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Autore Discussione: SERGEI KIRIYENKO* Lo sviluppo che verrà dal nucleare  (Letto 2524 volte)
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« inserito:: Luglio 05, 2008, 04:59:27 pm »

5/7/2008
 
Lo sviluppo che verrà dal nucleare
 
 
 
 
 
SERGEI KIRIYENKO*
 
Tutte le maggiori questioni dell’Agenda del G8 - crisi alimentare, riscaldamento globale, ineguale distribuzione delle risorse fra i Paesi - sono strettamente connesse, innanzitutto a causa della carenza di energia e dell’impennata dei prezzi. Le ultime previsioni sulla crescita del consumo di energia e sullo sviluppo di nuove tecnologie in campo energetico si sono dimostrate false. I consumi sono cresciuti velocemente, ma nuove fonti di energia non saranno commercialmente disponibili prima del 2030. I prezzi del petrolio sono aumentati molto, ma 130-140 dollari il barile non sono sufficienti al finanziamento di quei nuovi pozzi, fondamentali per soddisfare l’economia mondiale. Le fonti d’energia alternativa non sono in grado di provvedere al necessario bilanciamento. E i loro costi, come conferma il prezzo dell’etanolo, provano la vecchia massima: l’energia non è mai a buon mercato.

Il nucleare non è l’unico mezzo per superare la crisi ma è indubbiamente lo strumento migliore per risolvere i tre problemi dell’agenda del G8. Gli impianti nucleari in Europa permettono di evitare l’emissione annuale di 700 milioni di tonnellate di anidride carbonica. In Giappone il risparmio sfiora i 270 milioni di tonnellate. In Russia il contributo dell’energia nucleare è destinato a crescere dal 16% al 20-25% entro il 2030: i nuovi impianti ridurranno nel nostro Paese le emissioni responsabili dell’effetto serra del 10-15%. Finora lo sviluppo del nucleare si è focalizzato sull’incremento della capacità produttiva dei singoli reattori e sfortunatamente ha negato i benefici dell’energia atomica ai Paesi con reti energetiche sottosviluppate, soprattutto in Africa. Comunque oggi l’industria dell’energia nucleare è pronta per offrire reattori di piccolo e medio livello, che potrebbero aprire nuove prospettive a numerosi Paesi. Un altro importante vantaggio di questa energia è la sua capacità di generare contemporaneamente acqua desalinizzata. Questo contribuirà ad alleviare la crisi alimentare su due fronti. Le nazioni africane hanno carenza d’acqua dolce per l’agricoltura e allo stesso tempo l’acqua dolce potrebbe diventare l’ennesima emergenza della crisi alimentare.

L’accesso a fonti d’energia economiche ed affidabili è una condizione fondamentale per lo sviluppo di sistemi economici sostenibili in qualunque Paese. Un numero crescente di nazioni industrializzate e di economie emergenti è ormai consapevole della necessità di sviluppare sul proprio territorio tecnologie d’energia atomica per scopi civili. Più di 600 nuovi reattori verranno costruiti nel mondo entro il 2030. Questo evidenzia l’urgenza di aumentare le restrizioni all’uso dell’energia nucleare. È diritto d’ogni Paese accedere ai benefici del nucleare per scopi pacifici. Ma è diritto della comunità internazionale richiedere l’accettazione incondizionata delle norme di sicurezza e delle garanzie di non proliferazione. La Russia ha intrapreso la creazione di un nuovo sistema di sicurezza per lo sviluppo di energia nucleare, ma allo stesso tempo sta lavorando al varo di meccanismi che garantiscano la non-proliferazione nucleare. Abbiamo già iniziato la creazione di un’infrastruttura di centri internazionali che offrano servizi di combustibile atomico, garantendo un equo accesso all’energia atomica a tutte le parti interessate, ma assicurando allo stesso tempo la stretta osservanza dei requisiti di non proliferazione sotto il controllo della Aiea. Un centro internazionale di arricchimento dell’uranio sta operando nella città russa di Angarsk. Avrà una riserva garantita di uranio impoverito, gestita dagli ispettori della Aiea, che permetterà i rifornimenti di materiale fissile a tutte le nazioni del mondo, indipendentemente dalle motivazioni politiche.

*già primo ministro di Mosca, direttore generale del Rosatom, l’agenzia nucleare russa


da lastampa.it
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« Risposta #1 inserito:: Luglio 10, 2008, 05:18:48 pm »

2008-07-10 15:04

NUCLEARE: NO ITALIA COSTATO 60 MILA MLD EURO


 ROMA - Il "no" dell'Italia all'energia nucleare è costato più di 60 miliardi di euro (circa 120.000 miliardi delle vecchie lire). E' la stima contenuta nella lettera aperta alla quale hanno finora aderito oltre 120 fisici (la raccolta delle firme è ancora in corso) e che ha come primo firmatario il presidente onorario della Società italiana di fisica, Renato Angelo Ricci. Tra le firme, quelle di fisici illustri come Carlo Bernardini e Tullio Regge (a destra nella foto) ma anche di esponenti di altri settori scientifici, come il farmacologo Silvio Garattini, il chimico Luciano Caglioti e la bioeticista Cinzia Caporale. "L'energia nucleare - si legge nella lettera - riveste un ruolo fondamentale per soddisfare il fabbisogno di energia elettrica dei Paesi industrializzati in condizioni di sostenibilità economica ed ambientale".

Gli autori della lettera rilevano che nel 2006 il nucleare in Europa ha contribuito per il 33% alla produzione elettrica, per il 27% nei 27 Paesi industrializzati che fanno parte dell'Ocse e per il 16% nel mondo. Complessivamente i reattori nucleari attivi nel mondo sono 439 reattori in funzione in 32 Paesi e altri 33 sono in costruzione in 14 Paesi. "L'Italia - rileva la lettera - è il solo Paese al mondo ad aver chiuso tutti i propri impianti nucleari" e questo è stato "un errore che è costato al Paese circa 120 mila miliardi di lire storiche e che continua a costare ulteriori decine di miliardi di euro all'anno per le importazioni di elettricità e combustibili". Attualmente, conclude, "nel momento in cui la politica italiana appare convinta di scelte concrete e non più procrastinabili e il sistema tecnico industriale dimostra apertamente la propria disponibilità, il nostro dovere di tecnici e scienziati è quello di contribuire a rendere queste scelte realizzabili poiché ogni rinvio metterebbe ormai seriamente a rischio l'equilibrio economico del Paese". 

da ansa.it
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