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Autore Discussione: La seconda vita di Fiorani "In tv darò consigli ai truffati"  (Letto 5075 volte)
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« inserito:: Luglio 14, 2007, 12:08:55 pm »

CRONACA

Torna in pista uno dei protagonisti dell'estate dei "furbetti" sotto accusa nell'inchiesta sulla scalata ad Antonveneta

La seconda vita di Fiorani "In tv darò consigli ai truffati"

Fazio? In Olanda e Francia fanno come lui

Alla fine hanno vinto Tremonti e Geronzi

dal nostro inviato LUCA PAGNI

 

LODI - Non esordisce, come fanno in tanti, sostenendo che il carcere l'ha cambiato. Piuttosto che grazie ai quei quattro mesi a San Vittore si sente come "chi non ha più nulla da perdere ma molto da raccontare". E che, d'ora in poi, non perderà più occasione per dimostrarlo. Con tutti gli strumenti possibili: un libro, una trasmissione tv, partecipazioni a convegni, conferenze. "Ma tutto il ricavato andrà in beneficenza, per me non voglio nulla".

Un anno fa in questo stesso periodo Gianpiero Fiorani, il manager che ha portato la ex Popolare Lodi da semisconosciuto istituto di provincia fino ai vertici della finanza italiana, usciva dal carcere. Dove era finito in seguito all'inchiesta per il tentativo di scalata ad Antonveneta, accusato di aver arrangiato i conti della sua banca, di aver trafficato con i vari Ricucci, Gnutti, Consorte e persino con l'ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio per realizzare il suo progetto. Di essersi arricchito illegalmente. Di aver finanziato con i soldi della Lodi il tentativo di scalata al Corriere della Sera.

Per undici mesi si è nascosto, o quasi. "Non potevo fermare lo tsunami con un ombrellino. Dovevo aspettare che passasse l'ondata". Poi la svolta e la decisione di uscire allo scoperto: "Non dovevano attaccare la mia famiglia". Prima compare a una partita di pallanuoto in Liguria, poi attacca i nuovi vertici della Banca, quindi chiede di presentare una nuova memoria ai giudici. Fino a diventare uno dei protagonisti dell'estate del gossip: presenza quasi fissa al Billionaire di Briatore, foto in braccio al tronista Costantino, tenere effusioni con Naike Rivelli, figlia di Ornella Muti. Lo incontriamo in un agriturismo vicino a Lodi. È rilassato, abbronzato, solo con qualche chilo di troppo.

È vero che pubblicherà un libro e che l'ha iniziato a San Vittore?
"È vero. Anche se i primi giorni pensavo solo a suicidarmi. Ci ho provato con un sacchetto di plastica in testa. Era orribile: Gloria, mia moglie, mi portava i cerotti perché di notte non mi entrassero in bocca gli scarafaggi. Mi ha aiutato il mio compagno di cella. Un cinquantenne palermitano, accusato di rapina in banca".

Una beffa del destino...
"Era pure analfabeta. Scrivevo per lui lettere d'amore alle fidanzate. Poi ho iniziato il libro. È un romanzo, la storia è ambientata in Francia, c'è un imprenditore che vuole scalare una società molto più grande della sua, interviene la Consob francese, la magistratura..."

Il protagonista finisce in carcere?
"Sarà una sorpresa, ma non c'è, purtroppo, un lieto fine".

L'editore?
"Ho già contatti con Feltrinelli, Mondadori e Rizzoli. Sarebbe bello se fosse Rcs dopo che hanno detto che la volevo scalare".

È vero che in questa operazione aveva l'appoggio di Berlusconi?
"Berlusconi si è sempre fatto i fatti suoi. E Ricucci non voleva scalare il Corriere. Era solo una speculazione: comprava per vendere ai francesi di Lagardère. Ai quali interessava prendere un 20% e aspettare la scadenza del patto di sindacato".

Ma Ricucci lo ha finanziato lei. Ricambiava il favore per il sostegno alla scalata ad Antonveneta?
"A Ricucci i soldi li ho dati, ma ha messo le azioni in garanzia, che sono poi rimaste alla Lodi. E come le hanno vendute? Hanno dato l'incarico ad un advisor storico di Benetton. E a chi sono finite? A Benetton".

Lei è la causa delle dimissioni dell'ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio. Ma le sembra che in un paese normale il controllato e il controllore si telefonino a mezzanotte per passarsi notizie riservate e che lei lo ringrazi mandandogli un bacio in fronte?
"Perché all'estero cosa fanno? In Olanda dopo averci attaccato perché non consentivamo ad Abn Amro di prendere Antonveneta il governatore della banca centrale si è messo di traverso sulla cordata di Royal Bank of Scotland. E in Francia? Non hanno appena dichiarato che è importante che le banche rimangano sotto il controllo di soci nazionali perché sono fondamentali per lo sviluppo del paese?"

Fazio che doveva garantire le regole del gioco ne ha inventato uno: la nascita di due nuovi colossi bancari, uno al centrodestra e uno al centrosinistra.
"Il disegno era più grande: Lodi-Antonveneta avrebbe avuto le dimensioni per poter poi fondersi con Capitalia. Mentre Unipol-Bnl si sarebbe poi unito con Mps. Ma l'atto definitivo sarebbe stato quello di mettere tutto insieme per dar vita al più grande gruppo bancario-assicurativo d'Europa".

Peccato che avete cercato di scalare Antonveneta aggirando le regole.
"Da quando ci hanno obbligati all'Opa ogni nostra operazione è stata denunciata alla Consob. I contatti con il presidente Cardia erano quotidiani. Poi, si immagini, il figlio di Cardia era (e lo è tutt'ora, ndr) consulente legale della Popolare Lodi".

L'intervento della magistratura ha fatto saltare il piano.
"Non è stata una vittoria dei giudici. L'ho anche detto durante gli interrogatori al pm Greco che reputo una delle persone più intelligenti d'Italia".

Chi ha vinto, allora?
"Tremonti e Geronzi. Due che nel nostro paese contano parecchio".

Ritiene, quindi, di essere vittima dello scontro tra Fazio e l'allora ministro dell'Economia. Mentre Geronzi si è mosso quando ha capito che miravate a Capitalia. È così?
"Si, perché i Ds erano favorevoli con D'Alema che spingeva per Mps e Fassino per Bnl. Tremonti ha fatto il suo mestiere, si è trattato di battaglie. Si sa, in guerra come in amore vale tutto. Ma Geronzi è il più forte, ce li ha tutti in mano".

Lei ha finanziato gli esponenti politici per sostenere Fazio e la vostra scalata. Li contattava lei o si proponevano loro?
"Ma erano quattro soldi. Si pagavano la campagna elettorale, nemmeno quarantamila euro alla volta. Mi chiedevano di finanziare libri sugli alpini, robe così".

L'hanno accusata di aver sottratto soldi dai conti correnti dei defunti.
"Questa poi è pazzesca: ho lavorato allo sportello solo all'inizio della mia carriera, tanti anni fa, non c'erano nemmeno i computer. Non li saprei togliere ai vivi, figuriamoci ai morti".

Non ha mai pensato che stava facendo crescere la Popolare di Lodi violando regole e leggi?
"Lo ripeto, di tutte le nostre mosse abbiano avvisato gli organi competenti. Ma una cosa ho capito da tutta questa vicenda: le fusioni tra banche si fanno solo se uno degli istituti è in difficoltà finanziarie oppure se ci sono problemi di governance e di poltrone. Ci pensi: guardi cosa è successo di recente fra la Popolare Milano e l'Emilia Romagna. La fusione è saltata nonostante l'intervento di Draghi".

Cosa vorrebbe dire?
"Sulla Milano non c'erano i francesi di Crédit Mutuelle? E lui non è intervenuto suggerendo che era meglio allearsi con l'Emilia? A proposito: se lo avesse fatto Fazio ai tempi lo avrebbero giustiziato in piazza a Lodi a testa in giù. Ma si vede che i tempi sono cambiati".

Non solo quelli. Sta più lei sulle pagine dei rotocalchi rosa che i divi delle telenovela. La vedremo in tv?
"Sto trattando per una trasmissione su Rai Due da ottobre, al pomeriggio, in cui parlerò in difesa dei diseredati, dei cittadini truffati dalle finanziarie e dalle banche. Me lo ha chiesto il direttore della rete Antonio Marano".

Che è leghista. Così diranno che la ricompensano per aver rilevato con la Popolare Lodi il Credieuronord, l'istituto fondato da Bossi, che su 40 milioni di impieghi ne aveva 8 di sofferenze.
"E se lo facevo su Canale 5 avrebbero detto che sono amico di Berlusconi".

Le attribuiscono decine di società immobiliari e un tesoretto di 100 milioni.
"Al momento ho tutto bloccato, anche il Bancomat che mi hanno ritirato pochi giorni fa a Cagliari. I nuovi amministratori della Lodi hanno agito contro di me. Ma io l'ho detto ai giudici che tutto ciò che avevo è stato messo a disposizione, anche i soldi all'estero. Vorrei sapere che danni ho fatto. Chi può vantare pretese nei miei confronti: si faccia avanti".

I cambiamenti nella sua vita coinvolgeranno anche la sua famiglia?
"Si riferisce alle foto con la figlia di Ornella Muti? No, mia moglie può stare tranquilla sono da sempre innamorato pazzo di lei. È stata tutta una combinazione. Ho pensato che in estate interessa solo la cronaca rosa. Il bacio che ho dato a Naike lo veda come quello dato in fronte a Fazio: chi mi conosce lo sa che sono fatto così".

(14 luglio 2007) 

da repubblica.it
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« Risposta #1 inserito:: Luglio 15, 2007, 09:32:41 am »

15/7/2007 (8:25) - LA FESTA IN COSTA SMERALDA

Fiorani cubista al Billionaire
 
L'ex banchiere: e ora voglio cantare a San Remo

MARIA CORBI
INVIATA A PORTO ROTONDO


Non c’è Valeria Marini che tenga di fronte a uno scatenato Giampiero Fiorani che balla bene come un cubista di Ibiza nel privè del Billionaire, i fotografi sono tutti per lui che fino alle cinque di mattina non lascia la pista da ballo. Gran galà di apertura del locale targato Briatore e una star incontrastata, l’ex banchiere di Lodi prestato alla scuderia di Lele Mora. Sembrano gemelli, vestiti uguali, in completi di lino candido, ormai soci nella seconda vita dopo gli scandali. Balla Fiorani, come se non avesse mai fatto altro («invece era da 20 anni che non ballavo») e non si fermerà qui. «Voglio cantare insieme a mia moglie. Il festival di Sanremo? Perchè no».

Eccoli questi novelli Romina e Albano, per niente turbati dalle fotografie apparse su Oggi in cui Fiorani e la figlia di Ornella Muti, Naike Rivelli, sembrano molto, molto, in confidenza. «E’ che io ho problemi con i baci... da quello a Fazio in fronte a questo a Naike». Finge di crederci la signora, costretta dal marito a farsi fotografare stretta tra due tronisti, Francesco Arca e Cristiano Angelucci. «Fatti baciare sulle labbra», le urla il marito - tra un ancheggiamento e l’altro, braccia in su, bolle di sapone che lo bagnano - mentre lei ha l’aria di chi pensa «ma che mi doveva capitare...».

Non c’è Fabrizio Corona a questa festa di inizio stagione mondana perchè è impegnato a inaugurare un centro commerciale vicino Roma. Telefona a Mora che ha l’agenda delle sue ospitate. «Un impegno dopo l’altro», dice soddisfatto mentre apprende dal suo pupillo che sono state vendute 20mila copie del suo libro verità appena uscito. Non c’è Simona Ventura che ha voluto marcare la distanza tra lei e la sua vita di un tempo a costo di fare uno sgarbo al suo amico Flavio. E intorno a Fiorani scorre la festa con ospiti di vario genere, dal miliardario russo Tariko Roustam che ha appena comprato la villa di Veronica Lario a Porto Rotondo, ad Alejandro Agag, ai figli di Aznar. E poi Dana Bertarelli, in rappresentanza del padre, che fa ben sperare su una possibile Coppa America nel mare delle Bocche. Daniela Santanché è insieme a un mesto Emilio Fede che non ha nessuna voglia di festeggiare. Mentre, lei, la pasionaria di An, è soddisfatta e rivela: «Ho fatto pace con Fini». Deve essere un epidemia visto che anche la Mussolini ha confessato la sua ritrovata armonia con il leader di An.

Insomma il solito mix smeraldino: potere, soldi, politica e belle ragazze. Un imprenditore si aggira con stangona mora, un amico gli chiede notizie sulla fanciulla e lui risponde: «Mi è appena arrivata da Hong Kong». Le billionairine sono tutte schierate ad accogliere e a farsi vedere, manca «quella di Coco», la poveretta malmenata da rivale gelosa. «E’ stata fatta sparire», spiegano le colleghe che per 80 giorni di lavoro prendono 2000 euro. Ma il valore dei soldi, qui in questo lembo di paradiso per pochi, è un concetto molto relativo. E basta andare nel nuovo negozio Billionaire per rendersene conto. Un ombrello di coccodrillo del valore di 32mila euro - genere «mai più senza» - cinta da pantaloni con brillanti da 26mila euro, jeans che superano i 1000 euro e le famose pantofole di velluto, «solo» 900 euro.

Ma il concetto di vita «Billonaire» è sempre più completo e comprende adesso anche una concegierie per ricchi: Quintessentially. Ti abboni e ogni tuo desiderio verrà esaudito. Un esempio? «A Londra un signore ha chiesto di poter avere Beckham nel giardino di casa per giocare a calcio con il figlio», spiega Tony Gherardelli amministratore delegato della società. Mentre sullo yacht di 65 metri di Briatore, tra due busti-salvadanai di Mao Tse-Tung, un quadro di Botero e uno stile Warhol che trasfigura il padrone di casa in Batman e Che Guevara, si aggira Elisabetta Gregoraci, che campeggia in foto sexy sulla parete della cabina armatoriale prima dedicata a Naomi.

da lastampa.it
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« Risposta #2 inserito:: Luglio 23, 2007, 07:32:33 pm »

POLITICA

Parla Fiorani: Berlusconi il più furbo, ma nessuno ha montato lo stesso can can

La mia scalata fu osteggiata da Geronzi e dalla massoneria olandese

"Il vicepremier aveva il dovere di interessrsi di quelle banche"

di LUCA PAGNI

 
MILANO - "Ma cosa avrebbero dovuto fare due uomini politici del livello di D'Alema e Fassino? Non avrebbero dovuto interessarsi a quanto accadeva in un settore fondamentale come quello bancario? La verità, per paradosso, è che non hanno fatto abbastanza".

Gianpiero Fiorani li manda già assolti. Per l'ex numero della Popolare Lodi, il manager che sperava di creare il più grande polo del credito in Italia scalando prima Antonveneta e poi Capitalia, i vertici diessini non hanno compiuto nessun reato. Altro che insider trading e aggiotaggio: a suo dire, nelle telefonate tra Giovanni Consorte e i politici della Quercia non emerge nessuna responsabilità. Fiorani ripete, così, quanto ha già sostenuto davanti ai giudici. E anche in questa intervista non svela nessun retroscena. Salvo uno: nei mesi del tentativo di scalata ad Antoveneta ha avuto tra i suoi sostenitori Vincenzo Maranghi, il successore di Enrico Cuccia alla guida di Mediobanca, morto pochi giorni fa.

Fiorani, non è reato, secondo lei, diffondere notizie su operazioni finanziaria di cui non è stata avvisata ancora la Consob?
"Ma non ne hanno tratto vantaggi personali. Quando leggo che esclamavano "abbiamo una grande banca" ci vedo entusiasmo e partecipazione. E la soddisfazione per aver mantenuto una società importante in mani italiane. Lo stesso can can andrebbe allora montato nei confronti di Silvio Berlusconi perché aveva dichiarato che vedeva bene la nostra operazione".

Ma non esistono telefonate di Berlusconi che la chiama per sapere a che punto è il tentativo di scalata ad Antonveneta.
"È vero, ma se uno invece di telefonare si adopera per creare il contatto è la stessa cosa. Ma, lo ripeto, non ci vedo nulla di sconvolgente. Qual è il paese in cui il politico ad alto livello non si interessa di quanto accade nella finanza e nell'economia? Non so quanto ci vorrà perché emerga la verità, ma quel giorno vedremo che la scalata ad Antonveneta è stata ostacolata da Cesare Geronzi, perché aveva capito che puntavamo a Capitalia, e dalla massoneria, soprattutto olandese".

E chi ha ostacolato Unipol nel suo tentativo di conquista a Bnl?
"L'allora presidente Luigi Abete con la cordata guidata da Diego Della Valle e Luca Montezemolo che si sono schierati contro il mondo delle cooperative".

Quindi Berlusconi si è interessato, ma non l'ha aiutata.
"Come sempre è stato il più furbo. Se l'operazione fosse andata in porto stia certo che si sarebbe preso la sua parte di merito. In caso contrario, si sarebbe detto completamente estraneo".

Il pm Clementina Forleo sostiene invece di avere "prove granitiche" sulle "complicità istituzionali" e chiede di poter usare nella sua indagine anche telefonate come quelle tra lei e l'ex senatore Luigi Grillo.
"La dottoressa Forleo è magistrato molto preparato ma è anche conosciuta per essere un'intemperante: quando si mette in testa una verità non c'è verso di farle cambiare idea. Fa bene a indagare se lo ritiene opportuno, ma non dovrebbe dare giudizi di questo tipo prima del processo. Anche per evitare che si crei un inutile caso mediatico. Eppure la dottoressa Forleo ha provato sulla sua pelle cosa significa essere nel tritacarne delle polemiche quando definì guerrigliero un terrorista".

Non verrà negare l'interessamento del senatore Grillo, un vero tifoso della scalata ad Antonveneta. Telefonava anche alla moglie del governatore Antonio Fazio pur di avere notizie da riferirle.
"Ma sono cose da manuale delle Giovani Marmotte. Grillo si comportava come Sofia Loren nella Ciociara, che tenta di vendicare la figlia violentata".

Ma lei lo sentiva quasi tutti i giorni.
"Voleva ritagliarsi un ruolo, ma non ha portato nessun vantaggio il suo interessamento. In quei giorni ero sventrato da attacchi che arrivavano da ogni parte: ammetto che sentire qualcuno che stava dalla mia mi dava un po' di conforto".

Alla fine non le telefonava più nessuno?
"Non l'ho mai raccontato, ma chi mi ha seguito e consigliato in tutti quei mesi è stato Vincenzo Maranghi. Ci sentivano spesso e mi ha seguito in tutte le nostre operazioni di quei giorni. Ho dei bigliettini bellissimi in cui mi rincuora e mi incoraggia. Sono orgoglioso di aver ricreato il rapporto tra lui e Antonio Fazio. Maranghi era convinto che il Governatore avesse tramato contro di lui. L'ho fatto ricredere e li ho fatti incontrare a Roma. È stato sempre Maranghi a farmi capire che era finita: la sera in cui ha saputo che la Consob ci aveva denunciato per il concerto con Ricucci mi ha detto "Fiorani, sono passati dall'altra parte, ora la vedo molto male..."".

(23 luglio 2007) 

da repubblica.it
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« Risposta #3 inserito:: Luglio 25, 2007, 05:58:49 pm »

POLITICA

Chiesto il rinvio a giudizio per l'ex governatore di Bankitalia, l'ex ad di Bpi e un'altra settantina di persone.

E i cosiddetti 'furbetti del quartierino'

Antonveneta, la procura di Milano vuole processare Fazio e Fiorani

Le accuse vanno dall'associazione a delinquere all'aggiotaggio manipolativo informativo dall'ostacolo all'attività di vigilanza al riciclaggio e alla appropriazione indebita

 
MILANO - Per il tentativo di scalata ad Antonveneta chiesto il rinvio a giudizio per l'ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio, l'ex ad di Banca Popolare Italiana Gianpiero Fiorani, un'altra settantina di persone e nove società. Sono queste le richieste presentate dalla procura di Milano al termine dell'inchiesta che aveva portato all'arresto, tra gli altri, di Fiorani e del suo braccio destro Gianfranco Boni.

In totale sono 68 le persone per le quali i sostituti procuratori Francesco Greco, Eugenio Fusco e Giulia Perrotti, hanno chiesto il rinvio a giudizio. Tra queste vi sono anche l'ex numero uno di Unipol Giovanni Consorte e il finanziere Emilio Gnutti. E ancora gli
immobiliaristi romani Stefano Ricucci e Danilo Coppola, i cosiddetti furbetti del quartierino.

Tra gli imputati principali, cinque hanno chiesto il patteggiamento: si tratta di Fabio Massimo Conti, Giuseppe Besozzi, il commercialista dell'ex ad di Bpi Silvano Spinelli, Marco Sechi e l'imprenditore Mario Dora. La Procura di Milano ha dato il consenso al patteggiamento a patto che gli imputati risarciscano con le plusvalenze ottenute sui titoli Antonveneta.

Le accuse dei magistrati vanno dall'associazione a delinquere all'aggiotaggio manipolativo informativo, dall'ostacolo all'attività di vigilanza al riciclaggio e alla appropriazione indebita.

Per altre dieci persone, amministratori non esecutivi di varie società, che rispondevano della sola ipotesi di reato di ostacolo all'esercizio alle funzioni di Bankitalia è stata chiesta l'archiviazione. Escono di scena anche le società Bpl e Bpl Swisse che hanno patteggiato in precedenza. Restano invece, tra le società, Unipol, Fingruppo, Magiste, Gp Finanziaria, Nuova Parva, Tikal Plaza: tutte devono rispondere di aver violato la legge 231, quella che obbliga le società a predisporre modelli organizzativi atti a prevenire la commissione di reati. Ora sarà il gup a fissare la data dell'udienza preliminare.

(25 luglio 2007) 

da repubblica.it
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