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Autore Discussione: Mediterraneo, pioggia d'oro dal Golfo  (Letto 2351 volte)
Admin
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« inserito:: Maggio 14, 2008, 06:23:08 pm »

14/5/2008
 
Mediterraneo, pioggia d'oro dal Golfo
 
 
 
 
 
CARLO CALENDA
 
Milleseicento miliardi di dollari, più del debito pubblico italiano: è la massa di denaro a disposizione dei fondi sovrani dei Paesi del Golfo. La politica d’investimento di questi fondi è stata molto conservatrice. Le operazioni si sono concentrate su mercati finanziari maturi e hanno avuto come oggetto quote limitate di grandi società. Da qualche anno la situazione è cambiata. La strategia d’investimento è diventata più articolata in termini di mercati, settori e valore delle operazioni. Vi è un’area di particolare importanza per l’Europa e per l’Italia dove si stanno concentrando gli investimenti dei Paesi arabi: il Mediterraneo. Dal 2003 al 2007 si è registrata una crescita rilevante delle operazioni che hanno raggiunto i 200 miliardi di euro.

Di questo processo i Paesi del Golfo sono stati gli attori principali e nel 2006 hanno superato Ue e Usa. Questa tendenza si rafforzerà. In Egitto, Turchia, Marocco, Tunisia sono stati presentati negli ultimi 12 mesi progetti da decine di miliardi di euro specie nella logistica, dell’immobiliare e del turismo. Mentre i Paesi europei si interrogano sul fumoso progetto di Unione Mediterranea proposto da Sarkozy, assistiamo a un silenzioso e imponente take over, gigantesco movimento di capitali destinato a cambiare il volto del Mediterraneo Sud-Orientale. Occorre domandarsi se questo processo sia positivo per noi europei. Tra Europa e paesi del Golfo vi è una rilevante convergenza d’interessi.

I capitali arabi avranno effetto positivo sulla stabilità e la sicurezza dei Paesi mediterranei, ma rischiano d’innescare meccanismi di chiusura rispetto a riforme economiche avviate su impulso dell’Occidente ma non sempre gradite alle élite. D’altro canto i Paesi del Golfo investono nell’area proprio come porta verso e da il mercato europeo e hanno tutto l’interesse a garantire che le relazioni politiche ed economiche tra le due sponde del Mediterraneo rimangano forti. Il rapporto tra Paesi del Golfo e Occidente già produce frutti importanti: l’intervento positivo dei fondi sovrani nella crisi dei mutui sub-prime, il contenimento dei disegni egemonici dell’Iran in Medio Oriente e gli approvvigionamenti energetici. A ciò si aggiunge un interesse comune per il Mediterraneo che può diventare un progetto condiviso. Siamo forse di fronte alla nascita d’un’alleanza strategica che tenga conto più degli interessi reali che delle differenze culturali e religiose. In uno scenario internazionale più «realista» e meno ideologico ciò appare tutt’altro che impossibile.
 
da lastampa.it
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