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Autore Discussione: Veltroni rompe con Di Pietro (precipitoso o come da richiesta...).  (Letto 3224 volte)
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« inserito:: Luglio 09, 2008, 11:05:28 pm »

POLITICA

Dura reazione della Cei e del Vicariato dopo gli attacchi al Papa

Fini contro il leader dell'Idv. Il segretario del Pd: "Ora tutto cambia"

"No Cav day", la Chiesa attacca

Veltroni rompe con Di Pietro

Il sito di Sabina Guzzanti colpito da un hacker: non raggiungibile

Polemica su Orlando (Idv) alla presidenza della Vigilanza

 

ROMA - Il giorno dopo la manifestazione di piazza Navona resta alta la polemica intorno agli attacchi lanciati da Sabina Guzzanti e da Beppe Grillo al presidente della Repubblica e al Papa. Una condanna trasversale, che in serata porta Pd e Idv sull'orlo della rottura e si accompagna a quella della Chiesa, contro le esternazioni dei due comici. E c'è un piccolo mistero intorno a Sabina Guzzanti. Il suo sito è risultato non raggiungibile per tutta la giornata. "Abbiamo subìto l'attacco di un hacker" dicono gli organizzatori.

Dopo una giornata di critiche e dissociazioni dai toni e dagli argomenti usati in piazza Navona, Walter Veltroni dice a Matrix che "dopo ieri molte cose cambiano, perché ciascuno risponde di quello che fa. La nostra era solo un'alleanza elettorale e poi per fare un gruppo parlamentare unico. La vita è così: bisogna essere in due". E ancora: "Lo dico nettamente, una sinistra riformista e un'opposizione alternativa di governo non va in una piazza dove si ascoltano le follie di ieri, come gli attacchi al Papa e al Quirinale".

Il segretario del Pd rivendica la sua scelta di non esserci, anche se ripete che "una norma che metta al riparo le alte cariche dello Stato per reati commessi prima dell'esercizio della loro funzione non esiste in nessun paese europeo". Ma - sottolinea - "l'opposizione che urla in piazza si oppone "a chiacchiere, perchè le parole sono parole, mentre i fatti li abbiamo fatti noi. Come sul decreto Rete 4 e sulle intercettazioni, e come speriamo di fare sul blocca-processi". Insomma, per il leader democratico dalla piazza, ieri, "è stato fatto il più bel regalo a Berlusconi".

L'intervento di Veltroni arriva dopo una lunga giornata di polemiche e "dissociazioni". Dopo Furio Colombo, è la volta di Rita Borsellino che ieri era intervenuta telefonicamente dal palco: "Un'occasione persa".

Da Tokyo attacca Silvio Berlusconi. "Di spazzatura mi occupo solo a Napoli. Lasciamo stare, un 'de minimis', si illustrano da soli" taglia corto il premier. Chi invece chiama in causa gli organizzatori della manifestazione e in particolare Antonio Di Pietro è il presidente della Camera Gianfranco Fini che bolla Grillo e la Guzzanti come "esibizionisti" e dopo attacca "quegli uomini politici che adesso si dissociano, ma che hanno dato modo a questi personaggi di dar corso a queste espressioni di cui oggi tutti sottolineano la gravita". Un chiaro riferimento ad Antonio Di Pietro che ribatte: "Guardare soltanto le sbavature e non vedere il lago di immoralità e di illegalità che all'interno delle istituzioni commettono coloro che devono governare, vuol dire ancora una volta 'guardare il dito perche' si ha vergogna di guardare la luna di cui si fa parte". Ma l'ex pm deve fronteggiare anche gli affondi del Pd che, per bocca di Marina Sereni, parla di "lacrime di coccodrillo". Mentre Marco Follini chiede un "taglio netto" con l'ex pm.

La condanna e la solidarietà passano anche per i palazzi della politica. "Nessuno può condividere le ingiurie ascoltate ieri sera, ed è dovere di tutti condannare le parole usate e coloro che le usano con intento distruttivo nelle piazze" dice il presidente del Senato, Renato Schifani, aprendo la seduta a palazzo Madama. Mentre il ministro della Cultura, Sandro Bondi ricorda "il difficile, equilibrato, sapiente lavoro politico per ricostituire le basi del dialogo politico del nostro paese" fatto da Napolitano.

Duri i toni della Sir, l'agenza di stampa della Conferenza episcopale italiana, per la quale le offese rivolte ieri al Papa dal palco di piazza Navona "nascono e crescono" in una palude di "menzogna e ignoranza" alla quale la "coscienza laica" del paese si ribella. "Trasformare una manifestazione pubblica di dissenso su importanti scelte politiche in un'occasione per insultare e offendere altri con toni di inconcepibile volgarità non può e non deve essere considerata un'espressione di democrazia e, quindi, neppure di intelligenza", scrive l'agenzia. Anche l'Avvenire, con un corsivo intitolato 'Mai così in basso', critica gli attacchi al Papa definendoli "solo squallida spazzatura". Asciutta la reazione del Vicariato di Roma: "Quanto avvenuto non merita ulteriori commenti". Nel frattempo il sito internet di Sabina Guzzanti non risulta raggiungibile.

Alla Vigilanza il caso Orlando. Dopo i fatti di ieri si rilancia la polemica sulla elezione dell'ex sindaco di Palermo alla presidenza della commissione di Vigilanza sulla Rai. L'organismo è convocato per domani, e il Pdl attacca: per Gasparri "non ci sono le condizioni, perché il partito di Di Pietro sobilla il popolo", e così la pensa anche Giorgio Lainati di Forza Italia. L'Udc è alla finestra, e dice che "spetta alla maggioranza, nel caso, dire no". E il Pd, che finora aveva speso il suo nome, sembra ora molto più freddo: "Qualche parola dell'on. Leoluca Orlando a difesa del Partito democratico - dice Morri - ce l'aspettavamo. Ma non disperiamo, si sarà trattato certamente di una dimenticanza".

(9 luglio 2008)

da repubblica.it
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« Risposta #1 inserito:: Luglio 09, 2008, 11:07:34 pm »

No Cav Day, Grillo insulta

Ma la piazza non è con lui

Alessia Grossi


«Pronto - mi sentite? Io non sento niente ed è una strana coincidenza che fino a pochi minuti fa sentivo bene ora che tocca a me, no». È la voce di Beppe Grillo, quella del V-Day e della «demagogia» che - per sua stessa ammissione - «sarebbe morta insieme alla politica e ai partiti». Grillo è in collegamento con la piazza del No Cav Day solo via telefono e cerca l'ovazione, cui è abituato. Ma la piazza non risponde come sempre. «Spero solo siano problemi tecnici» aggiunge il comico. E poi inizia a parlare lo stesso anche se non ha ritorno dalla platea dei manifestanti.
Parla dello «psiconano» Berlusconi, sì, ma non perde occasione per insultare «anche la nanoparticella psicotica, quel Veltroni-Topo Gigio che non si sa chi sia e non si sa cosa faccia. I partiti sono morti - urla agli "italiani" con tanto di bandiere che lo ascoltano da Roma e in diretta satellitare - ma poi dice che lui e la sua famiglia non «vogliono stare tra gli italiani cui si rivolge Berlusconi». Spara a zero su tutto, insomma, come sempre, tanto che la folla sembra più annoiata che entusiasta. Certo questa non è solo la piazza dei "grillini", e siccome lo sa, Grillo si dice più deluso dagli italiani che dai politici. Applausi se ne sentono quasi solo quando il comico genovese accenna a problemi concreti come il salario, le morti sul lavoro, Telecom e la Fiat. Poca attenzione per quegli insulti che Grillo all'inizio aveva quasi promesso di evitare. «Ho fatto un corso di ghandismo, sono buono». Poi passa ai vecchi metodi. Di Napolitano, il comico dice: «Io Morfeo non l'ho mai offeso, lui sonnecchia e firma una legge per la "banda dei quattro" che mai altri avrebbero firmato. E allora chi è quest'uomo? Un primo cittadino o uno che difende i partiti?». Non si sentono che uno o due battimano che però non attaccano.

Del resto la piazza che ha aperto con Mattia Stella «un cittadino come tutti» il No Cav day, è la piazza della partecipazione, della cittadinanza attiva, della presenza e dell'ascolto. «Della politica e non dell'antipolitica» come spiega Antonio Di Pietro nel suo intervento. «Né contro l'opposizione - ogni opposizione è rispettabile - né contro il Quirinale», spiega ancora Di Pietro.

È una piazza Navona gremita e non di turisti, ma di «cittadinanza aperta, rifiuto della paura, uso della speranza - come suggerisce il "costituzionalista di strada" Pancho Pardi.

Una piazza che non risponde con partecipazione agli insulti di Beppe Grillo indirizzati al Quirinale e al segretario del Pd Veltroni, perché è lì non per questo. E non per sfogarsi.

«È la prima manifestazione contro il governo Berlusconi - ricorda il "conduttore" Stella e gli obiettivi di questa manifestazione sono due - aggiunge - uguaglianza di tutti davanti alla legge e testimoniare che nei primi due mesi del governo l'unico intento del presidente del Consiglio è stato chiudere il proprio processi».

Ma c'è anche il «popolo dei girotondi» che con la girotondina Laura Belli sul palco tenta la «demitizzazione» del dialogo di Veltroni e allo stesso tempo dell'inattivismo a sinistra, «una sinistra convinta che tanto si perde comunque. Una panzana - continua la Belli -, l'unico modo per liberarsi delle leggi incostituzionali e di Berlusconi è la speranza». E la piazza applaude.

E quando Pardi svela il «trucco da capopolo di Berlusconi che «dicendosi eletto dal popolo stesso si sente legittimato a fare quello che vuole» citando Anna Harendth, la reazione all'indirizzo del presidente del Consiglio è unanime, anche perché l'oratore restituisce alla platea la staffetta: «La politica siete voi».

Staffetta raccolta anche da Rita Borsellino che nel suo video-messaggio ricorda «quei terribili anni Novanta - dice la sorella del giudice ucciso dalla Mafia di cui ricorre l'anniversario - che non può essere festeggiato dagli stessi in doppiopetto blu che non rendono onore né alle istituzioni né alla giustizia come Falcone e Borsellino ci hanno insegnato».

Forte risposta anche per gli interventi più pungenti. Da Marco Travaglio che ribalta il punto di vista facendo di Berlusconi «la vittima» di un'opposizione che «lo resuscita» anche quando «sembrerebbe essere sul punto di morire» allo scrittore Andrea Camilleri.

Scandiscono il nome del padre di Montabano quando conclude con la lettura delle 5 poesie "incivili" e con i famosi versi di Pier Paolo Pasolini dedicati all'ipocrisia, dedicandoli al ministro Maroni. «Quando dice che vuole prendere le orme dei bambini rom solo per evitare che vengano sfruttati - dice Camilleri- è ipocrita. E cita: «Talmente ipocrita che quando l'ipocrisia ti avrà ucciso andrai all'Inferno ma ti dirai in Paradiso».

Sabina Guzzanti pure si cimenta con le rime ma sul viagra e sulla Carfagna. Fa satira pesante sulle nuove intercettazioni. Anche il Papa finisce nel mirino dell'attrice che confessa per altro alle elezioni di aver fatto un voto disgiunto. «Ho votato Veltroni -dice- ma non ce l'ho fatta a votare Rutelli».

A chiudere la manifestazione uno dei tre organizzatori, Furio Colombo, che si dissocia dagli insulti di Grillo. «È stupido, improprio, volgare, fuori posto, umiliante offendere il capo dello Stato. Se non fosse stato per l'iniqua legge delle impronte digitali avrei rinunciato a parlare da questo palco. Mi sono sentito malissimo a sentire offendere il presidente della Repubblica. Se credete nell'impegno da me profuso finora - ha aggiunto Colombo- permettetemi di chiedervi un applauso caldo e affettuoso per Giorgio Napolitano. Noi siamo l'Italia che tornerà a essere un Paese rispettabile. Ci vogliono rendere vili, volgari, razzisti, ma non lo saremo».

Un forte e convinto applauso da piazza Navona, su invito di Colombo, arriva al Presidente Giorgio Napolitano.

All'ultimo torna persino sul palco Antonio Di Pietro. Anche lui per dissociarsi da Grillo, e a ribadire che non ha senso avercela con Veltroni: «Mi riconosco nelle parole di Furio Colombo, non confondiamo il diavolo con l'Acqua santa. Noi siamo l'Acqua santa e abrogheremo le leggi che riteniamo illegittime».

Colonna sonora "Tutti i colori della mia vita" di Zucchero: «Dici che sono un perdente e non mi uccidi».


Pubblicato il: 08.07.08
Modificato il: 09.07.08 alle ore 12.09   
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