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Autore Discussione: Angeletti (Uil): i tempi cambiano, vanno inseriti pure infermieri e pompieri.  (Letto 2693 volte)
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« inserito:: Luglio 19, 2007, 11:24:10 am »

«I politici? Non timbrano» «Lavorare stanca, milioni di usurati

Nell'elenco anche portieri e baristi»

Angeletti (Uil): i tempi cambiano, vanno inseriti pure infermieri e pompieri.

Magistrati e docenti universitari i meno impegnati 

 
ROMA — Settant'anni dopo Cesare Pavese, tocca a Luigi Angeletti. «Lavorare stanca », proclama infatti. Anche se ora sarebbe forse meglio dire che lavorare «usura». Ma non «usura» soltanto gli operai che fanno turni massacranti o i minatori. Per intenderci, quelle 350 mila persone circa che erano nell'elenco dei cosiddetti lavori usuranti stilato oltre dieci anni fa. Il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero, per esempio, ci metterebbe anche le maestre d'asilo. E il segretario della Uil è d'accordo con lui.

Dove vuole arrivare, Angeletti?
«Dipende dal governo. Se pensano di discutere di lavori usuranti per risparmiare, hanno sbagliato strada».

Perché mai?
«Gli usurati sono milioni».

Per forza, se ci si mettono anche le maestre.
«Vorrei vedere lei tenere a bada 25 ragazzini scatenati. Ma lo sa che razza di stress?».

Pensi allo stress di chi dovrà fare l'elenco dei lavori usuranti.
«Non lo invidio. Non ci saranno soltanto gli insegnanti, stia pur certo. Sarà una cosa molto complicata».

Ho sentito parlare dei vigili del fuoco, possibile?
«Sicuro. I vigili del fuoco fanno i turni».

Come sarebbe a dire fanno i turni? Vuol dire che l'usura dei pompieri non dipende dal rischio che corrono tutti i giorni?
«Sono nella categoria dei turnisti. Usurati doc».

Con questa logica pure il portiere d'albergo è usurato.
«E secondo lei chi fa il portiere d'albergo per 36 o 37 anni, magari di notte, non è usurato? Non ha il diritto di andare in pensione a 57 anni?».

Altri usurati doc?
«Gli infermieri. Un caso tipico di turnisti particolarmente disagiati».

Lo sa che ci sono anche giornalisti che fanno i turni?
«La Uil non rappresenta i giornalisti. Fermo restando che qualunque lavoratore dovrebbe poter restare con gli incentivi, li manderei comunque in pensione a 57 anni».

I giornalisti come i pompieri e gli infermieri.
«Non dimentichiamoci i poliziotti, i carabinieri, i lavoratori delle dogane. Fanno i turni, si alzano presto la mattina, vanno a dormire tardi la sera. Lavorano la notte».

Insomma, il lavoro usura anche nel pubblico impiego.
«Usura eccome. Il caso delle maestre elementari e degli insegnanti è semplicemente esemplificativo: non esiste solo il problema degli operai. E qualche volta anche fra gli operai bisognerebbe distinguere».

In che senso?
«Magari c'è quello che sta nel magazzino che non ha mansioni particolarmente usuranti. Nel settore privato in alcuni casi c'è chi sta peggio dei magazzinieri».

Un esempio.
«I baristi».

Davvero?
«I bar aprono presto la mattina, dopo 35 anni deve avere il diritto di decidere se mollare o meno. Questo diritto bisogna riconoscerglielo».

Alla fine si scoprirà che i lavoratori usurati sono molti di più di quelli non usurati.
«Quando dico milioni... Ma il calcolo preciso è impossibile, anche se una cosa è certa. Ci devono essere almeno dei criteri generali, molto più larghi di quelli che vogliono i nostri amici al governo».

Si sbilanci un po'.
«Il criterio non può essere soltanto quello della fatica fisica».

E che cosa, allora?
«La fatica fisica ormai è limitata, se si esclude l'edilizia. Nell'industria la tecnologia e l'ergonomia hanno fatto passi da gigante. Ci sono altri stress, quelli degli orari e dei turni».

Ma come si misurano? Esiste uno stressometro?
«Purtroppo no. Ma se lo chiediamo ai lavoratori dei call center ce lo spiegheranno molto bene».

Perché proprio loro?
«Perché sono fra quelli che più patiscono il peso degli orari, visto che ci sono call center aperti 24 ore al giorno, il ritmo di lavoro e l'assenza di autonomia decisionale. Peggio di così».

Peggio dei baristi?
«Nemmeno il barista può scegliere. Se ha davanti dieci persone che chiedono il caffé non può andare a fumarsi una sigaretta. Può soltanto accelerare il ritmo di lavoro. La discriminante è il lavoro condizionato e gli orari».

C'è pure chi non è stressato come i baristi ma secondo gli esperti si usura molto più in fretta. Qualcuno aveva proposto di mandare i ballerini degli enti lirici in pensione a 45 anni.
«Sono d'accordo con chi l'ha proposto. Questo è un problema serio, anche se, bisogna riconoscerlo, sono pochissimi ».

Trecento o giù di lì.
«Appunto. Ma bisognerebbe offrire a chi svolge questa attività la possibilità di cambiare mestiere una volta arrivati a una certa età. Diversamente non c'è altra strada se non la pensione».

E pensare che c'è pure chi in pensione non ci vorrebbe andare mai.
«Ecco, i non usurati per definizione ».

La butto lì: i piloti d'aereo?
«Ha fatto centro. La maggioranza dei piloti vuole lasciare il lavoro il più tardi possibile.

Non sono gli unici.
«Ci sono anche i magistrati e i professori universitari. Dire che facciano un lavoro usurante sarebbe un grave azzardo ».

I meno usurati in assoluto?
«I professori universitari. Ci sono magistrati che lavorano molto e altri che lavorano meno. I professori universitari... ».

Che cosa?
«Mi devono ancora convincere che si ammazzano di lavoro ».

Per quelli che si fa?
«Il principio base dovrebbe essere generale: la libertà di scelta se andare in pensione o restare al lavoro. Come vede caldeggio sempre la soluzione più intelligente. Se poi mi costringono...».

Chi la costringe?
«Ma la politica, il governo».

A proposito, anche quello del politico è un lavoro usurante?
«Da quello che vedo non mi sembra davvero. Hanno la piena disponibilità del proprio tempo, fanno una cosa che hanno scelto di fare, si autogestiscono e lo stipendio glielo danno comunque ».

Un po' come i sindacalisti...
«Un po' come i sindacalisti. Fino alla fine degli anni Settanta il mestiere del sindacalista era uno stress psicofisico notevole. Ma pure il sindacalista ha la possibilità di scegliere. Non ci sono cartellini da timbrare».

E lei, Angeletti, è arrivato all'età della pensione?
«Ho appena compiuto 58 anni».

Si deve sbrigare. Se non riescono a togliere di mezzo lo scalone?
«Aspetto di avere 40 anni di contributi. Se poi, come abbiamo chiesto, aumenteranno la pensione anche per chi supera quel tetto, vedrò».
«Faccio un lavoro che mi piace».

Sergio Rizzo
17 luglio 2007
 
da corriere.it
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