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Autore Discussione: Scaroni: sarò miglior amico della Russia  (Letto 2706 volte)
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« inserito:: Luglio 11, 2007, 10:30:07 pm »

Intervista di Forbes all'ad della compagnia petrolifera Eni

Scaroni: sarò miglior amico della Russia

Il settimanale americano definisce il manager italiano «l'avvocato del diavolo» per gli accordi in serie con Putin 

 
ROMA - Fare affari con l'energia e gli idrocarburi russi non è cosa da tutti. Giganti come Bp e Shell sono state costretti a ridimensionare le velleità, ma Eni potrebbe anche riuscire a vincere la campagna di Russia. Ne è convinto il numero uno della compagnia italiana, Paolo Scaroni, in un'intervista pubblicata dalla rivista americana Forbes. «Siamo differenti da tutti gli altri», sostiene l'amministratore delegato del gruppo energetico, «grazie alla nostra storia di ottimi rapporti con la Russia, che dura da oltre cinquant'anni, abbiamo costruito un'intesa basata sulla fiducia reciproca che nessuno a parte noi è riuscito a creare».Il prestigioso periodico americano Forbes dedica un lungo articolo intitolato «Devil's Advocate», ovvero l'avvocato del diavolo, richiamato in copertina, al rapporto tra Eni e la Russia. Un rapporto non semplice, ma a prescindere dall'imprevedibilità delle trattative con la Russia, insiste Scaroni, «voglio essere il loro migliore amico». Ad altri è andata meno bene: Bp e Shell hanno dovuto rinegoziare in tutta fretta gli accordi - sacrificando molti vantaggi - per evitare l'esproprio delle riserve nel Paese.

Con vendite pari al 15% della domanda europea, Eni è un player strategico per l'economia del continente. Ma anche per la Russia, visto che la compagnia italiana è il primo partner commerciale del colosso statale Gazprom: con 6,5 milioni di clienti nel gas, scrive Forbes, Eni è la prima fonte di introiti per Gazprom in Europa. L'anno scorso Scaroni ha esteso i contratti di fornitura con il big russo dal 2017 al 2035, offrendo al gigante la possibilità di vendere direttamente il gas sul mercato italiano. Del resto entro il 2020 l'Europa potrebbe aver bisogno di più del doppio delle attuali importazioni di gas. Un rapporto privilegiato con la Russia, segnala Forbes, potrebbe essere fondamentale per il futuro del continente (e di Eni).
 
Forbes definisce Eni una «compagnia formidabile», che nel 2006 ha registrato un utile netto di 11,6 miliardi di dollari e ricavi per 108 miliardi. Ma se vuole continuare a sopravvivere - e se l'economia europea vuol continuare a crescere - deve continuare a portare gli idrocarburi da est a ovest, ovvero dalla Russia all'Occidente. Impresa complicata, in un clima geopolitico tornato freddo, dove il presidente russo Vladimir Putin usa l'energia come una leva strategica e ha l'abitudine di rinegoziare a suo piacimento - a seconda delle convenienze e delle esigenze diplomatiche - i contratti già siglati con le compagnie straniere.

11 luglio 2007
 
da corriere.it
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