Admin
Utente non iscritto
|
|
« Risposta #2 inserito:: Agosto 14, 2008, 05:20:08 pm » |
|
Domanda su Commissione: perché?
Vittorio Emiliani
Premetto che sulla commissione Amato voluta dal sindaco di Roma Alemanno non prenderò posizione. Cioè non dirò se aderire, non aderire, o addirittura sabotare. Anche perché la mia opinione sarebbe del tutto ininfluente. Vorrei dare e darmi una risposta al quesito: ma a che serve questa nuova commissione per giunta bi-partisan? Ho girato la domanda ad una serie di amici e amiche ottenendo però risposte di sapore ferragostano. "Servirà a verificare dove è finita la rana smeraldina che un tempo allignava anche nel laghetto di Villa Borghese". Oppure: "Ci farà capire se i cavalli delle botticelle romane si stancano troppo o sono, come dice Brunetta, dei fannulloni" (per la verità un solerte assessore capitolino li ha già muniti di zoccolometro). O ancora: "Ci dirà quante zanzare tigri si pappa un pipistrello ogni giorno dopo il calar del sole". Personalmente presumo che ne faccia scorpacciate da 2-3.000 al dì (ma sarei curioso di saperne di più io pure).
Chiaramente non è questa la strada per comprendere il senso vero della commissione Amato-Alemanno. Cerco allora di rifarmi alla lunga lettera scritta dal sindaco di Roma al quotidiano "La Repubblica". Dove si parte da lontano citando nientemeno che Italo Insolera, egregio urbanista e storico dell’urbanistica a Roma, intellettuale di sinistra, per affermare che la nostra capitale ha sofferto di una pluridecennale speculazione fondiaria a cui le giunte di sinistra, andate al governo nel 1976, non hanno rimediato. Forse il sindaco Alemanno avrebbe dovuto spiegare che i guasti peggiori li combinarono amministrazioni dc appoggiate in modo diretto dal suo ex partito, il Msi. Prima Rebecchini e poi, soprattutto, Cioccetti col "mostro" dell’Hilton ad occupare l’intatto Monte Mario e continuando a rinviare sine die il PRG. Secondo lui, Argan, Petroselli e Vetere non sanarono le storiche e meno storiche borgate. Anche qui facciamo memoria: la prima di esse, Primavalle, fu creata dal fascismo per concentrarvi - lo scrive, e rivendica, Giuseppe Bottai - i sovversivi che abitavano nella zona di Via dell’Impero ora dei Fori Imperiali. Verità storica vuole che quelle periferie senza alcun servizio o quasi, "per murati vivi", come scriveva sempre Antonio Cederna, furono risanate e dotate di ogni servizio (ora anche culturale, come le biblioteche e, in alcuni casi, i teatri) dalle giunte di sinistra e poi di centrosinistra, con uno sforzo immane. Secondo Gianni Alemanno le cose non stanno così. Anzi, grazie al centrosinistra Roma "si è sovraccaricata di nuovi quartieri abusivi". Qui ci vuole un altro pezzo di memoria storica: la sola forza a sostenere che il nuovo abusivismo romano fosse ancora "sociale" o "di necessità" (e non invece pura speculazione) fu proprio il Movimento Sociale Italiano con Francesco Storace che eresse il largo petto a protezione degli abusivi della Storta (Parco di Veio) pochi anni or sono. Contro che cosa? Ma contro le ruspe demolitrici mandate dalle giunte Rutelli e poi Veltroni, sicuramente meritorie in questo campo strategico. Vedremo cosa farà Alemanno contro tale fenomeno tuttora strisciante insieme a quello dei maxi-cartelloni abusivi, per esempio.
La commissione Amato-Alemanno - leggo ancora - ha l’obiettivo di "fare entrare Roma nel network delle grandi metropoli globali, dando ad essa quel ruolo centrale nel Mediterraneo che, per troppo tempo, è stato sognato e inseguito senza successi sostanziali". Testuale. Siamo alle parole in libertà. Un network non si nega a nessuno. Purtroppo (per lui) l’attuale sindaco è compagno pieno di cordata nel Berlusconi IV di un signore di Varese che tratta Roma come minimo da "ladrona" e anche peggio. Cosa che sembrava convalidata da tutta la campagna del centrodestra fondata sul "buco" enorme di bilancio in Campidoglio e sulla criminalità che, con Veltroni sindaco, stava insanguinando tutta la città. Il "buco" si è rivelato una penosa bufala e Roma continua ad essere la capitale di gran lunga meno insicura fra quelle dei Paesi sviluppati, con un indice di omicidi decisamente inferiore a quel paradiso in terra chiamato Milano, amministrato dal centrodestra dal 1993.
La commissione potrebbe a fungere (cito ancora Alemanno) da "banca progetti" da proporre ad investitori italiani e stranieri. Forse però bastava una commissione comunale ben qualificata. Ma poi: progetti in base a quale strategia di fondo per Roma? Qui Alemanno è chiarissimo: la sua maggioranza di progetti non ne aveva e non ne ha, li vuole elaborare adesso con l’accordo di tutte le forze politiche. Mi permetto di insistere: in base a quale visione strategica della realtà della capitale? In base alla visione elettorale di Alemanno che ha puntato tutto sull’espulsione immediata di almeno 20.000 fra rom e clandestini, sulla pistola ai vigili urbani (e quelli, i più, che non sanno sparare, che faranno?), sull’abbattimento della teca costruita da Richard Meier per l’Ara Pacis augustea (come strepitava Sgarbi, poi deluso nelle sue aspirazioni assessorili o dirigenziali), poi sulla demolizione del solo muro, e così via? Un po’ pochino per costruirci una strategia degna di una capitale. E poi, diciamo la verità, la democrazia è fatta di conflitti (pacifici), di una serrata dialettica fra governi e opposizioni: Giuliano Amato lo sa meglio di tutti noi. La soluzione bi-partisan è del tutto eccezionale.
Per la verità dobbiamo constatare i 20.000 da espellere sono, più o meno, dove stavano, ma sono mancati alla città 200.000 stranieri in veste di turisti, in parte spaventati da quella violentissima campagna di denigrazione della capitale (lo ripeto) meno insicura d’Europa. Come rimediare? Per esempio, ricreando il caos nei parcheggi col non prendere subito posizione sulla sentenza del Tar sulle strisce blu o anche facendo un grosso favore ai commercianti e agli esercenti col ridurre di 2 ore (giusto dalle 21 alle 23) il funzionamento dei varchi elettronici per la ZTL. Per cui, se l’attuale giunta deciderà di seguire il parere dei saggi" che hanno bocciato il parcheggio del Pincio (con buone ragioni, a mio avviso), essa seguirà una politica schizoide: da una parte incoraggerà la marea montante di Suv ad entrare prima delle 23 nella città storica e dall’altra si opporrà ad un parcheggio destinato ad attrarre altro traffico in centro.
Questa benedetta commissione bi-partisan poteva forse occuparsi di garantire regole nuove, di assoluta trasparenza tecnico-scientifica, manageriale, professionale, alle nomine nei consigli di amministrazione delle società pubbliche. Ma abbiamo visto come è stato nominato il nuovo direttore delle 40 biblioteche comunali, cioè con criteri di partito, e come siano bloccate le nomine dei CdA più importanti nel braccio di ferro fra le correnti che fanno capo, rispettivamente, ad Augello, a Rampelli, a Giro e a Tajani. Un quadrifoglio di genii della politica bi-partisan. Con la quale si sta facendo fuori, per esempio, dalla direzione artistica dell’Opera di Roma un giovane e capace musicista come Nicola Sani accusato di spendere troppo prim’ancora di cominciare, nel 2009. In realtà la sua sola colpa è stata quella di venire nominato da Veltroni sindaco e da Rutelli ministro e di non essere uomo di tessera né di corrente. Per evitare altri guasti del genere una commissione di garanti sarebbe certamente utile.
Ultima chicca: Comune, Provincia e Regione "non sono vincolate a recepire tutto quanto sarà loro proposto dalla relazione finale della Commissione" (Alemanno). Per cui che essa si occupi della scomparsa della rana smeraldina dai bordi delle "marane" o del Distretto Federale di Roma capitale d’Italia (tipico incarico governativo peraltro) farà lo stesso, a spanne. Siamo alla solenne, magari nobile, copertura "culturale" di ben altro, siamo, temo, ad un’altra gigantesca foglia di fico.
Pubblicato il: 14.08.08 Modificato il: 14.08.08 alle ore 14.45 © l'Unità.
|