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Autore Discussione: A Toronto applausi per "Miracolo a sant'anna", critiche da variety  (Letto 2967 volte)
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« inserito:: Settembre 09, 2008, 04:18:08 pm »

A Toronto applausi per "Miracolo a sant'anna", critiche da variety

La guerra di Spike Lee

«Nel film sull'eccidio nazista a Stazzema riscatto i soldati neri con stile neorealista»


TORONTO — All'anteprima mondiale al Festival di Toronto del film di Spike Lee "Miracolo a Sant'Anna", gli applausi del pubblico sono stati raggelati al mattino seguente dalla recensione di Variety. Pur inchinandosi all'allestimento di forte presa nelle sequenze delle battaglie, al lavoro degli attori multirazziali, alla colonna sonora di Terence Blanchard nei 160 minuti dell'intreccio, il film è stato giudicato con riserve per «le troppe storie sul traliccio storico annacquato, non amalgamato».

Ha detto Spike: «Il mio lavoro non si basa solo sui caratteri dei soldati di colore della 92˚divisione Buffalo dell'esercito Usa o sulla ricostruzione della strage di Sant'Anna di Stazzema, avvenuta in Toscana il 12 agosto 1944 quando le SS uccisero 560 civili inermi. Ho voluto trasportare sullo schermo il libro di James McBride, autore anche della sceneggiatura, che scava negli animi, nelle reazioni e azioni delle parti, nelle lacerazioni di ogni idealismo». «Con il rispetto di tutti - ha puntualizzato - il film, sui cardini di alcune verità storiche come la recente sentenza di La Spezia che accusa di eccidio le SS, offre ritratti umani e lancia un attacco netto alla follia della guerra, da qualsiasi parte ci si trovi».

Così si sono aperte quelle che saranno di certo le diverse prese di posizione per l'ultimo lavoro del regista, a Toronto accompagnato anche dagli interpreti Valentina Cervi e Pierfrancesco Favino. Il 29 settembre a Firenze è prevista l'anteprima italiana del film distribuito dalla Touchstone in Usa e che ha tra i suoi produttori Roberto Cicutto, Luigi Musini e Rai Cinema. La 01 ad ottobre lo distribuirà.

Sulla «non partecipazione» alla Mostra di Venezia la spiegazione è che era preferibile che un film girato da un americano su fatti italiani «avesse un giudizio equidistante all'estero». Di sicuro Spike sapeva di accendere una miccia anche analizzando il ruolo dei partigiani, le connivenze fasciste, molti tradimenti e l'incredulo e spesso disperato sguardo dei bambini e dei soldati afroamericani. Spiega: «Il film inizia con alcune immagini di John Wayne nel film sullo sbarco alleato in Normandia Il giorno più lungo quasi a spiegare come Hollywood abbia spesso ignorato il ruolo di tanti afroamericani. I neri hanno combattuto, vincendo anche un razzismo non certo latente di chi, a esempio, rifiutava per pregiudizi i soldati afroamericani. Sono debitore di alcuni elementi neorealistici a Rossellini e De Sica. La storia si basa su verità umane, su destini personali e fatti accaduti, ma liberamente reinterpretati».

Dopo le polemiche con Eastwood (Spike ha accusato Clint di aver escluso i soldati neri dal film sulla battaglia di Iwo Jima), "Miracolo a Sant'Anna" acquista molte valenze in Usa. In Italia si accenderanno discussioni sulla raccolta da parte del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) dell'appello che incitava i cittadini toscani alla mobilitazione generale. Il professor Paolo Spezzino dell'Università di Pisa ha messo a fuoco ogni futuro dibattito: «Le forze tedesche si trovarono in Toscana a fronteggiare non solo i soldati alleati, ma una attività militare dei partigiani, sollecitata anche dal generale Alexander, comandante delle armate alleate, che aveva fatto appello ai nostri patrioti per insorgere compatti contro il nemico comune. Il ruolo della popolazione civile avrà da noi una rivisitazione storica, che si allargherà anche alla rilettura di altri massacri, a esempio quello di Monte Sole/Marzabotto».

«Volevo che tanti stranieri - dice Spike - entrassero in alcune pagine della vostra Storia, che appartengono anche ai nostri soldati». E' felice dei consensi del pubblico conquistato dall'intreccio di "Miracolo a Sant'Anna" che ha al centro la vicenda del piccolo Angelo (interpretato da Matteo Sciabordi) e del soldato afroamericano Sam Train (Omar Benson Miller). «Nulla - conclude - è mai bianco o nero nell'animo umano. Nel momento in cui Obama è sulla pista di lancio per diventare Presidente, il film si propone come un realistico miracolo, da osservare con serenità in ogni suo movimento interiore e sociale, che ci rimanda a tante guerre assurde in corso ».


Giovanna Grassi
09 settembre 2008

da corriere.it
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« Risposta #1 inserito:: Settembre 09, 2008, 05:58:05 pm »

Villari: basta ignoranza, i vinti avevano torto


 
di Claudio Rizza



ROMA (9 settembre) - Il professor Lucio Villari va subito al sodo: «Ricordo al politico La Russa che la resistenza al nazismo non è stato un fenomeno solo italiano ma europeo: dalla Russia alla Grecia, dovunque c’è stata l’occupazione tedesca ci fu resistenza, cioé una lotta per la libertà. Perché l’Italia dovrebbe essere diversa visto che ha lottato anche contro i fascisti?».

Dunque, non si possono mettere sullo stesso piano vincitori e vinti.
«No. Il vincitore era quello che rappresentava gli ideali di libertà, di indipendenza...vorrei pregare i politici di non usare la Storia per i loro interessi immediati, perché purtroppo la Storia non si presta».

Lei segue la linea di Napolitano.
«Mi ci identifico perfettamente».

Da anni si parla di memoria condivisa, per superare le asprezze e le divisioni del passato. Che ne pensa?
«Questo presuppone una sostanziale ignoranza della storia. In tutte le vicende storiche in cui ci sono state guerre civili, scontri tra fazioni all’interno degli stessi popoli, c’è stata sempre una parte che ha rappresentato il meglio e una il peggio. Pensate alla guerra civile americana o alla rivoluzione francese».

Ma anche chi ha vinto ha fatto errori.
«Richiamare gli errori di chi aveva ragione non è un giudizio storico ma è solo voler giustificare chi aveva torto. Allora si potrebbe dire che anche i garibaldini e i Mille hanno commesso degli errori, per dare ragione ai Borboni? La Rivoluzione francese ha cambiato la storia del mondo ma è stata piena di sangue. Storicamente si sa chi ha fatto una cosa e chi un’altra».

Traduciamo: la parte giusta era quella dei partigiani e quella sbagliata i repubblichini di Salò?
«La Resistenza, fenomeno europeo, solo in Italia diventa un problema. Perché in Spagna, che ha avuto la dittatura franchista, in Germania con i nazisti o in Giappone oggi il giudizio storico è accettato tranquillamente da tutti? Perché in Italia questo problema non è risolto?».

Dica lei...
«Evidentemente c’è una carenza della classe politica».

da ilmessaggero.it
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