Admin
Utente non iscritto
|
|
« inserito:: Luglio 27, 2008, 11:09:55 am » |
|
In questi giorni si legge, un po' da tutte le parti, che l'attuale crisi economica/finanziaria/energetica, ammesso che sia una crisi ed ammesso che sia seria, non sarà certamente niente di simile a quella famigerata del 1929.
Questo, in effetti, è altamente probabile ma, paradossalmente, non è per niente una buona notizia.
Infatti, se l'economia mondiale non andrà in recessione, unico serio modo per arrestare la crescita dei consumi in tempi stretti e nella misura necessaria, la domanda di petrolio continuerà ad aumentare e con questa il prezzo (non potendo la produzione crescere significativamente), cosi incentivando la famosa "speculazione", in un perverso gioco al rialzo. Il prezzo crescerà, fino a strangolare la domanda, a causa dell'aumento generalizzato dei prezzi di tutti i prodotti (ci vuole energia per produrre, confezionare, trasportare e distribuire QUALUNQUE prodotto), così facendo incontrare, con le cattive,la curva dell'offerta e quella della domanda.
Sintesi della lavandaia: tanto più ci si ostinerà a tenere su l'economia, tanto più brusca sarà la frenata e più alta la probabilità di perdere il controllo del Tir finanziario-economico mondiale.
Ma questa è solo la prima e più immediata cattiva notizia.
La seconda è che questa crisi non può essere come quella del 1929 se non altro per l'elementare motivo che le sue radici sono strutturali e non produttivo/speculative come quelle della grande crisi del XX secolo .
Nel 1929 il mondo e le sue risorse erano quasi intatti, pronti per essere sfruttati, conquistati, sviluppati.
Non c'era certo scarsità energetica, l'unico vincolo alla produzione industriale era dato dalla capacità del mercato di assorbire la produzione; l'introduzione della meccanizzazione agricola, della lotta chimica agli infestanti, dei moderni fertilizzanti, della selezione genica stava già facendo esplodere la produzione alimentare.
Insomma si trattava di una brutta influenza in un corpo sano.
Che infatti recuperò in pochi anni i livelli del '29.
Questa che si delinea in questi mesi, invece, somiglia molto di più ad una broncopolmonite per un centenario, come del resto è, sostanzialmente, il nostro sistema economico. In un corpo debilitato e che a malapena riesce a vivacchiare in condizioni ordinarie il prodigioso espandersi delle economie asiatiche somiglia ad un cancro in metastasi, il rapido collasso del sistema bancario ad una serie di infarti sempre aggravantesi, la crisi energetica ed alimentare a una dieta da Gulag.
Insomma il baldo giovane del 29, ottanta anni dopo, è ormai un decrepito vecchietto e non ci sarà assolutamente da stupirsi se, questa volta, non gliela farà.
da crisis.blogsfere.it
|