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Autore Discussione: I ragazzi anti-camorra di Seiano a Veltroni  (Letto 2580 volte)
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« inserito:: Settembre 03, 2007, 02:26:48 pm »

POLITICA

La Sinistra Giovanile e le associazioni anti-criminalità chiedono un impegno preciso per le primarie

Chi appoggia il sindaco di Roma nelle regioni del Sud deve indicare i boss da combattere

I ragazzi anti-camorra di Seiano a Veltroni

"Nelle liste del Pd fare i nomi dei clan "


SEIANO (NAPOLI) - O' sistema, come lo chiama Roberto Saviano, non è un'entità astratta, ma è fatto di facce, e soprattutto di nomi e cognomi. I ragazzi e le ragazze riuniti a Seiano, frazione di Vico Equense, nel Napoletano, credono che 'o sistema vada scardinato, se vogliono avere un futuro. E credono in Walter Veltroni, sostengono la sua candidatura alla leadership del Pd. Però dal sindaco di Roma pretendono un impegno preciso, contro la camorra. Non un impegno generico, di quelli che si sfuggono alla controprova dei fatti proprio per la loro genericità. No, dicono i giovani di Seiano, bisogna fare i nomi e i cognomi, bisogna mostrare la carta d'identità dei boss, e bisogna farlo alla luce del sole.

Tutte le liste che si presentano alle primarie in appoggio a Veltroni, spiegano i ragazzi della Sinistra giovanile e delle associazioni anti-camorra radunati al campeggio di Seiano, devono indicare, in Campania e nelle regioni dove è più forte il radicamento delle organizzazioni criminali, "uno slogan che ne sintetizzi il programma". Ma soprattutto "devono fare una dichiarazione diretta di contrasto ai clan, città per città, chiamandoli per nome". Ad esempio, nel collegio di Stabia, "devono indicare di essere contro i D'Alessandro, i Cesarano, gli Imparato, gli Omobono-Scarpa".

La Sinistra Giovanile e i movimenti anti-camorra si sono incontrati a Seiano dal 28 al 31 agosto, scegliendo un luogo simbolo della lotta alla criminalità, lo stesso campeggio in cui un'associazione dal nome veltroniano, l'I Care di Castellamare di Stabia, chiamò a raccolta centinaia di ragazzi da tutto il Paese nel 1992, l'anno di Tangentopoli, ma soprattutto della mafia che sfida lo Stato, fa saltare in aria Falcone e Borsellino. L'anno in cui tutto sembra perduto, con Antonino Caponnetto che a Palermo allarga le braccia in segno di resa, ma in cui quella stessa Palermo mostra i panni bianchi perché non ne più di tutto quel sangue. A quindici anni di distanza il sistema è ancora fortissimo, è un prisma a più facce fatto di "quartieri, imprese, pezzi di classe dirigente così presenti che finiscono con l'essere tollerati se non accettati". Il problema è che tra legalità e illegalità ci sono sempre cento passi di troppo, e che quasi nessuno ha il coraggio di compierli, per quieto vivere, o perché chi li compie rischia di finire ammazzato. Ecco perchè i giovani chiedono a Veltroni che le sue liste facciano i nomi. Perché i poteri criminali si contrastano così, con la dignità di rifiutare "quei voti", soprattutto là, dove "quei voti" sono tanti.

(1 settembre 2007)

da repubblica.it
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