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« Risposta #1 inserito:: Luglio 09, 2008, 11:07:34 pm » |
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No Cav Day, Grillo insulta
Ma la piazza non è con lui
Alessia Grossi
«Pronto - mi sentite? Io non sento niente ed è una strana coincidenza che fino a pochi minuti fa sentivo bene ora che tocca a me, no». È la voce di Beppe Grillo, quella del V-Day e della «demagogia» che - per sua stessa ammissione - «sarebbe morta insieme alla politica e ai partiti». Grillo è in collegamento con la piazza del No Cav Day solo via telefono e cerca l'ovazione, cui è abituato. Ma la piazza non risponde come sempre. «Spero solo siano problemi tecnici» aggiunge il comico. E poi inizia a parlare lo stesso anche se non ha ritorno dalla platea dei manifestanti. Parla dello «psiconano» Berlusconi, sì, ma non perde occasione per insultare «anche la nanoparticella psicotica, quel Veltroni-Topo Gigio che non si sa chi sia e non si sa cosa faccia. I partiti sono morti - urla agli "italiani" con tanto di bandiere che lo ascoltano da Roma e in diretta satellitare - ma poi dice che lui e la sua famiglia non «vogliono stare tra gli italiani cui si rivolge Berlusconi». Spara a zero su tutto, insomma, come sempre, tanto che la folla sembra più annoiata che entusiasta. Certo questa non è solo la piazza dei "grillini", e siccome lo sa, Grillo si dice più deluso dagli italiani che dai politici. Applausi se ne sentono quasi solo quando il comico genovese accenna a problemi concreti come il salario, le morti sul lavoro, Telecom e la Fiat. Poca attenzione per quegli insulti che Grillo all'inizio aveva quasi promesso di evitare. «Ho fatto un corso di ghandismo, sono buono». Poi passa ai vecchi metodi. Di Napolitano, il comico dice: «Io Morfeo non l'ho mai offeso, lui sonnecchia e firma una legge per la "banda dei quattro" che mai altri avrebbero firmato. E allora chi è quest'uomo? Un primo cittadino o uno che difende i partiti?». Non si sentono che uno o due battimano che però non attaccano.
Del resto la piazza che ha aperto con Mattia Stella «un cittadino come tutti» il No Cav day, è la piazza della partecipazione, della cittadinanza attiva, della presenza e dell'ascolto. «Della politica e non dell'antipolitica» come spiega Antonio Di Pietro nel suo intervento. «Né contro l'opposizione - ogni opposizione è rispettabile - né contro il Quirinale», spiega ancora Di Pietro.
È una piazza Navona gremita e non di turisti, ma di «cittadinanza aperta, rifiuto della paura, uso della speranza - come suggerisce il "costituzionalista di strada" Pancho Pardi.
Una piazza che non risponde con partecipazione agli insulti di Beppe Grillo indirizzati al Quirinale e al segretario del Pd Veltroni, perché è lì non per questo. E non per sfogarsi.
«È la prima manifestazione contro il governo Berlusconi - ricorda il "conduttore" Stella e gli obiettivi di questa manifestazione sono due - aggiunge - uguaglianza di tutti davanti alla legge e testimoniare che nei primi due mesi del governo l'unico intento del presidente del Consiglio è stato chiudere il proprio processi».
Ma c'è anche il «popolo dei girotondi» che con la girotondina Laura Belli sul palco tenta la «demitizzazione» del dialogo di Veltroni e allo stesso tempo dell'inattivismo a sinistra, «una sinistra convinta che tanto si perde comunque. Una panzana - continua la Belli -, l'unico modo per liberarsi delle leggi incostituzionali e di Berlusconi è la speranza». E la piazza applaude.
E quando Pardi svela il «trucco da capopolo di Berlusconi che «dicendosi eletto dal popolo stesso si sente legittimato a fare quello che vuole» citando Anna Harendth, la reazione all'indirizzo del presidente del Consiglio è unanime, anche perché l'oratore restituisce alla platea la staffetta: «La politica siete voi».
Staffetta raccolta anche da Rita Borsellino che nel suo video-messaggio ricorda «quei terribili anni Novanta - dice la sorella del giudice ucciso dalla Mafia di cui ricorre l'anniversario - che non può essere festeggiato dagli stessi in doppiopetto blu che non rendono onore né alle istituzioni né alla giustizia come Falcone e Borsellino ci hanno insegnato».
Forte risposta anche per gli interventi più pungenti. Da Marco Travaglio che ribalta il punto di vista facendo di Berlusconi «la vittima» di un'opposizione che «lo resuscita» anche quando «sembrerebbe essere sul punto di morire» allo scrittore Andrea Camilleri.
Scandiscono il nome del padre di Montabano quando conclude con la lettura delle 5 poesie "incivili" e con i famosi versi di Pier Paolo Pasolini dedicati all'ipocrisia, dedicandoli al ministro Maroni. «Quando dice che vuole prendere le orme dei bambini rom solo per evitare che vengano sfruttati - dice Camilleri- è ipocrita. E cita: «Talmente ipocrita che quando l'ipocrisia ti avrà ucciso andrai all'Inferno ma ti dirai in Paradiso».
Sabina Guzzanti pure si cimenta con le rime ma sul viagra e sulla Carfagna. Fa satira pesante sulle nuove intercettazioni. Anche il Papa finisce nel mirino dell'attrice che confessa per altro alle elezioni di aver fatto un voto disgiunto. «Ho votato Veltroni -dice- ma non ce l'ho fatta a votare Rutelli».
A chiudere la manifestazione uno dei tre organizzatori, Furio Colombo, che si dissocia dagli insulti di Grillo. «È stupido, improprio, volgare, fuori posto, umiliante offendere il capo dello Stato. Se non fosse stato per l'iniqua legge delle impronte digitali avrei rinunciato a parlare da questo palco. Mi sono sentito malissimo a sentire offendere il presidente della Repubblica. Se credete nell'impegno da me profuso finora - ha aggiunto Colombo- permettetemi di chiedervi un applauso caldo e affettuoso per Giorgio Napolitano. Noi siamo l'Italia che tornerà a essere un Paese rispettabile. Ci vogliono rendere vili, volgari, razzisti, ma non lo saremo».
Un forte e convinto applauso da piazza Navona, su invito di Colombo, arriva al Presidente Giorgio Napolitano.
All'ultimo torna persino sul palco Antonio Di Pietro. Anche lui per dissociarsi da Grillo, e a ribadire che non ha senso avercela con Veltroni: «Mi riconosco nelle parole di Furio Colombo, non confondiamo il diavolo con l'Acqua santa. Noi siamo l'Acqua santa e abrogheremo le leggi che riteniamo illegittime».
Colonna sonora "Tutti i colori della mia vita" di Zucchero: «Dici che sono un perdente e non mi uccidi».
Pubblicato il: 08.07.08 Modificato il: 09.07.08 alle ore 12.09 © l'Unità.
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