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Autore Discussione: FRANCESCO SEMPRINI. Nouriel Roubini: "Ma l'Italia è al riparo dai collassi"  (Letto 2281 volte)
Admin
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« inserito:: Giugno 22, 2008, 04:35:33 pm »

22/6/2008 (9:7) - INTERVISTA

Nouriel Roubini: "Ma l'Italia è al riparo dai collassi"
 
Sistema America: «La frammentazione di regole e controlli favorisce le frodi»

FRANCESCO SEMPRINI


NEW YORK
La frammentazione dei controlli e della disciplina che governano banche e istituti finanziari aumenta i rischi e favorisce operazioni fraudolente come quelle compiute da centinaia di manager e gestori in tutti gli Stati Uniti». A dichiararlo è Nouriel Roubini, già consulente del Tesoro, docente di Economia della New York University, e tra i saggi intervenuti al vertice di Davos e al simposio Ambrosetti di Cernobbio.

Era prevedibile un fenomeno di tale ampiezza?
Quanto successo non mi meraviglia, non si tratta della prima né sarà l’ultima volta. Del resto l’America, e non solo essa, ci ha già riservato sorprese del genere, basti pensare allo scandalo Enron, o in Italia all’affare Parmalat.

E’ colpa della mancanza di controlli?
Nel caso dei manager di Bear Stearns parliamo di fondi speculativi ovvero di operatori che hanno una regolamentazione molto limitata e in alcuni casi le attività per la loro stessa natura sono quasi completamente fuori controllo. Nel caso dei "subprime" così come dei mutui in generale e dell’intero sistema di cartolarizzazione del credito parlerei invece di sottovalutazione del rischio da parte di erogatori di mutui, ma anche di negligenza delle banche. Non dimentichiamo che Citigroup ha accumulato svalutazioni per 14 miliardi di dollari, Bear Stearns ha chiuso i battenti e le altre società di Wall Street svalutano a rotta di collo. Questo è conseguenza di una regolamentazione non appropriata e di una scarsa attenzione degli organi di supervisione e controllo. Ovviamente lacune di questo genere favoriscono piani criminali come quelli scoperti dall’Fbi.

Chi è maggiormente responsabile?
La responsabilità è diffusa. Ci sono gli erogatori di mutui che concedono prestiti con troppa facilità, le agenzie di rating che elargiscono triple A (il massimo giudizio nella scala del credito, ndr.) con leggerezza sottovalutando il reale rischio associato a certi prodotti finanziari pur di tenersi buoni i clienti. Ma c’è anche la complicità delle banche che si sottraggono ai controlli, mentre dal punto di vista della regolamentazione c’è troppa frammentazione.

Serve un maggiore accentramento di poteri alla Fed quindi?
Può darsi, ma quello ancor più importante è che gli operatori finanziari siano soggetti a stessa regolamentazione e rispondano ad un unico ente di controllo.

I prodotti derivati che ruolo hanno avuto?
Sono nati per ammortizzare il rischio ma se non opportunamente regolamentati dal punto di vista della trasparenza si prestano a creare confusione o ad essere ignari complici di frodi.

Tutto questo avrà un impatto sull’economia?
L’economia americana è già in una fase di recessione causata dalla crisi del mercato creditizio e dalla generale contrazione di liquidità del sistema finanziario. Di certo 300 arresti e 400 casi di frode non fanno bene agli equilibri del Paese da un punto di vista economico e sociale perché alimentano la sfiducia nei confronti delle istituzioni da parte dei risparmiatori.

Come è possibile evitare che i cittadini paghino le conseguenze?
E’ in discussione un progetto di legge al Congresso che rafforza le tutele nei confronti di chi rischia di perdere la propria casa. Mi sembra un passo nella giusta direzione.

I Paesi europei corrono rischi del genere?
Dipende. In Italia ad esempio l’esposizione delle banche è molto più limitata e questo rende meno probabile collassi sul modello Bear Stearns e da un punto di vista criminale meno facile compiere frodi come quella sui mutui americani.

da lastampa.it
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