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Autore Discussione: Comincia l'autunno caldo  (Letto 2923 volte)
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« inserito:: Ottobre 11, 2008, 03:48:19 pm »

Due piazze contro il governo

Comincia l'autunno caldo

E a Comiso si ricorda Pio La Torre


Due piazze contro il governo Berlusconi. Sabato 11 ottobre comincia l’autunno caldo delle proteste contro il centrodestra. Ad inaugurarlo, la Sinistra e l’Italia dei Valori. Roma chiamerà a raccolta i cittadini impegnati in due battaglie importanti. Da un lato la raccolta delle firme per il referendum contro il Lodo Alfano promossa da Di Pietro, dall’altra il ritorno in piazza della sinistra unita, proprio alla vigilia dell’approvazione di una legge elettorale che rischia di farla sparire anche dal Parlamento europeo.

Le due piazze sono distinte e le manifestazioni capitano nella stessa data per pura coincidenza. Entrambe, comunque, sono unite dall’avversione contro l’ultima trovata del governo Berlusconi: il Lodo Alfano che, presentato come uno strumento per garantire la serenità istituzionale alle quattro più alte cariche istituzionali, è soprattutto l’ennesima mossa del premier per salvarsi dai processi in corso.

La protesta contro il Lodo Alfano sarà al centro della manifestazione di piazza Navona dove, oltre a Di Pietro, ci saranno Dario Fo, Franca Rame, Peter Gomez, esponenti del movimento antimafia “Ammazzateci Tutti”, del comitato “Addio Pizzo”, costituzionalisti e rappresentanti dei Giuristi democratici.

Il corteo della sinistra, invece, si snoda per il centro della Capitale fino a piazza della Bocca della Verità: sul palco interverranno testimoni dei diversi fronti di battaglia su cui Rifondazione, Sinistra democratica, Pdci e Verdi vogliono ricostruire l’opposizione: ci sarà una dirigente scolastica, un'ambientalista, un migrante, rappresentanti dei No Tav, No Dal Molin e dei Gruppi di acquisto popolare contro il carovita. Ma anche Ciro Argentino, operaio della Thyssen e Giancarlo Aresta de Il Manifesto che rinnoverà l’attenzione sul rischio che molti giornali di partito e cooperativi vengano spazzati via dai nuovi tagli al finanziamento pubblico all’editoria.

Pubblicato il: 11.10.08
Modificato il: 11.10.08 alle ore 10.21   
© l'Unità.



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11/10/2008 (8:35) - LA MANIFESTAZIONE NELLA CAPITALE

Italia dei Valori e Rifondazione, due piazze contro lo stesso lodo
 
Doppia manifestazione a Roma contro il governo e il testo Alfano: sfida tra Di Pietro e Ferrero-Diliberto


ROMA

Due piazze contro il governo Berlusconi, unite dalla comune avversione al lodo Alfano ma in concorrenza per la conquista dell’opposizione più radicale e degli elettori di sinistra. A Roma, in piazza Navona, Antonio Di Pietro tenta di ripetere il successo dell’8 luglio, con una manifestazione stavolta più chiaramente di Italia dei Valori e meno girotondina, mentre i partiti dell’ex Sinistra arcobaleno sfileranno da piazza della Repubblica fino alla Bocca della verità in un corteo promosso dall’associazionismo di sinistra.

In piazza Navona anche stavolta ci saranno intellettuali, comici e musicisti, ma stavolta senza Sabina Guzzanti e Beppe Grillo. Parleranno dal palco Dario Fo, Franca Rame, Peter Gomez, esponenti del Movimento antimafia "Ammazzateci Tutti", del comitato "Addio Pizzo", costituzionalisti e rappresentanti dei Giuristi democratici. Il corteo della sinistra, al quale aderiscono Rifondazione, Pdci, Verdi e Sinistra democratica, sarà invece l’occasione per ascoltare voci di movimento: una dirigente scolastica, l’ambientalista Gianni Mattioli, un immigrato che parlerà di Castelvolturno, Giancarlo Aresta del manifesto che parlerà del problema dell’editoria, l’operaio Thyssen Ciro Argentino, rappresentanti dei No Tav, No Dal Molin, e dei Gruppi di acquisto popolare contro il carovita.

Ma la partita è prettamente politica, si gioca anche nelle piazze il futuro della sinistra devastata dal risultato elettorale. Di Pietro punta le sue carte come sempre sulla giustizia, sui temi delle regole democratiche. Ma mentre Oliviero Diliberto e Paolo Ferrero fanno sapere che anche alla manifestazione della sinistra ci saranno i tavolini per firmare contro il lodo Alfano, il leader dell’Idv da tempo mostra un presenzialismo spiccato nelle vertenze di lavoro (vedi il caso Alitalia), ha preso a commentare attivamente le problematiche sociali, non manca mai di citare i «lavoratori» nei suoi discorsi parlamentari. Nell’altra piazza, è lotta aperta per la conquista dell’elettorato più radicale. Oliviero Diliberto rilancia «liste comuni con Rifondazione alle europee», Rifondazione replica a due voci: con il segretario del partito Paolo Ferrero che lo invita a pensare a «fare opposizione» perché «la sinistra ha discusso già troppo di come andare alle elezioni» e in questo modo «i voti non vengono». Mentre Gennaro Migliore, a nome dell’area Vendola, gli risponde che è «esclusa ogni ipotesi di unità dei comunisti».

E Sinistra democratica rilancia, proprio in piazza oggi, il partito unico "con chi ci sta". Il movimento guidato da Claudio Fava distribuirà centomila copie di un volantone intitolato "Per la sinistra" e riempito con i messaggi di chi vuole il partito unico: da Franco Giordano e Gennaro Migliore del Prc, a Umberto Guidoni del Pdci, a Paolo Cento dei Verdi. Difficile dare numeri: la kermesse di piazza Navona si snoderà per l’intera giornata odierna, quindi la partecipazione non sarà misurabile. Il "popolo" di sinistra conta su centinaia di pullman, gli organizzatori prevedono almeno 30-40mila persone organizzate. Ma pesa il confronto con l’ottimistico «milione» visto il 20 ottobre di un anno fa dagli organizzatori, in una analoga ed effettivamente affollatissima manifestazione per premere "da sinistra" sul governo Prodi.

da lastampa.it
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« Risposta #1 inserito:: Ottobre 12, 2008, 10:00:55 am »

Cipputi non è contento del lavoro


Bruno Ugolini


Cipputi esiste ancora e sta male, anzi spesso sta peggio ora, in questa epoca moderna del cosiddetto post-fordismo, rispetto ad anni fa.

Lo spiega con dovizia di particolari un’indagine promossa dalla Fiom-Cgil e sottoposta ieri a un pubblico dibattito. La fotografia scattata mette in evidenza i vari aspetti della vita lavorativa dei metalmeccanici in questi anni duemila: dal salario, ai ritmi, agli ambienti, agli orari, alla salute.

Emerge così che l’ottanta per cento porta a casa, a fine mese, un reddito netto medio mensile di 1.246 Euro. Non ci sono, come molti sostengono, forti differenze di reddito tra giovani e anziani. Semmai la forbice e tra uomini e donne, tra detentori del posto fisso e cosiddetti "atipici" o precari.

Una risposta a quei dirigenti confindustriali che sostengono l’assenza di precari nell’industria. Gli elementi più interessanti scaturiscono però nel capitolo dedicato all’organizzazione del lavoro. Qui Francesco Garibaldo, l’autore principale dell’inchiesta, (con Emilio Rebecchi) spiega che il 64,3% compie nel suo lavoro "atti e movimenti ripetitivi". Il 70 per cento sostiene che il ritmo di lavoro dipende da "obiettivi di produzione prefissati o da prestazioni di servizio prefissate", oppure (42%) dal controllo diretto del capo.

Nel settore dedicato ai disagi psicofisici troviamo alla testa di una possibile classifica i disagi derivanti dalle diverse parti del corpo: schiena, spalla e collo, braccia e mani, tensione-stanchezza, udito, ansia, irritabilità. Vien da pensare che in queste descrizioni si possa trovare la causa di una certa fuga dei giovani italiani dal lavoro manuale (occupato come dimostra l’iniziativa della Fiom dalla crescente presenza d’immigrati).

I protagonisti sono ben centomila tra operai e impiegati. Una folla che ha aderito all’impegno di compilare centomila questionari, rispondendo alle tante domande, offrendo oltre 40 minuti della propria giornata. Una presenza massiccia. Essa, come rileva Gianni Rinaldini, testimonia di una richiesta di rappresentanza. L’impressionante numero di dati emersi consegna una serie d’interrogativi, "rivolti anche a noi". Il sindacato insomma è chiamato in causa e quella "narrazione" collettiva può essere una specie di bussola, una guida per chi davvero vuole ridare un ruolo propulsivo al movimento organizzato.

L’indagine però, osserva Umberto Romagnoli (chiamato a discutere l’inchiesta insieme con altri) smentisce chi, come il professor Ichino, sostiene che il diritto del lavoro è tutto da rivedere, essendo basato sullo schema del fordismo-taylorismo. E invece molte condizioni di lavoro registrano la permanenza soprattutto del taylorismo.
Alla Fiat (è un esempio di Rinaldini) stanno introducendo un nuovo sistema di metraggio dei tempi e dei gesti da compiere tra addetti al montaggio e addetti alla "preparazione". Insomma tutto cambia ma molto rimane. E ad esempio gli orari di lavoro si allungano e le famose 40 ore, conquistate nel lontano autunno caldo del 1969, rivela Tonino Lettieri, si sono quasi perse. L’ottanta per cento degli interrogati sostiene di superare quel tetto di 40 ore e allora c’è da chiedersi dove si dovrebbero trovare gli spazi per la produttività reclamata dalla Confindustria.

Certo per il sindacato le difficoltà aumentano anche perché, osserva Romagnoli, un tempo la rappresentanza sindacale era coadiuvata da una rappresentanza politica. Oggi non è più così e "oggi non c’è più un Filippo Turati". Non solo. Pierre Carniti, nel corso di un vivace e applaudito intervento, spiega come il capitale sia "globale" e il lavoro "locale".

Sono aumentate le diseguaglianze e c’è da chiedersi, sottolinea Carniti, che cosa c’entri la trattativa in corso sul modello contrattuale con la lotta alle diseguaglianze. Visto che, aggiunge, siamo di fronte a una discussione che riguarda solo le procedure del conflitto.

E conclude con una battuta che fa pensare: "Il sindacato è nato per impedire la concorrenza tra i lavoratori e quindi l’abbassamento delle condizioni di lavoro. Non vorrei che si sostituisse la concorrenza tra lavoratori con la concorrenza tra sindacati".

Pubblicato il: 11.10.08
Modificato il: 11.10.08 alle ore 8.37   
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