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« inserito:: Giugno 05, 2008, 09:47:14 pm » |
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Folgore di guerra
di Gianluca Di Feo
I paracadutisti pronti a partire a settembre. Destinati a Sud per la battaglia decisiva. Con possibili alti costi. In soldi e vite umane Folgore! Quel grido di battaglia che il neo ministro Ignazio La Russa avrebbe voluto sentire con più forza nella parata del 2 giugno, presto risuonerà nel sud dell'Afghanistan. Il piano definitivo attende l'approvazione del governo, ma nelle basi di Siena e di Livorno i baschi amaranto si stanno preparando. Entro settembre i primi reparti potrebbero entrare in azione, segnando una svolta nelle operazioni italiane all'estero: ci saranno due gruppi da combattimento, addestrati a intervenire dal cielo, con una potenza mai schierata prima. L'indicazione della Folgore è stata fatta per scelta e per necessità. I paracadutisti sono gli unici in grado di agire nelle zone calde dove si concentrerà l'offensiva talebana. E sono le uniche forze disponibili tra le brigate di punta del nostro esercito, che ha soltanto un pugno di unità 'combat ready': la Friuli è già in Afghanistan, la Garibaldi in Libano, la Taurinense sta rientrando in patria dopo un periodo in prima linea. Inevitabile quindi il ricorso ai parà. Ma il resto della missione è ancora in fase di definizione.
È molto probabile che il nuovo contingente vada a Sud, rimanendo però nella regione occidentale affidata al comando italiano. Una delle sedi che viene valutata è Farah, la città strategica per i movimenti dall'area di Helmand, dove si concentrano gli attacchi dei fondamentalisti, e per i traffici di armi dall'Iran. Lì gli americani stanno costruendo una base per l'esercito di Karzai, c'è un aeroporto e postazioni che i marines potrebbero cedere ai nostri parà. Perché da quando il confine iraniano è diventato la frontiera della prossima guerra, quel settore ha assunto una rilevanza strategica fondamentale per il futuro dell'Afghanistan. Ed è da tre anni che dal Pentagono chiedono a Roma di farsi carico della sicurezza in quel distretto, formalmente affidato al nostro comando, ma dove finora si spingevano solo i commandos della Task Force 45, il nucleo scelto di incursori del Comsubin e del Col Moschin.
Adesso tutto cambierà. Lo testimonia un episodio eloquente. Il 12 maggio 'Il signore della guerra' è andato a Herat e ha voluto incontrare personalmente il comandante italiano. Quello che la stampa statunitense chiama 'Il signore della guerra' è il consigliere di George W. Bush per i conflitti in Iraq e Afghanistan: il generale Douglas 'Doug' Lute, colui che assieme al generale David Petraeus sta gestendo la nuova fase delle operazioni a Baghdad e ora vuole applicare la stessa dottrina in Afghanistan. La visita dell'inviato della Casa Bianca è stata raccontata solo dal bollettino di 'Enduring Freedom', la missione americana di lotta al terrorismo: era la top new dell'ultimo numero, con foto del consigliere di Bush e del comandante del contingente tricolore, Francesco Arena.
Douglas Lute, il "signore della guerra" americanoE dopo avere lodato la nostra capacità nel conquistare il consenso della popolazione (Dan Mcneil, grande capo di tutte le truppe occidentali impegnate nel Paese, ha detto al nostro generale: "So che i fratelli afgani ti ringraziano per il rispetto che hai mostrato verso la loro gente e la loro cultura"), adesso da Washington chiedono agli italiani di mostrare i muscoli. Cosa che già il governo Prodi, evitando qualunque pubblicità, si era detto disposto a fare, ma che nei prossimi mesi potrebbe venire rivoluzionata con l'arrivo della Folgore al fianco della Friuli.
I due gruppi da combattimento opereranno in modo completamente diverso da quanto fatto finora. Senza mutare più di tanto i celebri 'caveat', le limitazioni che ogni governo pone all'impiego dei suoi soldati, le due unità si muoveranno secondo criteri molto più 'incisivi'. Il modello, che nessuno espliciterà, è quello dell'operazione Nibbio, l'unica missione non di pace condotta dall'Esercito: in Afghanistan nel 2003 alpini e paracadutisti si alternarono nella caccia a terroristi e talebani, con rastrellamenti e sbarchi dagli elicotteri Usa. Non a caso adesso a Herat - con una decisione del precedente governo - ha preso posizione la Friuli, la 'cavalleria dell'aria' all'esordio sul campo: è stata creata per combattere dagli elicotteri secondo le tattiche rese celebri da 'Apocalypse Now'. La brigata ha i suoi velivoli da trasporto e da combattimento, i Mangusta corazzati temuti dai guerriglieri. Il comandante della Friuli, Arena, è un parà e un pilota di elicotteri: conosce alla perfezione lo scenario, perché dal 2003 al 2006 è stato addetto militare in Pakistan. L'uomo giusto per guidare la metamorfosi del contingente, che al tradizionale impegno umanitario, imitato dagli americani con la dottrina Petraeus, dovrà unire sortite più numerose, dinamiche e pericolose.
La rivoluzione operativa potrebbe scattare a settembre, in genere il mese più caldo degli scontri con i talebani. Gli alpini della Taurinense lasceranno ai francesi la difesa di Kabul, segnando l'ingresso da protagonista della Francia di Sarkozy. Con l'arrivo dei primi nuclei della Folgore la missione cambierà volto. Pur mantenendo invariato il numero di militari, o addirittura riducendolo di 250 uomini, la capacità operativa quadruplicherà. Finora nella regione 'italiana' ci sono stati circa 200 uomini di pronto impiego, ma solo una cinquantina di commandos era realmente in grado di compiere azioni lampo: il resto si muoveva con 72 ore di preavviso. Invece Friuli e Folgore potrebbero schierare quasi 800 uomini, combat ready in sei ore dal momento dell'allarme. Basta solo aumentare il numero di elicotteri o usare spesso i Blackhawk americani.
Ma è stato rispolverato anche un vecchio progetto, bloccato dal governo Prodi: mandare in Afghanistan una squadriglia di cacciabombardieri Amx. Il piano risale al 2005. L'Aeronautica predispose tutto il necessario e la pista di Herat venne pavimentata con pannelli speciali, costati 2 milioni e mezzo di euro. Uno spreco, visto che cargo e elicotteri possono atterrare anche sullo sterrato. In realtà venne realizzata per ospitare i jet dell'aviazione, che non partecipa a missioni da quasi dieci anni e che oggi invocano fondi e visibilità. Ufficialmente gli Amx dovrebbero avere solo compiti di ricognizione contro i talebani e contro i trafficanti di oppio: lo stesso ruolo svolto finora dai Tornado tedeschi. Usare cannoni e bombe resterebbe un lavoro secondario, solo per situazioni estreme.
Politicamente la maggioranza di Silvio Berlusconi non ha problemi nell'autorizzare una nuova spedizione afgana. Resta una sola questione, prima di dare il via libera: il costo umano ed economico. C'è il rischio di dover fronteggiare un numero di caduti rilevante, con ritorsioni terroristiche. E la prospettiva che il budget arrivi a sfiorare il miliardo di euro. In entrambi i casi, si tratta di preventivi che nessuno può autorizzare senza riflettere a fondo. (05 giugno 2008)
da espresso.repubblica.it
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