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Autore Discussione: La Ue boccia la Gasparri. Gentiloni: ora subito la legge  (Letto 3169 volte)
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« inserito:: Luglio 18, 2007, 10:14:07 pm »

La Ue boccia la Gasparri. Gentiloni: ora subito la legge


La Commissione europea ha ingiunto formalmente all'Italia di modificare entro due mesi la normativa in materia di Radiotelediffusione conformemente «al quadro normativo comunitario relativo alle comunicazioni elettroniche». Bruxelles ritiene che la normativa della legge Gasparri «introduca restrizioni ingiustificate alla prestazione di servizi di radiotelediffusione e attribuisca vantaggi ingiustificati agli operatori analogici esistenti». In sostanza Rai e Mediaset. L'Italia dovrà, dunque, adeguare la propria legislazione alle norme comunitarie e ha due mesi di tempo per porre rimedio alle discriminazioni che, in base alla legge Gasparri, possono essere compiute nell'assegnazione delle frequenze gli operatori televisivi nell'ambito del passaggio dal sistema analogico a quello digitale. Roma dovrà adeguare la propria legislazione alle norme comunitarie altrimenti Bruxelles potrà decidere il deferimento alla Corte di giustizia europea. E' quanto chiede in un parere motivato la Commissione europea, su proposta del commissario alla concorrenza Neelie Kroes.. Il richiamo dell'Unione europea "è sacrosanto" per il Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni che chiede di "accelerare l'iter della nuova legge", in discussione alla Camera.

Secondo la Commissione europea, la situazione attuale per quanto riguarda le trasmissioni in tecnica analogica, «dove solo un numero ristretto di operatori è in grado di competere nel mercato dei servizi di radiotelediffusione, rischia di riprodursi nel settore della televisione digitale terrestre, il che significa continuare a offrire minori possibilità di scelta ai consumatori italiani».

La Commissione aveva inviato all'Italia una lettera di costituzione in mora nel luglio del 2006. Qualora le autorità italiane, è scritto nel dispositivo comunitario,«non prendano le disposizioni necessarie per conformarsi al parere motivato entro due mesi dal suo ricevimento, la commissione può decidere di deferire l'Italia alla Corte di giustizia delle Comunità europee».

Il caso è stato originato da una denuncia presentata dall'associazione italiana di difesa dei consumatori Altroconsumo. Il 19 luglio 2006 la commissione inviò all'Italia una lettera di costituzione in mora con una richiesta di informazioni in merito alla normativa italiana che disciplina il passaggio (switchover) dalla tecnica di trasmissione terrestre analogica a quella digitale avanzando il dubbio che la normativa italiana in questione possa violare le direttive 2002/21/ce (direttiva quadro), 2002/20/ce (direttiva autorizzazioni) e 2002/77/ce (direttiva concorrenza), nella misura in cui potrebbe introdurre degli ostacoli all'ingresso di nuovi operatori nel mercato dei servizi di radiotelediffusione in tecnica digitale, rafforzando la posizione degli operatori televisivi già presenti sul mercato italiano.

La commissione «è giunta alla conclusione che la normativa italiana in vigore potrebbe precludere agli operatori che non svolgono attività di trasmissione analogica la sperimentazione di trasmissioni digitali e la creazione di proprie reti digitali». Inoltre, la normativa italiana consentirebbe alle emittenti esistenti di acquistare un numero di frequenze per la sperimentazione digitale «superiore a quello necessario» per la trasmissione simultanea dei loro programmi in tecnica analogica e in tecnica digitale, come pure di «mantenere il controllo sulle frequenze e sulle reti per le trasmissioni analogiche anche dopo la data prevista per la cessazione della radiodiffusione in tecnica analogica» (switch-off).

Ciò priverebbe i concorrenti del dividendo digitale risultante dall'accresciuta capacità delle reti digitali. Il passaggio al digitale aumenterebbe le possibilità di liberare un'ampia porzione dello spettro delle radiofrequenze per una serie di servizi di radiotelediffusione interamente nuovi, che vanno da una maggiore offerta di programmi televisivi trasmessi in tecnica tradizionale alla radiodiffusione mobile, alla televisione terrestre ad alta definizione (hdtv) e alla televisione interattiva. Bruxelles riconosce che dopo aver ricevuto la lettera di costituzione in mora, le autorità italiane hanno elaborato un disegno di legge inteso, tra l'altro, a modificare la normativa in vigore in materia di radiotelediffusione. Ma notano che «il disegno di legge è attualmente all'esame del parlamento italiano, che tuttavia non lo ha ancora adottato». «A quasi un anno dall'invio della lettera di costituzione in mora, quindi, l'Italia non ha ancora notificato alcun concreto provvedimento inteso a rimediare alle questioni su cui la commissione ha formulato le sue riserve».

Il ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, plaude all'intervento della Commissione europea che ha chiesto all'Italia un'accelerazione nel passaggio verso il digitale terrestre. «Il richiamo della Ue è sacrosanto: la legge Gasparri è incompatibile con l'ordinamento europeo», commenta Gentiloni, che aggiunge: «Il ddl del governo cancella la Gasparri e reintroduce i principi fondamentali di pluralismo e concorrenza». «Ora - conclude il ministro - mi aspetto una decisa accelerazione del suo iter, come ci chiede esplicitamente l'Europa».


Pubblicato il: 18.07.07
Modificato il: 18.07.07 alle ore 16.18   
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