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« inserito:: Settembre 07, 2008, 07:42:19 pm » |
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Alemanno: il male assoluto furono le leggi razziali, non il fascismo.
Pd attacca: vuol riscrivere la storia
ROMA (7 settembre) - Le dichiarazioni di ieri del sindaco di Roma sulle leggi razziali e sul ventennio fascista non potevano certo passare inosservate: «Non fu il ventennio, il male assoluto - ha detto Alemano, in pellegrinaggio in Terra Santa - Non lo pensavo ieri e non lo penso nemmeno oggi.
Il vero male assoluto furono le leggi razziali: furono quelle a segnare la politica del fascismo». Oggi, infatti, non si sono fatte attendere le repliche. E la polemica è divampata. I parlamentari del Pd, soprattutto, accusano Alemanno di voler riscrivere la storia e di voler rivalutare il fascismo. Sul fronte del Pdl, Francesco Giro, sottosegretario ai Beni culturali, ribatte deciso: Alemanno non vuole rivalutare proprio nulla, strappargli di bocca giudizi indulgenti verso il fascismo è un'operazione mistificante e menzognera.
Alemanno: il fascismo fu un fenomeno complesso, il vero male assoluto furono le leggi razziali. Alemanno ha affermato in interviste apparse oggi su alcuni quotidiani di non ritenere il fascismo il male assoluto. «Il fascismo - aveva detto il sindaco di Roma - fu un fenomeno più complesso. Molte persone vi aderirono in buona fede e non mi sento di etichettarle con quella definizione. Il male assoluto sono le leggi razziali volute dal fascismo e che ne determinarono la fine politica e culturale, furono un cedimento al nazismo e al razzismo biologico che non era nelle corde iniziali del fascismo».
Coscia (Pd): il sindaco rivaluta il fascismo. «L'intervista di Alemanno rivaluta il fascismo - attacca Maria Coscia, deputata del Pd - e fa compiere un gravissimo passo indietro alla stessa elaborazione della destra, che con Fini aveva nel recente passato preso posizioni significative. Il ventennio fascista aveva proprio nel suo Dna l'annientamento delle libertà, la distruzione anche fisica degli oppositori e la discriminazione del diverso. Roma, la Roma delle grandi tradizioni democratiche, non merita questo».
Fioroni (Pd): vincere le elezioni non dà diritto a riscrivere la storia. Aver vinto le elezioni non consente a nessuno di riscrivere la storia - dice Beppe Fioroni - Quelle di Alemanno sono affermazioni gravi: è difficile poter definire in modo diverso da "male assoluto" un'esperienza politica che per venti anni ha soppresso le libertà. Soprattutto, la cosa che mi preoccupa è che il sindaco di Roma con questa rilettura della storia da la sensazione di chi pensa che le vittorie elettorali possano consentire di riscrivere la storia. Con un governo che vuole riscrivere anche i libri di testo su cui i ragazzi studiano, questa cosa mi preoccupa, e getta una luce sinistra sui contributi che in questi mesi sono stati dati e mi riferisco alle impronte dei bambini rom».
Fiano (Pd): le due cose non si possono scindere. «Non è possibile scindere le due cose - dice il deputato Pd Emanuele Fiano - Le leggi razziali furono elemento essenziale della storia del fascismo, anche a prescindere dall'alleanza nazismo-tedeschi, l'idea razziale, le leggi razziali furono votate all'unanimità dal Parlamento italiano, furono sottoscritte dal cavalier Benito Mussolini e dal Re d'Italia. Si decise che c'erano in questo paese cittadini di serie B, e lo decise il regime fascista, che si macchiò di quel crimine. Non capisco perché oggi si debba riscrivere la storia. Nessuno insegue il sindaco Alemanno per dargli di colpe che non sono sue: lui non c'era, ma la storia va raccontata, esattamente come è successa: quel male assoluto faceva parte del fascismo».
Giro (Pdl): Alemanno non ha assolto il fascismo. «Ai soliti chierici della sinistra - dice Francesco Giro, sottosegretario ai Beni culturali - chiedo di studiare le carte prima di proferire giudizi apodittici e funzionali solo alla polemica del giorno dopo. Il sindaco Alemanno ha categoricamente definito come male assoluto il fascismo ideologico, biologico, razzista, totalitario, che è stato alla base e alla radice di tutti i suoi errori storici e politici. Alemanno si è limitato a parlare di complessità di un fenomeno storico così come è stato studiato e certificato dalla letteratura e dalla critica storica, che al suo interno presenta aspetti e articolazioni diverse, non ultimo quello controverso della sua base sociale, fonte di un consenso diffuso, che sfuggiva i processi autoritari di una dittatura violenta. Alemanno si è limitato a questo e da qui a strappargli di bocca un giudizio o un atto di plenaria indulgenza verso il fascismo sarebbe un'operazione mistificante e quindi menzognera».
da ilmessaggero.it
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POLITICA
Irritazione dopo le dichiarazioni del sindaco di Roma da Gerusalemme
Il presidente delle Comunità: "Mi sembra difficile separare le due cose"
Leggi razziali e fascismo
Irritazione ebraica per Alemanno
Si accende la polemica dopo le dichiarazioni di Gianni Alemanno su fascismo e leggi razziali. Il sindaco di Roma, in visita in Israele con una delegazione politica italiana guidata dal presidente del Senato Schifani, ha rilasciato una intervista in cui condanna le leggi razziali, definendole il "male assoluto". Non così il fascismo. Il sindaco distingue la sua posizione da quella di Fini. Al giornalista del Corriere della Sera spiega: "Fu un fenomeno più complesso, caduto anche in seguito a quell'errore". Una distinzione che non piace a molti esponenti della Comunità ebraica. Renzo Gattegna, presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche taglia corto: "Le leggi furono emanate dal regime fascista, mi sembra difficile separare le due cose. Bisogna essere cauti". Così Piero Terracina, sopravvissuto ad Auschwitz, che taglia corto: "Le leggi razziali ci sono state perché c'è stato il fascismo". Duro il Pd. "Alemanno smentisca", chiede più di un esponente.
(7 settembre 2008)
da repubblica.it
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