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« inserito:: Luglio 16, 2007, 07:26:04 pm » |
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Costi politica, duello Bertinotti-Di Pietro
Le Camere non decidono sul taglio dei costi della politica. La deliberazione congiunta degli Ufficidi presidenza di Camera e Senato, attesa per oggi, non è arrivata. Il motivo, fanno sapere gli uffici stampa, è solo tecnico: il Senato non era pronto e quindi l'ufficio di presidenza è slittato. Quello della Camera, quindi, si è aggiornato a data da stabilire, in concomitanza con il Senato. Perché, ha spiegato il presidente di Montecitorio, Fausto Bertinotti, «l'obiettivo è di deliberare congiuntamente e sulle stesse misure».
Bertinotti tiene a precisare che «la condivisione tra Camera e Senato è un punto essenziale ed è l'unica ragione per cui abbiamo sospeso l'Ufficio di presidenza questa mattina. Rinvio che ha il solo scopo - sottolinea - di tornare ad una totale sintonia, che non è mai venuta meno del resto, per produrre una deliberazione di Camera e Senato che è già largamente maturata e che non può essere oscurata da qualche incursione inelegante, sbagliata e senza fondamento». E smentisce anche quei giornali che hanno parlato di orientamento del presidente Franco Marini che vorrebbe accelerare e proporrebbe il taglio ai vitalizi dei parlamentari da subito.
Da Palazzo Madama arriva un comunicato stampa per precisare che non ci sono dissensi tra le due Camere: se oggi non c'è stata la riunione dell'Ufficio di presidenza del Senato «lo si deve esclusivamente ai rilevantissimi impegni d'aula del Senato». Infine, conclude il comunicato, da Palazzo Madama arriva la conferma dell'«assoluta necessità di una decisione comune delle due Camere».
Bertinotti ha poi rivendicato che «la Camera, sin da inizio legislatura, ha lavorato di lima per ridurre le spese. C'è uno stile di sobrietà che rivendichiamo e che muove anche da un lavoro collettivo, uno stile al quale teniamo molto». Il presidente di Montecitorio ha in questo senso ringraziato anche i presidenti delle commissioni che «hanno accettato la classe turistica per i viaggi in Europa e di fissare un tetto per le spese degli organi parlamentari che presiedono». E ha sottolineato anche alcune scelte della presidenza, quelle ad esempio, «di non fare regali di Natale neppure ai deputati o di non prevedere fondi per iniziative che possono essere coperte dal patrocinio senza costi di spesa».
Intanto il ministro per le Infrastrutture Antonio Di Pietro porta avanti un'iniziativa bipartisa assieme a Gianfranco Fini. Annunciano un'intesa in due fasi An e Italia dei valori: appoggio al referendum elettorale e, dal 24 luglio in poi, dopo il deposito delle firme in cassazione, battaglia per la riduzione dei costi della politica. Con un disegno di legge che Fini definisce «meno timido» di quello del governo e con la costituzione di un intergruppo parlamentare bipartisan «Del fare» per «la riforma etica della politica».
È su questi due punti che decidono di giocare in asse Alleanza Nazionale e Italia dei Valori e in una conferenza stampa annunciano le loro «convergenze» in materia. Di Pietro rivendica «il coraggio» di un partito piccolo come il suo dimostrato nell'appoggiare «un referendum che ne mette in discussione l'esistenza stessa», ma, aggiunge, «all'appello per una legge elettorale che assicuri governabilità e per una politica non come costo ma come servizio, non potevamo che rispondere positivamente, anche con l'opposizione. o meglio- precisa- con quella parte della politica che su questi temi ha coerenza e coraggio».
Quella con italia dei valori, spiega Fini, «è un'iniziativa all'insegna di un trasversalismo positivo, che è quello che si fa nelle piazze, assumendosene la responsabilità». Tanto meglio quindi se le convergenze si trovano «con uno come Di Pietro che, in una fase in cui chi esce da un partito subito ne fonda un altro, sostendendo il referendum compie una scelta assolutamente non ordinaria».
Ma, appunto, da quell'impegno si parte per un'iniziativa ulteriore. per superare la crisi della politica «va bene, ma non basta- dice il ministro delle Infrastrutture- il disegno di legge Santagata» che somiglia piuttosto «a un pannicello caldo». Per questo i due leader si augurano di riuscire a raccogliere il consenso di almeno cento parlamentari attorno a una proposta elaborata dai due partiti che prevede, tra l'altro, la regolamentazione delle lobbies, tetti massimi di spesa per il funzionamento degli organi istituzionali, la creazione di un'autorità indipendente per regolare l'attività politica, l'attuazione del riconoscimento giuridico dei partiti previsti dall'articolo 49 della costituzione.
Pubblicato il: 16.07.07 Modificato il: 16.07.07 alle ore 18.33 © l'Unità.
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