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Autore Discussione: Il Pd: «Tremonti chiarisca gli effetti del crack Lehman»  (Letto 2297 volte)
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« inserito:: Settembre 18, 2008, 11:21:13 pm »

Il Pd: «Tremonti chiarisca gli effetti del crack Lehman»


Il gioco è a carte coperte. E improntato sul bluff. Che l'Italia e le casse del Tesoro non corrano rischi dopo il crack della banca Lehman Brothers lo dice il ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Ma senza alcun documento ufficiale che certifichi le esposizioni del Paese. E che dimostri come nei confronti della banca d'investimento americana, il Tesoro abbia solo debiti e non crediti.

A richiedere invece «chiarezza e trasparenza» è il Partito democratico, secondo il quale il ministro Tremonti «mente sapendo di mentire». Lo dimostra il fatto che abbia fatto «affermazioni generiche, non supportate da numeri e riferimenti concreti». Perciò dal Pd è partita giovedì 18 settembre un'interpellanza urgente, primo firmatario il deputato Francesco Boccia, con cui si chiede al ministro e al governo di «riferire in Parlamento e dimostrare, cifre alla mano, che lo Stato ha solo debiti verso la banca americana».

Cosa molto improbabile secondo l'opposizione. Innanzitutto perché «non c'è alcuna banca al mondo in questo momento in grado di valutare gli effetti positivi o negativi dei contratti swap» spiega Boccia. Poi perché «se tutte le altre banche che hanno partecipato alle operazioni di "Finanza Creativa" fortemente volute dal ministro Tremonti nella legislatura 2001-2006, di fatto hanno posizioni negative (e quindi a credito per il Tesoro) sui flussi legati agli swap, non si capisce come mai non dovrebbe avere posizioni simili anche Lehman».

Insomma Tremonti si sarebbe affrettato a dichiarare che il Tesoro non è creditore e che il 'mark to market' con le posizioni Lehman Brothers è positivo. Senza però svelare le cifre. E dal Pd dicono di avere vari dubbi. Nell'interpellanza si chiedono chiarimenti anche su altre posizioni che vedono come controparte swap Lehman: tra queste «l'operazione Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) portafoglio P1 denominata CPG società di cartolarizzazione, Class A2 del 2003 per 787 Mln di euro e Class A1 2003 per 300 Mln; l'operazione Cdp portafoglio Aem denominata CPG società di cartolarizzazione, Class A1 per 195 mln e Class A2 per 75 mln entrambe del 2003; l'operazione Cdp Portafoglio Tav per 495 Mln; l'operazione Cdp Portafoglio Poste per 308 Mln». Operazioni che «dalle nostre valutazioni - scrivono i deputati Pd - superano i 2,6 mld di Euro».

Ma il punto è anche un altro: quello di essere di fronte «alla fine della stagione della finanza speculativa, fatta di carta e matrioske finanziarie - prosegue Boccia - che hanno ottenuto l'accordo di molti imprenditori spregiudicati e di Governi irresponsabili. Probabilmente il ministro Tremonti ha la memoria corta, ma lui oggi così attento al rapporto tra Stato e Mercato, risulta tra i principali protagonisti di quella infausta stagione che spazzò via la finanza al servizio dell'impresa con la finanza creativa fatta di scorciatoie, da carta straccia e cartolarizzazioni».

Oggi si parla di rigore, ma dal Pd chiedono «quanto costeranno agli italiani le fantasie del primo Tremonti (2001-2006); e la verità sugli swap Lehman con il Tesoro».

Nell'interpellanza, infine, il gruppo Pd chiede al ministro «come intende intervenire per regolamentare i contratti 'swap', con particolare riferimento alla loro possibilità di utilizzo da parte di Enti Pubblici; a quanto ammonti l'esposizione dei piccoli risparmiatori italiani nei confronti dei Bond Lehman e come intende tutelarli, considerato che le agenzie di rating continuavano ad attribuire a Lehman Brothers un rating 'A+»'



Pubblicato il: 18.09.08
Modificato il: 18.09.08 alle ore 14.04   
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