LA-U dell'OLIVO
Novembre 25, 2024, 11:38:48 pm *
Benvenuto! Accedi o registrati.

Accesso con nome utente, password e durata della sessione
Notizie:
 
   Home   Guida Ricerca Agenda Accedi Registrati  
Pagine: [1]
  Stampa  
Autore Discussione: Rignano, al Tg5 i video dei bimbi - "Violata la privacy, Mimun lasci"  (Letto 3523 volte)
Admin
Utente non iscritto
« inserito:: Luglio 19, 2007, 11:21:25 am »

CRONACA

I filmati decisivi per la perizia psicologica sui piccoli che hanno denunciato abusi

L'ira dei genitori: così rischia di falsare l'inchiesta in corso

Rignano, al Tg5 i video dei bimbi

"Violata la privacy, Mimun lasci"

di EMILIO RADICE


 ROMA - Tutto doveva restare segreto, a tutela del delicato rapporto fra la "macchina della giustizia" e bambini in età da asilo sentiti come testimoni di un caso di abuso. E invece ieri la vicenda della scuola di Rignano Flaminio, che nei mesi scorsi ha portato alla ribalta tre insegnanti, il marito di una di esse, una bidella e un benzinaio cingalese come presunti pedofili, ha vissuto un nuovo capitolo pubblico: un filmato, andato in onda nell'edizione serale del Tg5, ha mostrato alcuni dei bambini ascoltati in questi giorni dai periti nominati dal Gip del tribunale di Tivoli. Prove delicatissime, a cui possono assistere soltanto i consulenti delle parti (accusa e difesa) attraverso un vetro camuffato da specchio, senza tradire la loro presenza. I bambini, guidati da una psicologa, non erano schermati al punto da risultare irriconoscibili.

Le reazioni al filmato non si sono fatte attendere. Durissimo, fra i primi, l'avvocato Antonio Cardamone, che rappresenta le famiglie di Rignano Flaminio i cui figli sono rimasti vittima dei presunti abusi. Cardamone, insieme all'avvocato Franco Merlino, ha reso noto il contenuto di un fax inviato al direttore del Tg5, Clemente Mimun, in cui gli chiede senza mezzi termini di dimettersi: "Egregio direttore - comincia la lettera - la informiamo di aver già provveduto a dare notizia all'autorità giudiziaria del servizio mandato in onda dal suo telegiornale. I quattro bambini - evidentemente riconoscibili - visti da tutti gli italiani (o meglio da chi guarda il notiziario da lei diretto) - sono tutti difesi da noi. Le responsabilità gravissime che scaturiscono dalla messa in onda del servizio sono assolutamente ed esclusivamente a lei riconducibili.

Non ci soffermiamo sulle molteplici violazioni delle leggi penali e civili, oltre che della Carta di Treviso, che sono state compiute e non ci possiamo esimere dal diffidarla ad una futura ripetizione. Non possiamo nemmeno nasconderle le evidenti ripercussioni che tutto ciò potrà comportare nella ricerca della verità. Per tutto quanto sopra esposto, e per la gravità delle violazioni commesse, la invitiamo a valutare l'opportunità di dimettersi dalla carica che attualmente ricopre". "Per molto meno - ha aggiunto l'avvocato Merlino - un anno fa si dimise dalla carica di direttore del Tg1 Gad Lerner, in relazione alla vicenda della pedofilia a Torre Annunziata". Ma Mimun si difende: "Il Tg5 ha trasmesso un servizio in cui si spiegavano le modalità dell'incidente probatorio; non si faceva riferimento ad alcun dettaglio dei contenuti dei colloqui tra i bambini e gli psicologi; si vedeva l'ambiente dei colloqui, con un tavolo simile ad un banco di scuola, un blocco da disegno e dei giocattoli sul pavimento e non si mostrava alcuna immagine in cui i piccoli potessero essere riconosciuti. Questo è quanto".

Ma anche l'avvocato Franco Coppi, difensore della maestra Patrizia Del Meglio e dell'autore tv Gianfranco Scancarello, è indignato: "È una porcata schifosa - ha detto Coppi - e quello che più mi fa schifo è il fatto che chi ha diffuso i video è protetto dal fatto che sono in molti oggi ad avere accesso a quel materiale, ovvero tutti i consulenti delle parti in causa. E come per altre porcate non si saprà mai chi è stato il responsabile". Il suo collega di difesa, avvocato Borgogno, spiega: "I dischetti dei filmati sono nella disponibilità delle parti, sia di accusa che di difesa, allo scopo di poterli sottoporre ai propri periti. Per questo ne girano molti. L'accaduto mi lascia esterrefatto. Domani chiederò al Gip cosa intende fare. Tra l'altro altri 15 bambini devono ancora essere sentiti e non credo che ora lo faranno con la stessa sicurezza di serenità".

Ed ecco che, proprio qui, già si affaccia il sospetto: potrebbe essere stata una manovra per annullare la consulenza. Lo prospetta di nuovo l'avvocato Franco Marlini: "Troppe strane coincidenze. Oggi (ieri, ndr) alle 17 è finito l'incidente probatorio; venerdì viene depositata la perizia e martedì si discute in udienza per decidere sulla capacità di testimoniare dei bimbi. Guarda caso stasera escono le immagini. I nostri consulenti erano certissimi che i test avrebbero dimostrato la sussistenza degli abusi. Forse qualcuno mira all'annullamento della perizia".

(19 luglio 2007) 

da repubblica.it
Registrato
Admin
Utente non iscritto
« Risposta #1 inserito:: Luglio 20, 2007, 07:51:46 pm »

L'ultimo abuso
Manuela Trinci


L’indignazione sale ed è giusto che salga. Peraltro niente è più facile che indignarsi, esclamare e declamare, sgranare gli occhi o rimanere a bocca aperta, interdetti, laddove si parli di bambini: di abuso sui bambini.

Logico quindi che quei quattro minuscoli volti maldestramente schermati e offerti in pasto ai telespettatori del Tg5 siano destinati a sollevare ulteriori scalpori, amplificando e spettacolarizzando un fatto che avrebbe dovuto rimanere assolutamente riservato fra la “macchina della giustizia” e loro stessi, i bambini della scuola materna di Rignano Flaminio testimoni in quel complesso caso di abuso che da mesi compiace Auditel e Audipress, offre materia per l’intrattenimento sociale, sollecita manifestazioni di voyeurismo collettivo.

Ma quest’ulteriore tassello, costituito dalla messa in onda dell’ “incidente probatorio” (nome tecnico che designa l’interrogatorio dei piccoli testimoni) che riguarda i bambini-testimoni di Rignano è stato davvero un’esagerazione, una prova di forza mediatica che viola in maniera gravissima il diritto a “essere bambino”.

Una stanza, un tavolo, alcuni giocattoli, fogli matite e pennarelli e due sedie, una per il Consulente Tecnico d’Ufficio (C.T.U., psicologo\psicologa) l’altra per il piccolo interrogato. Questo l’arredamento, il tipico assetto, del luogo nel quale accade il fatto. In più uno specchio “unidirezionale” che consente alla nutrita schiera di legali, ai consulenti di parte, giudici, segretari e talora ai genitori, di vedere quanto accade nella stanza senza però essere visti, senza che il piccolo sia consapevole che le sue parole, i suoi gesti e le sue movenze saranno, nella realtà dei fatti, minuziosamente osservati vagliati e interpretati.

È un tentativo che inspira tutti i principi della psichiatria forense quello di rispettare i sentimenti di bambini che soprattutto nella fascia d’età della quale stiamo parlando (scuola materna) si sentono inermi, completamente in balia dell’adulto. Bambini, fra l’altro, che stanno facendo i conti con nuovi affetti e emozioni dentro di loro: il pudore, la ritrosia, la paura di mostrarsi; sentimenti questi che trasformano gradualmente il piccolo allegro e fantasioso esibizionista di una volta in un bambino riservato che si appresta ad entrare nella “età della ragione”.

Ed è di questo mondo interno, di questo mondo a parte dei bambini che il direttore del Tg5 non ha tenuto conto. Di quanto, vale a dire, sia fonte di sofferenza per loro un “interrogatorio” che per quanto condotto con il dovuto garbo e competenza rimanda a una nudità psicologica imposta e non voluta. E rimanda a sentimenti profondi di colpa, al timore di sbagliare, un po’ sospesi come sempre sono i bambini fra il dire e il non dire, eppure ormai consapevoli che le bugie non sono più quelle di Pinocchio, che la verità che i “grandi” cercano può essere diversa da quella che i "piccoli" hanno e che soprattutto per loro non arriverà in soccorso la Fata Turchina. Questi piccoli testimoni pagano già il prezzo alto di un abbandono obbligato del mondo dell’illusione, dell’entrare nelle cose del mondo giocando e fantasticando.

Se a questo aggiungiamo la vergogna che qualsiasi esibizione subita passivamente provoca nei ragazzini fra i quattro e i cinque anni, il danno orchestrato da Mediaset non è di poco conto.

La segretezza, per un bambino che debba subire un “incidente probatorio”, è fondamentale. Il sapere che quanto verrà detto è “un segreto” rassicura il piccolo testimone, lo fa sentire protetto. Anzi, spesso al loro arrivo nella stanza dove avverrà il colloquio, i bambini puntano l’indice, guardano, si specchiamo in quello strano, inconsueto, enorme, specchio, chiedendosi, proprio come Alice, se dentro lo specchio, oltre lo specchio ci sia qualcuno, un altro mondo.

Bambini vivaci, intelligenti, sospettosi, curiosi, “normali” come lo sono i bambini di Rignano. Bambini che hanno una loro vita quotidiana, fatta di amici, di gelosie, di bugie, di vacanze, di furbizie, di voglia di gelato e patatine, di innamoramenti feroci e di rabbie a prova di coda di lucertola. Bambini ordinari. Bambini che proprio come quelli di Rignano Sabino hanno alle spalle una famiglia, un padre e una madre oggi più che mai offesi e colpiti a tradimento proprio nella loro capacità di proteggere e di fare da schermo ai propri figli.

Un attacco allora tanto più grave e vergognoso quello che Clemente Mimun, direttore del Tg5, mano mediatica dell’opposizione, scaglia contro quelli che sono i cardini della famiglia, di quella stessa famiglia della quale la destra vorrebbe farsi paladino.

E allora ben venga chi in proposito parla di “porcate”, di responsabilità gravissime che potranno addirittura inficiare la “ricerca della verità”, o chi si appella ai codici penale e civile o alla Carta di Treviso e chi del direttore esige le ovvie dimissioni. Ben venga. Purché tutto questo, per citare Don Milani, non si trasformi in quella terribile inerte “carità pelosa”, tipica dei borghesi e dei benpensanti, fin troppo convinti che certe “brutte cose” non accadranno ai loro figli e nipotini. Esistono molte e differenti infanzie, rifletteva il parroco di Barbiana, a noi il compito di proteggere i più deboli.



Pubblicato il: 20.07.07
Modificato il: 20.07.07 alle ore 7.54   
© l'Unità.
Registrato
Pagine: [1]
  Stampa  
 
Vai a:  

Powered by MySQL Powered by PHP Powered by SMF 1.1.21 | SMF © 2015, Simple Machines XHTML 1.0 valido! CSS valido!