LA-U dell'OLIVO
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Autore Discussione: MAMMAMARIA ci scrive:  (Letto 17453 volte)
mammamaria
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« inserito:: Maggio 25, 2008, 01:12:44 am »

Rispondo anche io all'appello, anche se un pò in ritardo... problemi di connessione.
Confesso un leggero disorientamento: mai partecipato ad una esperienza di questo genere, per cui non so da che parte cominciare. Ma ci sono.
Nord, meridionale, interessata ai problemi del sud, al "femminile", e ai temi legati all'"integrazione" (preferisco parlare in questi temini di immigrazione se permettete), alla scuola. Insomma, non so se si è capito mi devo un pò "ambientare" prima di esprimermi.

p.s. per aiutarmi ad "ambientarmi", sarebbe possibile dare una sbirciatina a quei documenti che qualcuno ti ha inviato in privato, cui hai fatto cenno sul forum, Arlecchino?
« Ultima modifica: Maggio 25, 2008, 01:31:33 am da mammamaria » Registrato
mammamaria
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« Risposta #1 inserito:: Maggio 26, 2008, 01:30:13 pm »

Vediamo se riesco a dare un senso ed una forma ai miei pensieri.
Parto per questo dalla lettera di intenti della U, dalle modifiche apportate da Darwin, e da quello che vedo tutti i giorni nel forum.
Per questo parto da ciò che non comprendo: non riesco a capire perchè continuare a parlare di Ulivo. Non che sia esperienza da accantonare, ma perchè vedo che se ne parla come di cosa altra dal PD. Perchè Ulivo e non PD? Perchè mantenere una posizione quando è in atto una evoluzione?
Se è una questione di "nomi" e "simboli" si sbaglia in partenza. Se è una questione di identità anche.
Credo che il PD, che magari dopodomani lo potremo chiamare "AMBROGIO", sia negli intenti la crescita dell'Ulivo. Ma "crescita" in senso evolutivo, venendo dietro a darwin un pò come il passaggio dall'Homo erectus all'Homo sapiens.
Quello che percepisco molto inquesto cammino è la difficoltà di staccarsi da una identità, per cui i vari mal di pancia dei vari nati tondi che non desiderano morire quadri, che paralizza questo passaggio evolutivo. Quello fondamentale di costruirsi una identità. Una identità che sia, come avviene in tutte le "evoluzioni", eredità delle precedenti, ma fuse in qualcosa di nuovo.
E' importante che tutte le radici di questo qualcosa che si sta creando abbiano giusta e pari dignità, ma devono pervenire ad una unica pianta, in cui non sia possibile individuare di specifico da quale dotto di preciso arrivi l'acqua.
Condivido chi, in questo gruppo di studio, non pensi ad una linea programmatica precisa, per ora, in quanto è il momento di specificare ed individuare la linea, direi, "culturale. Ed allora bisogna partire da ciò che siamo e ciò che ci accomuna.
Senza specificare nomi, bandiere, simboli, proveniamo tutti, come attivisti, o come simpatizzanti, o come semplici elettori, da una cultura di centro ed una cultura di sinistra che condividono una serie di punti. Individuiamoli, perchè sono il punto di partenza: capiamo bene su cosa siamo daccordo.
Credo non siano ne di centro ne di sinistra la "solidarietà", l'"apertura", l'"integrazione", il "rispetto".
Partiamo da questo. Che arrivi da un profondo senso cristiano, o da una cultura basata sul senso della comunione del "bene", credo valga per tutti noi il principio che le differenze sono arricchimento e non motivo di lontananza: da cui il principio di inclusione di etnie, sessualità ed estrazioni sociali diverse. Credo valga per tutti la necessità di una distribuzione delle forze, delle economie di un paese, volte a sostegno dei meno fortunati con la collaborazione di tutti, in maniera proporzionale alle diverse fortune di questi "tutti". Credo valga per tutti il riconoscimento dei fattori sociali che determinano eventi, "devianze", azioni. Credo che per tutti valga il fatto che un "delinquente" non nasce tale per profonda cattiveria innata, ma perchè le situazioni circostanti, ambientali, sociali, economiche influiscono notevolmente sul futuro di una persona.
Credo valga per tutti che le scelte sessuali siano fatto privato, e come tale indiscutibile dalla comunità, a meno che non venga ad essere di danno FISICO, MATERIALE per qualcuno. E questo sia che gli orientamenti sessuali vengano vissuti come fatto naturale  sia che vengano vissuti come "malattie".
Credo che valga per tutti la necessità di far ripartire l'economia: le imprese devono lavorare e produrre e creare lavoro... da questo dipende la ricchezza del paese. Ma questo non deve significare vantaggio per l'impresa a spese di chi lavora. Credo sia valido per tutti che un dialogo con l'impresa deve servire non a creare per que4sta canali preferenziali, ma trovare soluzioni perchè queste si sviluppino garantendo allo stesso tempo crescita, benessere e sicurezza per i lavoratori.
Credo siano molte le cose che valgano per tutti.
Per tutti coloro che provengono da una certa cultra di sinistra, così come da una certa cultura cristiana.
Cisono cose invece che separano.
Ed anche da queste bisogna partire, perchè il dialogo sia sereno, e la coesione si rafforzi per arrivare a questa identità di "AMBROGIO".
I temi che separano sono per lo più quelli etici, ma in fondo non solo. Avverto ad esempio una molto diversa percezione della sicurezza: diversa in maniera del trutto trasversale. Percezione diversa che nasce più che da una origine dalla scarsa conoscenza di determinate realtà: dall'ignoranza le paure e quindi i pregiudizi.
Se si avesse conoscenza delle diverse culture dei popoli racchiusi nella generica definizione di Rom, molti di noi non li sentirebbero come un pericolo imminente. Se si avesse conoscenza delle diverse sostanze psicotrope che vengono genericamente bollate come droghe non si bollerebbe tutto come "tossicodipendenza".
Ma soprattutto i temi etici: la più grossa spaccatura, quella sulla base della quale nascono i mal di pancia di chi nato tondo non vuol morire quadro.
E su questo piano non posso che condividere questi timori. Da una parte e dall'altra.
I temi etici riguardano la sfera più precisamente del rivato, dell'intimo. Le proprie scelte individuali. Su questo bisogna fare un lavoro profondo. E non me ne vogliano i cattolici del gruppo. E' un lavoro soprattutto loro, cui i non cattolici devono partecipare con responsabilità. Evitando di bollare tutto quanto nasca da quel sentimento religioso. Sempre che quel sentimento religioso nonfinisca col voler regolare la vita di tutti.
Lo sforzo maggiore lo devono fare proprio gli amici cattolici: temi come l'aborto, la fecondazione assistita, l'eutanaasia o il testamento biologico, i rapporti sessuali possono essere oggetto di dibattito, ma non devono diventare oggetto di "programma". Non nel senso che non si debba pensare ad una regolamentazione, ma che questa sia LAICA. Non può avere importanza cosa IO penso sia la vita o cosa pensi TU che questa sia. Non è importante quando IO credo che inizi o finisca, come non è iumportante quando TU ritieni inizi o finisca. E' importante che per le proprie scelte private ognuno sia responsabile, ma che non diventi responsabile delle scelte degli altri.
C'è certezza sul momento in cui nasce la vita, sul momento in cui un gruppo di cellule rappresenta un individuo? No: studi di parte sostengono tesi diverse. Questo implica che non esistano certezze in merito, allora l'unica è poggiare le proprie valuazione e le regole da applicare su quanto condivisibile da tutti. GIusto per un esempio: è condiviso da tutti che alla 9 settimana di gestazione il feto ha delle caratteristiche che lo portano ad identificare come individuo? qualcuno ritiene prima, qualcuno ritiene dopo.... il limite condiviso è 9 mesi. Bene. In virtù di tale limite condiviso poi ognuno, nell'intimo della sua coscienza agisce diconseguenza, senza imporre agli altri cosa fare o non fare.
E' un principio fondamentale. E' l'unico modo in cui, persone diverse, con idee simili ma comunque diverse, con analogo modo di percepire i diritti ed i doveri ma con diverse sensibilità possano stareinsieme e dialogare.
Se non si parte da questo ogni progetto non può che naufragare.
Che non si sia margheritini o diessini, che non si sia socialisti o radicali. Ma che sulla base del rispetto delle singole "emozioni", facendo confluire tutte le radici in un unico tronco, si arrivi ad una unica identità comune.
Credo e tempo che chi non ha voluto entrare in questo cammino evolutivo che ha portato al PD non abbia voluto far confluire la propria identità in una identità comune. E credo che all'interno dell'ulivo questo ancora accada. Ma solo costruendo questa identita, basandoci appunto su quei punti di partenza che ci trovano vicini smetterà di essere un problema morire comunisti o democristiani.
Siamo disposti a farlo?
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orango
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« Risposta #2 inserito:: Maggio 26, 2008, 07:37:01 pm »

Io concordo quasi in toto(qualche differenza di opinione su percezione sicurezza,rom) con quello che ha scritto mammamaria. Anche a mio avviso non ha più senso parlare di Ulivo poichè il PD è l'evoluzione naturale dell'Ulivo.
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« Risposta #3 inserito:: Maggio 27, 2008, 09:49:26 am »

Orango,

come è possibile sia l'evoluzione dell'Ulivo se l'attuale tattica ha escluso la cultura di sinistra (bada dico cultura non personaggi).

Una delle ragioni per cui non ho seguito i transfughi di "perulivo"? Perchè spero che la strategia (di più lungo respiro) del PD sia d'avvicinarci alla soluzione dei problemi posti dalla sinistra di governo.

Come spero anche ci si allontani dai "cattodipendenti" dal vaticano.

gianni

« Ultima modifica: Maggio 27, 2008, 06:40:19 pm da Admin » Registrato
orango
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« Risposta #4 inserito:: Maggio 27, 2008, 02:28:03 pm »

Gianni, mi spiegheresti un po' meglio!  Soprattutto sul fatto di aver escluso la cultura di sn dal PD?
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« Risposta #5 inserito:: Maggio 27, 2008, 06:44:32 pm »

Orango,

a tuo parere la cultura politica di sinistra è su posizioni paritetiche con la cultura di centro e cattolica?

Io ho la convinzione che qualcosa ci siamo persi per strada.

Voi che ne pensate?

ggiannig
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orango
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« Risposta #6 inserito:: Maggio 27, 2008, 07:16:36 pm »

Gianni,
a mio avviso è nato appunto il PD perchè ci si è resi conto che tranne su alcune sfumature(alcune importanti) non vi sono differenze tra cattolici riformisti e la sinistra diciamo con la testa sulle spalle. Se per sinistra intendi la SA dico era ora!
Comunque vorrei capire meglio la tua opinione....
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darwin
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« Risposta #7 inserito:: Maggio 28, 2008, 12:14:00 am »

Io vedrei l'Ulivo come una più ampia visione del mondo, con dei confini di riflessione e azione più ampi del semplice rapporto delle alleanze elettorali (anche se in questo poi è scaduto).
Mettere insieme, sforzarsi di portare al dialogo le culture diverse, perché solo così si può rifondare la così detta sinistra (o il cosidetto centro sinistra).
Il PD ha scelto un taglio diverso, forse è solo una sensazione data dal riscontro della fusione fredda, ma mi sembra che nasca con due sole gambe e non è ancora homo sapiens sapiens, mentre le gambe da portare al dialogo sono molte di più. E' vero che c'è un detto, penso di origine napoletana, che dove ci sono troppi galli non fa mai giorno, ma il dialogo fra componenti della società spesso diventa meno caotico.
Poi possiamo chiamarlo Ambrogio, ma resta il valore di quell'idea, di portare le culture ad un dialogo ed un confronto per far scaturire qualcosa di nuovo. Non solo una mediazione per un programma elettorale.
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Arturo Infante detto Darwin detto Mac
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« Risposta #8 inserito:: Maggio 28, 2008, 01:34:33 am »

concordo con gianni e darwin.

inoltre dialogo e confronto non devono necessariamente diventare fusione.
perché allora sì che si creerebbero incompatibilità dannose per tutti.
significa procedere insieme ma bevendo da coppe diverse (come scriveva un famoso poeta di cui non ricordo il nome). (sono una pessima citazionista).

ciao
paola
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« Risposta #9 inserito:: Maggio 28, 2008, 08:44:47 am »

... allo stato delle cose e dopo l'esperienza di Prodi, l'Ulivo è stato fatto diventare una utopia da politici non capaci di prospettiva... dopo non essere mai stato Ulivo, sempre a causa loro.

Ma per gli ulivisti non è un sogno.   

Io da anni, nel forum, andavo dicendo che non è con una coalizione che si forma l'Ulivo e l'Unione l'ha dimostrato.
Neppure può essere un partito unico.

Solo una federazione (solo con una Sinistra di governo) che si impegni a realizzare un preciso progetto per far risorgere questo paese disastrato si può ritentare di far nascere l'ULIVO. 

ggiannig

PS: speriamo di non doverci unire con la sinistra per una emergenza antifascista...
« Ultima modifica: Maggio 28, 2008, 08:46:36 am da Admin » Registrato
mammamaria
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« Risposta #10 inserito:: Maggio 29, 2008, 10:20:32 am »

Non so se da quanto ho scritto si capisce che sono concorde con voi, gianni, paola e darwin.
Quello che intendo è proprio partire da quei punti che ci trovano in comune, quei punti imprescindibili per tutti, sinistra e centro. Per questo ritengo che, non me ne vogliano, il centro dovrà fare lo sforzo più grande, che è quello di riuscire a "Laicizzare" il proprio pensiero.
Non vedo bandiere diverse da quella sotto cui unirci tutti, proprio perchè deve trattarsi di una coesione di principi e pensieri e non una alleanza programmatica, elettorale e di governo.E' ovvio che i miei sentimenti possano somigliare a quelli di paola, ma non coincidere perfettamente: questo non vuol dire "creare correnti", solo mettere insieme le nostre diversità
E' più sui principi che sui programmi che bisogna lavorare in questo momento, perchè è dalla precisazione di quei principi che si deve partire per trovare soluzioni e di conseguenza creare programmi.
E in questo lavoro saranno importanti di sicuro proprio quegli elementi che non hanno oggi rappresentanza parlamentare: non parlo delle figure politiche, perchè della presenza di un DIliberto o di un Bertinotti non se ne sente affatto l'esigenza, così come non sento la necessità di un D'Alema o di un RUtelli. Sento la necessità delle persone che vogliano mettere insieme sforzi, idee e sentimenti.
In questo momento, che sia PD, Ulivo o Ambrogio si tratta di una realtà in formazione: non dobbiamo affascinare elettori, quelli verranno poi con il lavoro di costruzione di questo momento. DObbiamo affascinare PERSONE. Persone che possano trovare in questa cosa che sta nascendo un punto di riferimento.

Posso provare a lanciare un sasso? Poi se disperdo energie o vado fuori dagli intenti di questo gruppo di studio fermatemi.
Quali sono i punti, intesi proprio come argomenti, che ci accomunano?
QUali qelli che ci allontanano?
Ripeto, non parlo di soluzioni ma solo di argomenti e visioni.
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« Risposta #11 inserito:: Maggio 29, 2008, 10:36:01 am »

Ma, per esempio io il PD non lo sento così lontano dalla cultura di sinistra, è chiaro che ha anche assorbito istanze più tipiche del cattolicesimo sociale, però molte proposte che erano state fatte in campagna elettorale le ho trovate veramente di sinistra. Intanto la politica famigliare, incentrata sull'aiuto alle famiglie in difficoltà economica, poi le proposte di costruire case a basso costo, il "chi commette un crimine deve pagarlo" (che nel resto del mondo si potrebbe dire istanza di destra, ma da molti anni qui in Italia è appannaggio della sinistra)...
Concordo con Orango quando dice che in effetti le due culture "cattolico sociale" e "riformista di sinistra" sono molto vicine, quasi si toccano. Boh, il PD non mi sembra affatto la Margherita, insomma.
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mammamaria
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« Risposta #12 inserito:: Giugno 22, 2008, 01:06:02 pm »

Arriva gradita la volontà di un movimento di massa in autunno per contrastare il governo. Purtroppo dato il momento sembrerebbero non esistere altri strumenti mediatici per far capire la situazione agli italiani, che ritengono di essere rassicurati in questa ipotetica emergenza sociale, dalla soppressione di alcuni processi, dal blocco delle intercettazioni telefoniche, dalla presenza dell'esercio nelle strade. E in tutto questo mare di emergenze non figura più tra le priorità del governo, quasi sia stata dimenticata, la difficoltà di arrivare a fine mese. Ma nessuno strumento mediatico ne parla.
E ancora nessuno strumento mediatico ha dato abbastanza spazio ad una incredibile decisione nell'emergenza rifiuti di Napoli. Se di rifiuti urbani si tratta, perchè mai delle discarfiche dovrebbero accogliere "fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici contenenti sostanze pericolose" o "rifiuti (compresi i materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, contenenti sostanze pericolose". Stiamo parlando di scarti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti... che ci fanno tra i sacchetti della "monnezza" che troviamo nelle strade di Napoli?
Ma una qualsiasi manifestazione, con corteo e comizio oggi probabilmente non riuscirebbe ad avere l'effetto utile di informare gli italiani di queste realtà. E parlare di "leggi salva-premier" corre il rischio di far apparire ancora una volta Berlusconi un perseguitato politico. Bisognerebbe parlare agli italiani non dei vantaggi per il Premier da tutto ciò, ma degli svantaggi per gli Italiani che derivano dai suoi interessi. Che voglia salvarsi da un processo faccia pure, ma non mandi indietro processi altrettanto importanti con la scusa di affrontare "emergenze sociali". Si arriverebbe al paradosso che per vedere fatta gustizia di uno stupro commesso oggi, dovremmo rinunciare a vedere fatta giustizia di uno supro commesso nel 2001.
Perchè non provare ad imparare dagli altri? Più che una manifestazione una specie di V-Day ma senza "vaffa". Senza un "comizio" ma magari un Crozza che con la sua ironia spieghi le cose come fa su Ballarò, magari anche intervistando lui Veltroni. E magari un pò di musica. Una manifestazione fatta in una città specifica, magari Roma, ma ripresa città per città in maniera simile e con megascreen che facciano vedere in tutta Italia il dibattito.
E creare aspettativa: una network di siti e realtà che facciano un conto alla rovescia fino alla fatidica data. Arriva gradita la volontà di un movimento di massa in autunno per contrastare il governo. Purtroppo dato il momento sembrerebbero non esistere altri strumenti mediatici per far capire la situazione agli italiani, che ritengono di essere rassicurati in questa ipotetica emergenza sociale, dalla soppressione di alcuni processi, dal blocco delle intercettazioni telefoniche, dalla presenza dell'esercio nelle strade. E in tutto questo mare di emergenze non figura più tra le priorità del governo, quasi sia stata dimenticata, la difficoltà di arrivare a fine mese. Ma nessuno strumento mediatico ne parla.
E ancora nessuno strumento mediatico ha dato abbastanza spazio ad una incredibile decisione nell'emergenza rifiuti di Napoli. Se di rifiuti urbani si tratta, perchè mai delle discarfiche dovrebbero accogliere "fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici contenenti sostanze pericolose" o "rifiuti (compresi i materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, contenenti sostanze pericolose". Stiamo parlando di scarti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti... che ci fanno tra i sacchetti della "monnezza" che troviamo nelle strade di Napoli?
Ma una qualsiasi manifestazione, con corteo e comizio oggi probabilmente non riuscirebbe ad avere l'effetto utile di informare gli italiani di queste realtà. E parlare di "leggi salva-premier" corre il rischio di far apparire ancora una volta Berlusconi un perseguitato politico. Bisognerebbe parlare agli italiani non dei vantaggi per il Premier da tutto ciò, ma degli svantaggi per gli Italiani che derivano dai suoi interessi. Che voglia salvarsi da un processo faccia pure, ma non mandi indietro processi altrettanto importanti con la scusa di affrontare "emergenze sociali". Si arriverebbe al paradosso che per vedere fatta gustizia di uno stupro commesso oggi, dovremmo rinunciare a vedere fatta giustizia di uno supro commesso nel 2001.
Perchè non provare ad imparare dagli altri? Più che una manifestazione una specie di V-Day ma senza "vaffa". Senza un "comizio" ma magari un Crozza che con la sua ironia spieghi le cose come fa su Ballarò, magari anche intervistando lui Veltroni. E magari un pò di musica. Una manifestazione fatta in una città specifica, magari Roma, ma ripresa città per città in maniera simile e con megascreen che facciano vedere in tutta Italia il dibattito.
Arriverebbe gente, e magari qualcuno si fermerebbe anche a riflettere. E sarebbe un modo per arrivare alla gente senza dare la sensazione di volere solo criminalizzare, ma fare chiarezza.
Arriva gradita la volontà di un movimento di massa in autunno per contrastare il governo. Purtroppo dato il momento sembrerebbero non esistere altri strumenti mediatici per far capire la situazione agli italiani, che ritengono di essere rassicurati in questa ipotetica emergenza sociale, dalla soppressione di alcuni processi, dal blocco delle intercettazioni telefoniche, dalla presenza dell'esercio nelle strade. E in tutto questo mare di emergenze non figura più tra le priorità del governo, quasi sia stata dimenticata, la difficoltà di arrivare a fine mese. Ma nessuno strumento mediatico ne parla.
E ancora nessuno strumento mediatico ha dato abbastanza spazio ad una incredibile decisione nell'emergenza rifiuti di Napoli. Se di rifiuti urbani si tratta, perchè mai delle discarfiche dovrebbero accogliere "fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici contenenti sostanze pericolose" o "rifiuti (compresi i materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, contenenti sostanze pericolose". Stiamo parlando di scarti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti... che ci fanno tra i sacchetti della "monnezza" che troviamo nelle strade di Napoli?
Ma una qualsiasi manifestazione, con corteo e comizio oggi probabilmente non riuscirebbe ad avere l'effetto utile di informare gli italiani di queste realtà. E parlare di "leggi salva-premier" corre il rischio di far apparire ancora una volta Berlusconi un perseguitato politico. Bisognerebbe parlare agli italiani non dei vantaggi per il Premier da tutto ciò, ma degli svantaggi per gli Italiani che derivano dai suoi interessi. Che voglia salvarsi da un processo faccia pure, ma non mandi indietro processi altrettanto importanti con la scusa di affrontare "emergenze sociali". Si arriverebbe al paradosso che per vedere fatta gustizia di uno stupro commesso oggi, dovremmo rinunciare a vedere fatta giustizia di uno supro commesso nel 2001.
Perchè non provare ad imparare dagli altri? Più che una manifestazione una specie di V-Day ma senza "vaffa". Senza un "comizio" ma magari un Crozza che con la sua ironia spieghi le cose come fa su Ballarò, magari anche intervistando lui Veltroni. E magari un pò di musica. Una manifestazione fatta in una città specifica, magari Roma, ma ripresa città per città in maniera simile e con megascreen che facciano vedere in tutta Italia il dibattito.
Arriverebbe gente, e magari qualcuno si fermerebbe anche a riflettere. E sarebbe un modo per arrivare alla gente senza dare la sensazione di volere solo criminalizzare, ma fare chiarezza.
Arriva gradita la volontà di un movimento di massa in autunno per contrastare il governo. Purtroppo dato il momento sembrerebbero non esistere altri strumenti mediatici per far capire la situazione agli italiani, che ritengono di essere rassicurati in questa ipotetica emergenza sociale, dalla soppressione di alcuni processi, dal blocco delle intercettazioni telefoniche, dalla presenza dell'esercio nelle strade. E in tutto questo mare di emergenze non figura più tra le priorità del governo, quasi sia stata dimenticata, la difficoltà di arrivare a fine mese. Ma nessuno strumento mediatico ne parla.
E ancora nessuno strumento mediatico ha dato abbastanza spazio ad una incredibile decisione nell'emergenza rifiuti di Napoli. Se di rifiuti urbani si tratta, perchè mai delle discarfiche dovrebbero accogliere "fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici contenenti sostanze pericolose" o "rifiuti (compresi i materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, contenenti sostanze pericolose". Stiamo parlando di scarti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti... che ci fanno tra i sacchetti della "monnezza" che troviamo nelle strade di Napoli?
Ma una qualsiasi manifestazione, con corteo e comizio oggi probabilmente non riuscirebbe ad avere l'effetto utile di informare gli italiani di queste realtà. E parlare di "leggi salva-premier" corre il rischio di far apparire ancora una volta Berlusconi un perseguitato politico. Bisognerebbe parlare agli italiani non dei vantaggi per il Premier da tutto ciò, ma degli svantaggi per gli Italiani che derivano dai suoi interessi. Che voglia salvarsi da un processo faccia pure, ma non mandi indietro processi altrettanto importanti con la scusa di affrontare "emergenze sociali". Si arriverebbe al paradosso che per vedere fatta gustizia di uno stupro commesso oggi, dovremmo rinunciare a vedere fatta giustizia di uno supro commesso nel 2001.
Perchè non provare ad imparare dagli altri? Più che una manifestazione una specie di V-Day ma senza "vaffa". Senza un "comizio" ma magari un Crozza che con la sua ironia spieghi le cose come fa su Ballarò, magari anche intervistando lui Veltroni. E magari un pò di musica. Una manifestazione fatta in una città specifica, magari Roma, ma ripresa città per città in maniera simile e con megascreen che facciano vedere in tutta Italia il dibattito.
Arriverebbe gente, e magari qualcuno si fermerebbe anche a riflettere. E sarebbe un modo per arrivare alla gente senza dare la sensazione di volere solo criminalizzare, ma fare chiarezza.
Arriva gradita la volontà di un movimento di massa in autunno per contrastare il governo. Purtroppo dato il momento sembrerebbero non esistere altri strumenti mediatici per far capire la situazione agli italiani, che ritengono di essere rassicurati in questa ipotetica emergenza sociale, dalla soppressione di alcuni processi, dal blocco delle intercettazioni telefoniche, dalla presenza dell'esercio nelle strade. E in tutto questo mare di emergenze non figura più tra le priorità del governo, quasi sia stata dimenticata, la difficoltà di arrivare a fine mese. Ma nessuno strumento mediatico ne parla.
E ancora nessuno strumento mediatico ha dato abbastanza spazio ad una incredibile decisione nell'emergenza rifiuti di Napoli. Se di rifiuti urbani si tratta, perchè mai delle discarfiche dovrebbero accogliere "fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici contenenti sostanze pericolose" o "rifiuti (compresi i materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, contenenti sostanze pericolose". Stiamo parlando di scarti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti... che ci fanno tra i sacchetti della "monnezza" che troviamo nelle strade di Napoli?
Ma una qualsiasi manifestazione, con corteo e comizio oggi probabilmente non riuscirebbe ad avere l'effetto utile di informare gli italiani di queste realtà. E parlare di "leggi salva-premier" corre il rischio di far apparire ancora una volta Berlusconi un perseguitato politico. Bisognerebbe parlare agli italiani non dei vantaggi per il Premier da tutto ciò, ma degli svantaggi per gli Italiani che derivano dai suoi interessi. Che voglia salvarsi da un processo faccia pure, ma non mandi indietro processi altrettanto importanti con la scusa di affrontare "emergenze sociali". Si arriverebbe al paradosso che per vedere fatta gustizia di uno stupro commesso oggi, dovremmo rinunciare a vedere fatta giustizia di uno supro commesso nel 2001.
Perchè non provare ad imparare dagli altri? Più che una manifestazione una specie di V-Day ma senza "vaffa". Senza un "comizio" ma magari un Crozza che con la sua ironia spieghi le cose come fa su Ballarò, magari anche intervistando lui Veltroni. E magari un pò di musica. Una manifestazione fatta in una città specifica, magari Roma, ma ripresa città per città in maniera simile e con megascreen che facciano vedere in tutta Italia il dibattito.
Arriverebbe gente, e magari qualcuno si fermerebbe anche a riflettere. E sarebbe un modo per arrivare alla gente senza dare la sensazione di volere solo criminalizzare, ma fare chiarezza.
Arriva gradita la volontà di un movimento di massa in autunno per contrastare il governo. Purtroppo dato il momento sembrerebbero non esistere altri strumenti mediatici per far capire la situazione agli italiani, che ritengono di essere rassicurati in questa ipotetica emergenza sociale, dalla soppressione di alcuni processi, dal blocco delle intercettazioni telefoniche, dalla presenza dell'esercio nelle strade. E in tutto questo mare di emergenze non figura più tra le priorità del governo, quasi sia stata dimenticata, la difficoltà di arrivare a fine mese. Ma nessuno strumento mediatico ne parla.
E ancora nessuno strumento mediatico ha dato abbastanza spazio ad una incredibile decisione nell'emergenza rifiuti di Napoli. Se di rifiuti urbani si tratta, perchè mai delle discarfiche dovrebbero accogliere "fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici contenenti sostanze pericolose" o "rifiuti (compresi i materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, contenenti sostanze pericolose". Stiamo parlando di scarti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti... che ci fanno tra i sacchetti della "monnezza" che troviamo nelle strade di Napoli?
Ma una qualsiasi manifestazione, con corteo e comizio oggi probabilmente non riuscirebbe ad avere l'effetto utile di informare gli italiani di queste realtà. E parlare di "leggi salva-premier" corre il rischio di far apparire ancora una volta Berlusconi un perseguitato politico. Bisognerebbe parlare agli italiani non dei vantaggi per il Premier da tutto ciò, ma degli svantaggi per gli Italiani che derivano dai suoi interessi. Che voglia salvarsi da un processo faccia pure, ma non mandi indietro processi altrettanto importanti con la scusa di affrontare "emergenze sociali". Si arriverebbe al paradosso che per vedere fatta gustizia di uno stupro commesso oggi, dovremmo rinunciare a vedere fatta giustizia di uno supro commesso nel 2001.
Perchè non provare ad imparare dagli altri? Più che una manifestazione una specie di V-Day ma senza "vaffa". Senza un "comizio" ma magari un Crozza che con la sua ironia spieghi le cose come fa su Ballarò, magari anche intervistando lui Veltroni. E magari un pò di musica. Una manifestazione fatta in una città specifica, magari Roma, ma ripresa città per città in maniera simile e con megascreen che facciano vedere in tutta Italia il dibattito.
E fino a quella data creare aspettative: un network di siti e realtà locali che facciano un conto alla rovescia in attesa dell'evento.
Arriverebbe gente, e magari qualcuno si fermerebbe anche a riflettere. E sarebbe un modo per arrivare alla gente senza dare la sensazione di volere solo criminalizzare, ma fare chiarezza.
E nell'attesa, tante iniziative locali: qualcosa come l'esperienza dei girotondi, che ha raccolto intorno a se piccoli gruppi fino ad arrivare gruppi sempre più grandi.
E in questo potrebbe essere utile questo gruppo di studio.
Non so se siete daccordo, ma credo che siamo in emergenza, e un tavolo di lavoro immediato che porti rapidamente ad un documento da proporre alle persone, tra le persone, andandole a raccogliere nelle loro realtà sia al momento la priorità.
Non è solo quello che non sta facendo questo governo, e neanche quello che sta facendo per i suoi motivi personali: ma quello che sta accadendo al nostro paese perchè lui possa perseguire i suoi scopi.
Che ne dite? Come mi capita di frequente credo di non essere stata molto chiara, perchè sto scrivendo "di pancia". Ma se qualcosa è arrivato potremmo pensare di lavorarci su?


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« Risposta #13 inserito:: Giugno 22, 2008, 04:16:45 pm »

Più che scritto di pancia sembra un copia-incolla venuto male.

Dopo vedo di sistemarlo.

gianni
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« Risposta #14 inserito:: Giugno 22, 2008, 07:39:49 pm »

Sono d'accordo con mammamaria sull'esigenza, anche se non vedo facile realizzarlo da noi, senza una rete. Andrebbe contrastato l'operato del governo punto per punto laddove è negativo (quasi in ogni azione direi) e non solo con un documento del ministro ombra, mandato in comunicato stampa e a volte riportato nei TG. L'azione deve essere di radicamento e continua, non si esaurisce con il compitino. Ci vuole presa nella società.
Però c'è una difficoltà, attualmente vedo il "maggior partito di opposizione" avvitato su se stesso e se si prende un'iniziativa diversa la prima cosa a cui pensare è far la guerra nel partito, a favore o contro Veltroni oggi, come se fosse il maggior esponente dello schieramento a noi avverso.
Sembra più importante la presa del PD che del governo ....... Forse è un retaggio di casta perché ........ lascio perdere.
Come costruire questa rete sarebbe un corollario del lemma sulla costruizione dei circoli in rete (tavolo 3) con un'azione sui circoli, sulle associazioni, su altri partiti (alleati o no alle elezioni, su questo nel passato abbiamo sempre fatto bene, il passaggio alla costruizione è più complicato, forse il nostro tentativo può essere una strada tracciata come metodo).
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