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Autore Discussione: Mediolanum e Unipol: esposizioni da 200 milioni  (Letto 2318 volte)
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« inserito:: Settembre 17, 2008, 08:32:39 am »

ECONOMIA    IL CASO

Mediolanum e Unipol: esposizioni da 200 milioni

Le compagnie fanno i conti. Per alcune stime privati esposti fino a 7 miliardi

Nelle polizze indicizzate i timori del contagio-Lehman

di VITTORIA PULEDDA
 

MILANO - Isvap, Consob e Bankitalia continuano a monitorare - ognuno per il proprio settore - il rischio-contagio del crac Lehman. E' stata già fatta una prima informativa al ministero dell'Economia e, in tempi brevi, dovrebbero esserci i risultati della ricognizione. I dati definitivi, probabilmente, si conosceranno entro la fine della settimana, ma intanto sul mercato cominciano a diffondersi le prime stime, piuttosto allarmistiche, sull'esposizione dei risparmiatori: secondo alcuni calcoli, (prendendo in considerazione la quota di mercato della banca d'affari in questo segmento) i privati sarebbe esposti per 6-7 miliardi di euro.

Si tratta di obbligazioni e - per una parte minore, in termini di volumi - di opzioni legate a mercati borsistici e singole azioni, probabilmente finite nei portafogli della clientela retail senza che questa se ne sia nemmeno accorta. In larga misura questi titoli ormai incriminati (anche se fino a venerdì scorso le obbligazioni Usa erano classificate da Patti chiari dell'Abi "a basso rischio") servivano da base per la costruzione di index linked, prodotti assicurativi venduti a piene mani negli anni scorsi in particolare attraverso il canale di bancassicurazione (ma non solo).

I bond Lehman infatti sono piuttosto gettonati come ingredienti nelle ricette per le index linked, polizze assicurative, in cui però l'assicurazione o la banca non si assume quasi mai il rischio di un eventuale fallimento delle obbligazioni sottostanti e quindi non garantisce il rimborso dei soldi investiti a scadenza.

Ebbene, di questo tipo di index ce ne sono in giro almeno una trentina; solo dal luglio 2007 ne sono state emesse una decina con prodotti Lehman in pancia e senza garanzia da parte del collocatore italiano.

Le cifre complessive si conosceranno solo tra qualche giorno; fonti vicine al settore considerano i 7 miliardi forse eccessivi, ma certamente non si tratterà di valori di poco conto. Tanto che si comincia a diffondere l'impressione che il rischio reputazionale sarebbe troppo forte se le perdite venissero scaricate interamente sui clienti: forse, in questa direzione, potrebbe anche esserci una moral suasion delle autorità di vigilanza.

Nel frattempo, qualcuno comincia ad uscire allo scoperto: Mediolanum ad esempio ha dichiarato di aver venduto polizze index con titoli Lehman per un ammontare nominale di 213 milioni di euro (160 alla valorizzazione di mercato di fine agosto, quando le quotazioni erano già scese ma non ancora collassate): il gruppo guidato da Ennio Doris sta "ragionando su una qualche soluzione per i clienti, per non lasciarli soli". Dal canto suo Unicredit sta ancora facendo una ricognizione sul tutto il gruppo, ma il problema "sembra ben gestibile", insomma non dovrebbe avere dimensioni molto estese e comunque "ci sono riflessioni, per capire i contratti e le soluzioni migliori, per i clienti e per la banca".

Cresce, quindi, la consapevolezza che dopo Cirio, Parmalat e i derivati, il sistema non può trovarsi esposto ad un nuovo danno reputazionale. Stanno facendo ancora i conti anche ad Ubi, anche se i volumi sembrerebbero poca cosa, mentre Intesa Sanpaolo non aveva questo tipo di prodotti (attraverso Intesa vita, Eurizon vita, Sud Polo vita e Eurizon life). Diverso è invece il discorso per Unipol (che ha varie emissioni linked con il marchio Lehman) ma ha dato solo l'esposizione lorda del gruppo (250 milioni) non quella della clientela. Cattolica assicurazioni ha dichiarato - per quanto riguarda le polizze - un'esposizione pari a 30 milioni nelle gestioni separate (quindi con rischio a carico di Cattolica) e 22 nelle index linked. Il gruppo Generali invece non ha titoli Lehman nelle index vendute alla clientela.

(17 settembre 2008)

da repubblica.it
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