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Autore Discussione: Il magnate dei sex-shop "Italia, sei mia"  (Letto 3901 volte)
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« inserito:: Luglio 19, 2007, 11:17:41 am »

SOCIETA'

19/7/2007 (8:13) - PERSONAGGIO

Il magnate dei sex-shop "Italia, sei mia"
 
Filmini a parte, il 90 per cento dei prodotti destinati ai banconi dei sex-shop sono realizzati in Estremo Oriente
 
"Ho già 50 negozi, ormai sono un’istituzione"

GUIDO FURBESCO
INVIATO A CASARSA (PORDENONE)


Palline erotiche, lubrificanti, farfalline che vibrano, passamontagna in lattex, creme coadiuvanti, lingerie varia, vagine posticce, stimolatori clitoridei, filmini da tutto il mondo. E - ovviamente - riproduzioni falliche che sfidano l’immaginazione: strane, colorate, enormi. Se questa è la merce, nulla deve rimanere affidato al caso. Il contesto, per esempio: «Tutti i miei negozi seguono le stesse regole», spiega Diego Bortolin, a bordo della sua Jaguar 3000 nera, mentre divora i 180 chilometri che separano Casarsa della Delizia da Rosegg, in Austria. «Pareti color fucsia, è di rigore la moquette perché attutisce i rumori, superficie suddivisa in aree tematiche e luci soft sempre puntate sui prodotti: mai su chi compra».
Tredici anni di esperienza nel settore hanno aguzzato l’ingegno di Bortolin, che alle piccanti esigenze dei suoi clienti punta a rispondere con un ambiente impeccabile. Lui, friulano doc, di anni ne ha 50 e prima di diventare il magnate dei sex-shop faceva il panettiere. Ed era pure bravo. Però farine e forni non soddisfacevano il suo istinto imprenditoriale. Ha tentato allora l’avventura nel settore funebre, quindi si è buttato nel mondo del piacere: «Pane, morte e sesso: stai sicuro che c’è sempre lavoro», dice.

Quando le donne si offrono
Primo negozio nel 1994, 18 dicembre, «e c’era così tanta gente che abbiamo dovuto chiamare i carabinieri». Poi è arrivato il secondo, il terzo, il quarto… L’ultimo apre oggi a Torino, altri quattro arriveranno entro la fine dell’anno. In totale: cinquanta. Tutti uguali e tutti con il marchio Le Tentazioni, catena di frachising partita dal Nord-Est per conquistare il resto d’Italia. O almeno le sue regioni più disinibite: «Al Nord siamo dappertutto, al Sud abbiamo aperto a Matera e in Sardegna, da altre regioni come Umbria o Puglia ci teniamo lontani: troppo bacchettone e legate al clero». Per il resto è caccia aperta. «Prima di aprire sondiamo il terreno, per esempio mettendo un annuncio generico negli elenchi telefonici: se la gente inizia a chiamarci per chiedere informazioni, allora partiamo». La base è Casarsa, provincia di Pordenone, sede del primo punto vendita. I quattrocento metri quadrati comprendono anche l’ufficio di Bortolin con fax, computer, cartina d’Italia (con bandierine sulle città conquistate alla causa) e una cospicua memorialistica sul Duce. Fasci littori e busti di Mussolini col braccio teso: «E' una questione affettiva», spiega l’alfiere del sesso, «mio nonno qui era il podestà: a me in genere la politica fa schifo». Spulciando il listino spiccano i 950 euro della Sexmachine (motore elettrico con kit di oggetti vibranti per il piacere uomo-donna) e i 2.150 euro della bambola in Cyberskin, pelle sintetica identica a quella umana. «Un cliente di Brescia l’ha comprata, ma non ci stava nel bagagliaio della sua Porsche. Allora l’abbiamo vestita di tutto punto e l’abbiamo sistemata al posto del passeggero. Sono tornati a casa così, sembravano una coppia vera».

Clientela di tutti i tipi, quella che bazzica la catena di Bortolin: tradizionalisti, feticisti, il variegato popolo BDSM (Bondage-disciplina-dominazione-sottomissione). Ci sono quelli che passano venticinque volte davanti alle vetrine e non entrano mai «e quelli», dice il patron delle Tentazioni, «sono i veri maniaci: non quelli che entrano e si tolgono i loro sfizi». E poi ci sono le donne, sempre più spigliate. «Vengono qui, mi chiedono di partecipare a qualche film, vogliono che le indirizzi da qualcuno. Pensano di fare i soldi, ma ormai i costi sono crollati: basta che un regista organizzi un viaggio nella Repubblica Ceca e torna con tanto di quel materiale da riempirci dieci pellicole». E’ l’Europa unita, bellezza, e l’offerta di carne dall’Est ha cambiato tutto: «L’altro giorno è venuta una signora, doveva rifarsi il salotto e ha pensato di comprarselo girando un filmino. Le ho detto di lasciar perdere».

Se a Casarsa c’è la casa-madre delle Tentazioni, la base vera è oltreconfine, a Rosegg, un paese da cartolina della Carinzia. «Sono venuto qui quando in Italia hanno iniziato a parlare di porno-tax: non gli bastavano tutte le tasse che pagavo, volevano anche un 25 per cento come addizionale etica: ma scherziamo?». Ogni 40 giorni al magazzino «Erotik Discount» arriva il corriere dall’Olanda, mentre altre spedizioni più piccole vengono affidate all’efficienza del servizio postale austriaco. Su quegli scaffali in metallo c’è il bengodi del brivido caldo: nove mila articoli di oggettistica, 1.200 di intimo, mille prodotti in pelle, un altro migliaio di gadget vari, 200 modelli di scarpe aggressive. E poi i film. Una marea di dvd: «So solo che nel mio negozio ce ne sono all’incirca 14 mila», specifica l’imprenditore, e si capisce che la cifra lo riempie d’orgoglio. Tra vendita al minuto e all’ingrosso il giro d’affari sfiora i 2 milioni di euro all’anno. «Al semestre escono 250, 300 novità, ma la maggior parte sono semplicemente “restyling” di prodotti già in campionario. Le novità vere sono meno di dieci. D’altronde», sorride Bortolin, «non sanno più che cosa inventare: basta farsi un giro alla Fiera di Berlino, la più grande d’Europa, per capire che cosa sia questo mercato…».

Paghi uno, prendi due
In realtà qualcosa da inventare si trova sempre. Lui, per esempio, ha escogitato questa cosa della bara. Una bara da morto vera, per fantasie veramente «hard», ridipinta con il disegno di una sirena (l’icona delle Tentazioni) e con un’imbottitura rosso fuoco. «Era la fine degli Anni 90. L’affittavamo a 200 mila lire al week-end, più 70 mila per l’acquisto dell’imbottitura. Sembrava che la volessero tutti. E’ finita pure in televisione, dalla Marisa Laurito. C’era una lista di prenotazioni lunghissima e quando l’abbiamo ritirata e messa in negozio c’è stato uno che ha minacciato di farci causa se non l’avessimo soddisfatto con la sua ordinazione».
Poco tempo fa Bortolin ha spedito dai suoi affiliati un paio di ispettori mascherati: «I clienti misteriosi entravano, acquistavano, uscivano. Poi compilavano relazioni e me le spedivano. Durante una riunione ho mostrato a tutti i risultati dell'indagine. I venditori hanno abbellito i locali, modificato le tecniche di vendita. Risultato: in due mesi, 130 mila euro di incassi in più». Questione di spirito di iniziativa, quindi. E di impegno. Ci vogliono, se cerchi la leadership tra gli specializzati del piacere: «Se ho paura della concorrenza? In questi anni attorno al nostro shop di Casarsa sono nati 10, 15 negozi. Bene: non ne è sopravvissuto uno. Il mercato cambia, bisogna adeguarsi». Come? «Alla fine degli Anni 90 è esploso il dvd e io, per invogliare i clienti ad abbandonare le videocassette, ho comprato 700 lettori digitali: a chi acquistava un film su disco, gliene regalavo uno». Ha funzionato? «Un successo: in un mondo così, solo le istituzioni rimangono in piedi».

EX PANETTIERE
Un giro d’affari di due milioni di euro
Diego Bortolin con Marina, compagna di vita e braccio destro in affari. Hanno iniziato in Friuli, a Casarsa, nel 1994 ed entro la fine dell’anno apriranno il loro cinquantesimo negozio hard. Il giro d’affari sfiora i 2 milioni di euro. Prima di questa esperienza Bartolin ha tentato l’avventura nel settore funebre, prima ancora faceva il panettiere. «Con pane, morte e sesso il lavoro non manca mai», dice.

I NUMERI
Un italiano su tre fa acquisti hard
700 boutique del sesso
In Italia i sex-shop sono circa 700, distribuiti principalmente nelle regioni del Nord.
1 miliardo di affari

Quanti soldi muove l’industria del porno in Italia? Tra siti Internet, home video, riviste e telefonia il volume d’affari supera il miliardo di euro. Nella seconda metà degli Anni 80 era di 310 milioni di euro.

Ci va il 31% degli italiani
Secondo un sondaggio effettuato qualche anno fa dall’associazione Asper, il 31,1 per cento dei maschi italiani dichiara di visitare spesso un sex shop e il 20,3 di andarci a fare acquisti con la partner.

da lastampa.it
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