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Autore Discussione: Goffredo Bettini: «In piazza per aiutare il Paese»  (Letto 2813 volte)
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« inserito:: Ottobre 17, 2008, 11:07:27 pm »

Goffredo Bettini: «In piazza per aiutare il Paese»

Maria Zegarelli


Il tono è pacato, le pause lunghe. Le parole sono saette. Ne ha per tutti: dal governo al Pd.

Goffredo Bettini, l’avete decisa mesi prima eppure a ridosso dell’appuntamento la manifestazione del 25 ottobre è stata preceduta dalla polemica.
«Certe volte riusciamo a complicare le cose da soli. Una manifestazione è una manifestazione...».

Allora perché il Pd continua a farsi del male anche su questo?
«Perché la tendenza a una discussione troppo interna non è stata superata da tutti. Fin dall’inizio la manifestazione è stata concepita come un grande evento propositivo, pacifico, democratico. Quando una grande forza come il Pd si muove non lo fa per scassare o fare propaganda, ma per indicare una via al Paese. In questo momento questo compito è più che mai necessario».

Da quando è stata fissata ad oggi sono successe diverse cose: una crisi gravissima, una riforma della scuola disastrosa, un aumento del numero degli italiani poveri... Per cosa si scenderà in piazza?
«I messaggi della manifestazione sono tre. Primo: il Pd di fronte all’emergenza e alla crisi spaventosa che ha investito anche l’Italia è pronto a collaborare facendo la sua parte su tutti i provvedimenti che hanno buon senso e che possono aiutare a uscire dal tunnel.
Secondo: non c’è solo l’emergenza, bisogna dare all’Italia una prospettiva nuova. Fino adesso su questo c’è stato il silenzio e l’immobilismo del governo. Ci vuole invece una strategia in grado di proteggere i salari, le pensioni, i redditi fissi, di rimettere in moto il Paese con una ripresa dei consumi che eviti una spaventosa recessione. Terzo: me lo faccia dire con orgoglio. Dopo decenni in cui ci hanno fatto la lezione sul liberismo, sul valore del Dio mercato, si dimostra che su questa strada si va verso la rovina e torna l’esigenza di una buona politica e di una funzione nuova dell’Europa. Quindi le ragioni del riformismo democratico si riconciliano oggi con le esigenze di fondo della storia umana».

Lei parla di disponibilità a collaborare con il governo, ma Berlusconi continua a dare schiaffi...
«Gli risponderemo con una grande manifestazione che farà sentire a Berlusconi con forza il radicamento del Pd nella società italiana e il carattere combattivo e nello stesso tempo rassicurante per i cittadini della nostra presenza».

Quale obiettivo vi ponete, un milione, di più, di meno?
«L’ambizione si misura facilmente con il luogo che abbiamo scelto per concluderla: mai nella storia politica italiana si è fatta una manifestazione al Circo Massimo. Quindi ci aspettiamo un fiume di popolo. Il clima sta crescendo e tanto più Berlusconi insulta Veltroni tanto più crescerà. Mi auguro che l’insieme dei gruppi dirigenti sappia cogliere fino in fondo questa disponibilità».

A proposito di dirigenti. Piero Fassino dice che la leadership di Veltroni non è in discussione. Riccardo Villari avverte: la musica è cambiata, si arriva al piano B, cioè D’Alema...
«Veltroni è stato eletto da 3 milioni e mezzo di persone, la sua leadership può essere messa in discussione solo da quella immensa platea di popolo. Questa è la realtà, il resto mi paiono giochi di società...».

Giochi di società anche il fiorire di fondazioni e correnti?
«Mi faccia dire una cosa... Sta arrivando il momento, mi auguro che arrivi presto, nel quale una nuova generazione di quadri - tanti segretari regionali in gamba e tanti giovani parlamentari da Colaninno, a Madia a Calearo a Bocuzzi- , che vuole costruire un partito pluralista ma unitario, dirà basta con le vecchie cordate e prenderà attorno a Veltroni in mano le redini del partito. Il Pd ha un futuro se prevarrà questo stile».

Stile. Il parlamento è bloccato dalla politica che si scontra su Vigilanza e Corte costituzionale.


«O voti il mio nome o non cedo sul tuo», non è un bello spettacolo.
«Vigilanza e Corte sono due adempimenti importantissimi dal punto di vista istituzionale. Napolitano con la consueta saggezza ha invitato a fare in fretta. Il punto è che anche in questo caso è la destra ad avere posizioni pregiudiziali. Orlando è una persona di valore e competente, non si può accettare un “no” tutto politico, mentre sulla Corte noi siamo per votare qualsiasi personalità che non ponga però imbarazzi di carattere istituzionale».

Don Nozza ha detto che i poveri non interessano alla politica, tanto è vero che alla presentazione del Rapporto della Caritas non c’era nessuno. Come lo spiega?
«Quelle parole devono farci riflettere. Sono molti anni che la sinistra stenta a parlare con il nucleo meno acculturato della società italiana. Ma Veltroni quando ha fatto il sindaco di Roma ha posto al centro di tutta la sua azione la promozione dei poveri e delle parti più dolenti della città, che presto lo rimpiangeranno».


Pubblicato il: 17.10.08
Modificato il: 17.10.08 alle ore 13.06   
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