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Autore Discussione: Imprenditori convocati a villa Madama: "Pensate positivo". (con lui no... ndr)  (Letto 2576 volte)
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« inserito:: Luglio 18, 2008, 11:02:25 am »

POLITICA

Imprenditori convocati a villa Madama: "Pensate positivo".

Montezemolo non è stato nemmeno invitato. Assente Passera

A cena da Berlusconi "L'Italia del fare"

 
di ELENA POLIDORI


ROMA - "L'economia va male, inutile girarci intorno. Bisogna rilanciare il paese". E così Silvio Berlusconi decide di invitare a cena il Gotha dell'industria pubblica e privata, alcuni banchieri e un nutrito gruppo di ministri. E' "l'Italia del fare" quella che il presidente del Consiglio riunisce nei saloni con i soffitti a volta del palazzo cinquecentesco, progettato da Raffaello Sanzio alle pendici di Monte Mario. Sono gli uomini e le donne che dovrebbero aiutarlo a "trovare una soluzione" alla crisi che s'è creata "per colpa del petrolio", proprio come sostiene Tremonti e che il premier valuta "globale", e dunque bisognosa del coinvolgimento di tutti. "Ci vuole un impegno corale. Servono le infrastrutture. E soprattutto, bisogna pensare positivo", è l'esortazione. "Occorre entusiamo".

Su per i viali alberati che sfociano in un giardino pensile mozzafiato e quindi in una loggia ad arcate sfilano le berline dei big nazionali, chiamati a raccolta per le 20. Si vedono le due signore della Confindustria, Emma Marcegaglia e Federica Guidi. Poi gli industriali Ettore Riello, Giuseppe Lavazza e Gilberto Benetton. Arrivano anche gli amministratori delegati di aziende private e pubbliche, come Sergio Marchionne (Fiat), Paolo Scaroni (Eni), Fulvio Conti (Enel), Gianfranco De Cesaris, (Mercedes-Benz) e Massimo Sarmi (Poste Italiane). Luca Cordero di Montezemolo, che pure era stato indicato dal governo come un possibile ambasciatore del "made in Italy", che guida la Ferrari e ha appena presentato il primo treno privato ad alta velocità, non è stato invitato. Non c'è neppure il banchiere Corrado Passera, impegnato altrove. Si vede invece Fabrizio Palenzona (Unicredit). Gli inviti, redatti anche con l'aiuto del deputato forzista Valentino Valentini, che svolge in qualche maniera funzioni di segretario particolare del presidente, sono stati estesi anche a Giovanni Bazoli, Alessandro Profumo, Cesare Geronzi; agli industriali Guido Barilla, Gabriele Galateri di Genola , Alberto Bombassei, Paolo Zegna, al costruttore Paolo Buzzetti. Così come ai leader di Confcommercio (Carlo Sangalli), Confagricoltura (Federico Vecchioni) e Confartigianato (Giorgio Guerrini). Col premier, per il governo, ci sono i ministri Giulio Tremonti, Claudio Scajola, Maurizio Sacconi, Angelino Alfano, Raffaele Fitto e Sandro Bondi. I sottosegretari alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta e Paolo Bonaiuti, insieme al segretario generale di Palazzo Chigi Mauro Masi. Berlusconi parla a lungo e di nuovo anche di giustizia. Appoggia le tesi di Tremonti sulla speculazione che spinge i prezzi del greggio. Invita all' "ottimismo".

Cena informale, leggera, come piace al presidente. E soprattutto, la prima di una serie, per scambiarsi opinioni e idee sul da farsi. I problemi sono tanti, macro e micro. L'economia è piatta. I consumi ristagnano. Gli investimenti sono fermi. La produzione industriale cala. La competitività peggiora. La redditività delle imprese flette. Il potere d'acquisto delle famiglie è eroso dal carovita. E il mix micidiale di caro petrolio e caro cibo rischia di inasprire ulteriormente l'inflazione, già ai massimi dalla metà degli anni Novanta. Poi c'è la spazzatura di Napoli. E c'è pure la crisi di Alitalia. Al di là dei manicaretti più o meno light che prepara il cuoco Michele, il piatto complessivo è indigesto, non c'è dubbio.

Ma il premier vuole ricette. Spera che l' "Italia del fare", formula-chiave della retorica berlusconiana, da contrapporsi a quella delle chiacchiere, possa fornirgliele. Ci ha già provato una volta, nel lontano settembre 1994: cena con i grandi dell'economia, presso l'abitazione romana di Gianni Agnelli, a due passi del Quirinale. Solo che quella sera si trattava anche di far tornare il dialogo tra governo e industriali, dopo mesi di freddezza. "Cena del disgelo", si disse, peraltro deludente secondo il racconto dei protagonisti di allora. Stavolta, almeno fino ad ora, il dialogo c'è. Ma ancora mancano i fatti.

(17 luglio 2008)

da repubblica.it
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