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Autore Discussione: Giuseppe A. Veltri Il Federalismo dei Valori  (Letto 2139 volte)
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« inserito:: Settembre 12, 2008, 11:42:49 pm »

Il Federalismo dei Valori


Giuseppe A. Veltri *


La nascita di un partito è sempre un evento traumatico, la nascita di un grande partito nazionale è caratterizzata da un delicato equilibrio tra un «core» di valori ed una capacità di adesione ad un territorio vasto e variegato nei suoi interessi e bisogni.

Si tratta di un equilibrio difficile da raggiungere che però rappresenta la base dell’identità sociale di quel gruppo di persone che si riconosce in tale organizzazione politica.

Questo equilibrio rischia costantemente di essere schiacciato tra due spinte contrastanti, la tentazione di imporre una visione del mondo rigida ed omnicomprensiva, un’ideologia, qualunque sia la realtà del territorio in cui si fa politica, e l’opposta tendenza ad accettare diversità valoriali locali che possono discostarsi anche molto dall’identità nazionale di un’organizzazione. Questo è un tema cruciale in un partito, sia che voglia assumere una forma di movimento, la cosiddetta forma ’liquida’, sia che scelga una forma più strutturata e costante, il partito ’statico’ (e non necessariamente solido).

La nascita del PD non sfugge a questo dilemma, presentando una natura variegata (e spesso contrastante) delle sue versioni locali nel panorama regionale italiano.

Il PD in Lombardia non può e non deve essere identico al PD in Calabria, gli interessi del territorio sono diversi e necessariamente dovrà esserlo l’azione politica delle sedi regionali del PD. Tuttavia, per evitare che queste due forme di PD diventino due partiti diversi, con poco in comune, è necessario anche uno sforzo di adesione comune ad un definito gruppo di valori.

Questa sintesi non è indolore perché le forme di PD regionale dovranno avere un’ottica regionale senza tralasciare quella nazionale, ma si pone anche come una prova difficile nel contesto di competizione elettorale. Significa spogliarsi da ambiguità ed ipocrisie locali, magari perdendo qualche voto opportunista, per rivestirsi di un’identità più chiara da poter usare come forza di persuasione ed influenza sociale. E’ noto, ad esempio, alla letteratura scientifica che è proprio la coerenza a costituire la forza principale di persuasione di gruppi sociali.

Uno degli esempi più chiari di questa contraddizione insoluta è la distanza tra il PD del Mezzogiorno d’Italia ed il resto d’Italia. Quasi a volere aderire ad una differenza storica e sociale di quei territori, sembra aver preso una una sorta di federalismo di valori, in un’accezione di relativismo, nei confronti del PD del Sud.

Atti e comportamenti politici in pieno contrasto con i valori e l’etica del PD che occorrono nelle varie forme di PD meridionale, rimangono incensurate quasi fossero espressioni del folclore meridionale. Si conferma l’eccezionalità del Sud in cui il comune buon senso e l’attribuzione di responsabilità sono sospese.

La ragione di questo ’double standard’ morale ed etico è il perseguimento di una cinica strategia di vittoria elettorale, che però ha l’effetto di demolire ogni volta l’identità del partito e di nebulizzare le differenze con le altre forze politiche di campo avverso.

All’elettore del PD meridionale sembra incomprensibile come dei leader nazionali possa proferire parole di fuoco contro la criminalità organizzata, contro la corruzione, il clientelismo e poi chiudere un occhio sugli scandali locali dei dirigenti locali. Dichiarare che le primarie sono lo strumento di scelta democratica di quadri del partito e poi far finta di nulla alla loro sospensione in alcune regioni o province.

Eppure non è soltanto una questione di legalità. Prendiamo il caso della tutela dell’ambiente e la promozione di politiche che proteggano la salute pubblica come la raccolta differenziata. Perché in alcune regioni il PD locale non solo non considera’ come prioritari questi valori ma addirittura agisce in senso contrario?

Il PD sarà un partito quando l’etica ed i valori dei suoi dirigenti e la loro azione politica sarà riconoscibile in tutta Italia come espressione di quel partito.

Qualcuno farà notare che il giudizio sulle espressioni regionali del PD spetta agli elettori di quelle regioni. Eppure il compito di un partito nazionale è anche quello di fornire una visione d’insieme, un’unità basata sulla condivisione di alcuni valori che possa avvicinare Trento a Cosenza, Palermo a Torino.

I rischi di un federalismo dei valori sono la minaccia più seria al futuro del PD, nato proprio da un’ambizione riformatrice e dalla scelta di un percorso di chiarezza programmatica. Quella chiarezza e coerenza devono ora diventare patrimonio del partito nelle sue ramificazioni regionali, per evitare una moltiplicazione di ibridi che condivida soltanto il nome con il PD.

* Psicologo sociale, Institut Nicod, Ecole Normale Superior, Parigi.



Pubblicato il: 12.09.08
Modificato il: 12.09.08 alle ore 10.29   
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