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« Risposta #2 inserito:: Settembre 03, 2008, 06:23:09 pm » |
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Hanno detto di lui: da Mina a Mogol, da Venditti a Ligabue
(Luciano Clerico)
LUGANO, 9 SET 1998 - Pensieri, non parole. Dal suo ritiro svizzero, alto ai margini di un lago, e' cosi' che Mina piange Lucio. Senza una parola, quantomeno in pubblico. Solo cosi', forse pensa, il suo canto puo' essere davvero libero. Come per la morte di Frank Sinatra, al quale la legava un sodalizio artistico ben meno significativo, anche per la morte di Lucio Battisti la piu' importante cantante italiana non ha mutato atteggiamento: nessuna dichiarazione, nessuna intervista, nessuna fotografia. Niente, se non il solito, appartato silenzio nei margini della Svizzera. Nel suo rifugio di Lugano, dove la signora Mazzini vive e lavora senza concedere da almeno 20 anni un'intervista che sia una, la notizia della morte di Battisti e' giunta in mattinata, via radio. ''La signora - hanno riferito alla Gsu, la casa di incisione di Lugano dove Mina abitualmente incide i suoi album - ci ha telefonato appena l'ha saputo e ha detto che preferisce non fare commenti. Ci ha anche detto di riferire a chiunque telefoni che questo e' il suo desiderio''. Di lui, di Battisti, Mina ha interpretato tutte le canzoni piu' belle. ''Mina canta Lucio'' e' stato - letteralmente - uno degli Lp piu' fortunati della storia della musica leggera italiana. Parole e musica di Mogol-Battisti e voce di Mina per ''Il nostro caro angelo'' o ''I giardini di marzo'' o ''Emozioni''. Un successo senza precedenti.
Cosi' come alcuni 45 giri che hanno attraversato, e continuano a farlo, intere generazioni di ragazzi, da ''Insieme'' a ''Amor mio''. Ma anche in morte di Battisti, Mina ha tenuto per se' le sue emozioni. Non una parola. Pensieri, tanti di quelli, ma segreti come quelle stesse ''Emozioni'' che Lucio riusci' ad esprimere in musica e lei ad interpretare come nessuno. ''Mina e' da quasi 20 anni che non parla in pubblico - ha riferito uno dei portavoce della cantante, Michele Di Lernia - e non lo fara' neppure in questa occasione. Anzi, tantomeno in questa occasione. Non era forse questa la scelta di Battisti?''. Gia': il silenzio, il rifiuto del pubblico. Come Lucio. Al punto che neppure nel giorno della sua morte Mina e' venuta meno a questa scelta. Dalla sua abitazione alta sul lago rispondono che ''la signora e' fuori, forse al mare''; dalla casa discografica dicono di ''aver ricevuto una telefonata in mattinata''. - Da dove? ''Non sappiamo''; dai diversi uffici stampa ribadiscono di non essere riusciti a mettersi in contatto con lei. Lo stesso vale per il figlio Massimiliano. Di Mina, insomma, nessuna traccia, neppure in morte di Lucio. Ma una verita': e' cosi' che vuole ricordarlo. Ci penseranno le tv a inondare la pubblica curiosita' con duetti, filmati e quant'altro. Lei tace, nascosta. Guarda il lago? Forse. Di certo pero', ovunque egli sia, le ritorna in mente.
MOGOL 'ANCORA UN RISPETTOSO SILENZIO' - Mogol, il paroliere delle piu' belle canzoni di Battisti, ha affidato al Tg2 delle 13 poche parole sul cantatutore scomparso: ''Sono certo - ha detto - che anche in questo momento Lucio apprezzerebbe un rispettoso silenzio. Chi lo ha amato si unisca me in una preghiera''.
ARBORE, 'GIOVANI ARTISTI RICONOSCANO DEBITO' - ''Lucio e' stato il piu' grande innnovatore della nostra musica leggera. Da lui sono partiti molti figliocci. Mi piacerebbe che in questa occasione lo riconoscessero''. Renzo Arbore ha ricordato cosi' Lucio Battisti, ''che per primo - dice - portai in tv ai tempi di 'Bandiera gialla'''. ''Lucio ha rivoluzionato la musica italiana - afferma - senza aver l'aria di voler cambiare il mondo. Ho rispettato la sua scelta di privacy. Ognuno ha i suoi codici, gli artisti in particolare. Anche ai tempi di 'Bandiera gialla' preferiva cantare piuttosto che parlare''. ''Non vedevo Lucio da vent'anni - continua Arbore, che nel '69 convinse Battisti a presentare in gara al Festivalbar 'Acqua azzurra' (che vinse) al posto di 'Un'avventura' - ma di recente avevo ricevuto con piacere suoi saluti. Il ricordo che porto nel cuore e' di una sera lontana, di tanti e tanti anni fa, nella quale in casa di amici Lucio suono' la chitarra e canto' con noi come un compagno di scuola''.
PATTY PRAVO, 'MI CHIAMAVA STRAMBELLI' - Patty Pravo, una delle interpeti piu' classiche delle canzoni di Battisti, anche stasera, a Napoli, cantera' '''Il Paradiso, per salutare qualcuno che ha fatto la storia della musica italiana''. ''Cosi' come con tutto l' ambiente, anche con me non aveva rapporti frequenti - prosegue la cantante - La cosa che piu' mi piaceva di lui era la sua abitudine a chiamarmi Strambelli, il mio vero cognome. Per me e' morto troppo giovane, aveva ancora molte cose da dire, ho apprezzato sempre il suo modo di fare ricerca, il suo tirarsi fuori dagli schemi''.
AGNELLI, 'MI DISPIACE MOLTO' - ''Mi dispiace molto''. Con questa battuta il presidente onorario della Fiat Gianni Agnelli ha espresso il suo cordoglio per la morte di Lucio Battisti. ''Non sono molto esperto in questa materia ma era un uomo che godeva di una larga popolarita'.
MONICA VITTI, 'E' IRRIPETIBILE' - ''Lucio e' un personaggio irripetibile, che ha segnato un'epoca nel modo di cantare, di essere, di vivere...e' un personaggio straordinario'' dice Monica Vitti, pensando al cantautore scomparso oggi. ''E' molto toccante la sua perdita - sostiene ancora l'attrice - perche' non e' possibile ritrovare un personaggio pieno di emozioni e di talento come lui. Io sono, come tutti credo, molto emozionata e molto addolorata, perche' e' uno dei personaggi della nostra storia, della nostra vita, dello spettacolo, della canzone, di tutto, che non si ripetera' mai''.
PAOLI, 'HO AMATO SUE CANZONI, CANTATE DA LUI' - ''Ho molto amato le sue canzoni, ma cantate da lui, non da altri'', ha detto ai giornalisti Gino Paoli commentando la scomparsa di Lucio Battisti. Per l'autore del ''Cielo in una stanza'' ''certe canzoni sono degli 'evergreen' che nascono da coincidenze strordinarie, in questo caso l'incontro tra il talento di Battisti e quello di Mogol. Quando e' venuta a mancare una delle due coincidenze, la magia e' finita''. Tra gli ingredienti del talento del cantautore reatino, Paoli sottolinea ''quella voce stramba, anticonvenzionale, che si e' sposata alla perfezione con la poesia di Mogol. Per questo - ha concluso - mi piace ascoltare le sue canzoni cantate da lui''.
VENDITTI, 'MILLE RICORDI, MA SCELGO SILENZIO' - ''Mille ricordi mi legano a Lucio, ma scelgo il silenzio, per rispettare la sua scelta di privacy''. Nelle parole a tratti commosse di Antonello Venditti c'e' il senso della reazione di silenzio, compostezza, riserbo di gran parte del mondo musicale che, per strade diverse, e' giunto al successo negli anni '70 contribuendo al rinnovamento della musica leggera italiana. ''La volonta' di Lucio e' chiara - ha detto Venditti - e voglio rispettarla. I tanti ricordi li tengo per me. E' cio' che lui ha scelto e voluto. Non me la sento, a livello umano, di aggiungere altro se non un pensiero d'affetto per la famiglia, la sua, quella che aveva scelto. Al figlio Luca, al padre, che ha 85 anni e vive il dolore di vedere un figlio andarsene prima di lui''.
LIGABUE, 'ERA IL PIU' GRANDE' - 'Era il piu' grande'. Luciano Ligabue ricorda cosi' Lucio Battisti. 'E' stato il piu' grande non solo come artista ma anche per la sua capacita' di tenere lontani i media dalla sua vita, anche quella creativa. E nel rispetto della scelta del silenzio di un grande - conclude Ligabue - la cosa piu' giusta da fare e' non aggiungere altro''.
GIANNA NANNINI E BENNATO, 'L' INIZIO CON LUI' - Gianna Nannini ed Edoardo Bennato condividono il debutto con la Numero Uno, l' etichetta fondata da Lucio Battisti e Mogol. Ma non l' atteggiamento di fronte alla notizia della scomparsa del loro grande mentore.
''Rispetto il silenzio di Lucio, rotto solo dalla sua voce che ha dato a me il coraggio di cantare e al mondo nuovi brividi'' e' la dichiarazione della Nannini.
Piu' articolato e ispirato alla memoria personale il ricordo di Edoardo Bennato. ''La prima volta che ci incontrammo lui rimase colpito dall' armonica che portavo al collo alla maniera di Dylan. Gli prestai un disco di John Hammond, il mio bluesman preferito, e lui lo consumo'. Da allora in piu' di un' occasione ci siamo trovati a suonare insieme accordi di blues. Lucio Battisti e' un personaggio che appartiene a tutti - prosegue Bennato - La sua carriera e' divisa in due fasi: quella con Mogol e quella quando ormai non voleva sapere piu' niente dell'ambiente della musica e sfornava dischi talmente astrusi da sembrare uno strumento per prendere in giro il pubblico e i discografici. Cercava di stare il piu' lontano possibile dall'ambiente e dall'industria del disco che lui disprezzava e che ora trarra' vantaggio dalla sua morte grazie ai suoi dischi''.
da ansa
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