassiona la ricerca, quella consumata sul campo di archivi e biblioteche, e mi appassiona trasformare uno scritto - il testo che nasce dalla tastiera del computer - in un libro. Dunque far nascere libri di storia, soprattutto di storia delle donne, di scienze sociali, di storia della letteratura, e portarli sul mercato editoriale. Sappiamo tutti però che un libro ha molti usi diversi: lo studente deve studiarci sopra, e se non è appassionato della materia è pronto a disfarsene dopo l'esame; lo studioso che svolge ricerche su tematiche vicine a quelle trattate vuole averlo a disposizione nella propria biblioteca per riprenderlo ogni volta che gli serve; lo studioso che tocca tangenzialmente quelle tematiche vuole guardarlo, cercarvi un capitolo in particolare, riporlo in attesa di nuove sollecitazioni e così via. Per questo Biblink ha scelto la formula della flessibilità: passati, o accantonati, gli entusiasmi per gli e-book, rimane e si conferma il piacere o semplicemente l'abitudine di sfogliare e leggere le pagine di un libro di carta, curato, con una copertina gradevole e riconoscibile e tutto il resto. Ma anche questa non è una politica scontata. I libri hanno una vita propria: nascono e si affermano subito nella comunità di riferimento, o magari muovono i primi passi più lentamente, per affermarsi poi nel tempo. Biblink lavora con il print on demand, che elimina il problema della tiratura iniziale per stampare di volta in volta le copie richieste di ciascun titolo, e offre la disponibilità del formato elettronico, leggero, maneggevole, indispensabile per trovare rapidamente riferimenti e citazioni".
(31 ottobre 2008)
da repubblica.it
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