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« inserito:: Maggio 08, 2008, 09:30:54 pm » |
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Le streghe in Sicilia le quote rosa della magia
di Charles Amiel
In un periodo in cui molti storici si dedicano alla storiografia pura, Maria Sofia Messana, autrice di "Inquisitori, negromanti e streghe nella Sicilia moderna", ha posto a fondamento del suo lavoro l´appassionata ricerca delle fonti documentarie ovunque fossero reperibili, negli archivi di Madrid, Barcellona, Simancas, Roma, Palermo: questa ricchezza documentaria rende il suo lavoro il «nec plus ultra» della storiografia sull´Inquisizione spagnola di Sicilia. La parte più corposa del materiale documentario è costituita dalle Relaciones de causas, ristretti dei processi inquisitoriali che gli inquisitori di Sicilia inviavano al tribunale spagnolo della Suprema e Generale Inquisizione di Madrid per rendere conto dello stato dei processi e ottenere l´approvazione delle sentenze. Soltanto questa fonte ha permesso l´informatizzazione di circa 4.500 processi e chi l´ha preceduta nello studio delle Relaciones sa bene quale mole di lavoro e quale rigore presupponga questo esercizio, in cui è necessario conoscere la paleografia e la lingua spagnole del XVI e XVII secolo.
Su queste basi la Messana ha scritto una storia quasi globale: una storia politica, perché si fa riferimento a tutti i regimi che si succedono in Sicilia e alle Concordie che sono il risultato della contrattazione fra le istituzioni isolane e la Corona d´Aragona; una storia sociale, perché tutte le fasce sociali sono prese in considerazione; una storia economica perché le carestie, le crisi agricole, le rivolte sono poste in relazione all´attività inquisitoriale, la cui influenza sull´economia siciliana appare anche attraverso l´attività dei familiari dell´Inquisizione; una storia religiosa, perché delinea un ampio quadro dei reati per cui viene espressa la condanna per eresia.
L'antropologia storica vi interviene spesso nella spiegazione del folklore siciliano. La psicologia storica, infine, lega insieme tutti questi aspetti. L´autrice ha seguito un cammino parallelo a quello di Robert Mandrou che ha spiegato per primo come la rinuncia a perseguire la stregoneria sia una conquista del Parlamento e della magistratura francesi nel XVII secolo. Come lui, ella ha mostrato quanto siano importante il clima culturale e le congiunture mentali per poter comprendere la nascita dell´uomo moderno.
Il libro è anche importante per l´ampiezza del suo contenuto, poiché al suo interno comprende molti libri. A partire da una grande varietà di fonti spesso inedite, si chiariscono alcuni aspetti fondamentali della odierna ricerca storiografica, apportandovi non poche novità e facendo il punto su grandi questioni di cultura generale. Vi si trova un vero e proprio trattato di demonologia, comprendente sia l´aspetto teorico della stregoneria sia le pratiche magiche poste in atto in Sicilia; viene delineato il complesso mondo degli operatori della guarigione, dai medici alle donne di fora, la farmacopea di maghi, medici e esorcisti; si affronta la storia della pratica giudiziaria in Sicilia per compararla con quella europea.
Questa eccellente conoscenza dell´Inquisizione, Maria Sofia Messana l´ha acquistata immergendosi per lunghi anni nella documentazione inquisitoriale, ancora prima di scegliere il soggetto di questo lavoro, che analizza il rapporto fra Inquisizione e persecuzione della stregoneria in Sicilia. Ciò le ha permesso, lavorando in diversi archivi, di creare una banca dati di circa 7.000 individui perseguiti, che le fornirà in futuro il materiale per altri saggi in altre direzioni.
Ciascuno fa la propria lettura di un libro. Io vorrei suggerirne qualche aspetto: il primo è il carattere specifico dell´Inquisizione, dato dalla sua origine spagnola, dal potere politico madrileno da cui dipende, dal personale spagnolo che la compone. Come sottolinea spesso l´autrice, l´Inquisizione è un corpo estraneo, piombato su una società europea di antica civilizzazione, dotata di proprie leggi e istituzioni, fra cui il diritto di essere giudicata solo da giudici siciliani. Da ciò il conflitto permanente con le altre istituzioni locali che mal sopportano la sua ingerenza in ogni aspetto della vita dei siciliani. Dunque un caso unico nella storia delle Inquisizioni moderne: in Italia prevale il Sant´Uffizio romano e distretti inquisitoriali come Venezia, Aquileia, Milano, non percepiscono il tribunale di fede come un corpo estraneo e straniero inserito nel proprio territorio. Nell´impero spagnolo, invece, eccetto la Sicilia e per certi versi la Sardegna, l´Inquisizione lavora in territori che hanno le sue medesime istituzioni di governo (in America: Messico, Perù, Colombia, Caraibi; in Asia a Goa; in Africa, nelle Canarie) e a reggere le amministrazioni non sono i nativi ma gli spagnoli.
Un secondo aspetto da rilevare è l´importanza e il carattere particolare della magia in Sicilia. Nel mondo iberico i tre grandi delitti di eresia contro cui si muove il tribunale inquisitoriale sono il cripto-giudaismo dei Marrani, il cripto-islamismo dei Moriscos e il luteranesimo. Ma questo schema non si può applicare alla Sicilia, in cui invece il delitto di magia-stregoneria assume un rilievo particolare. Grazie all´autrice si scopre un mondo straordinariamente vasto e variegato di operatori di magia, simile a un caleidoscopio, dai professionisti delle sette esoteriche, cabalisti e negromanti, ai maghi e agli esorcisti, dagli illuminati ai quietisti, dai guaritori e guaritrici a chi lancia ogni sorta di scongiuri, sortilegi, malefici, da chi produce amuleti, talismani, a chi cerca tesori e battezza monete. L´intenzione più comune di chi pratica la magia è di guarire, aiutare, dunque essenzialmente fausta, lontana da altri universi magici in cui la stregoneria è sinistra, nociva.
Altra constatazione è l´importanza dell´elemento femminile: in Sicilia praticano la magia uomini e donne in eguale proporzione, mentre per gli altri reati la presenza maschile è dell´80 per cento. Nell´isola, centro e cuore del Mediterraneo, si incontrano più mondi: quello latino, il greco-bizantino, il medio-orientale, l´africano dell´islam arabo-berbero; qui la presenza femminile nella vita quotidiana è particolarmente pregnante e la salute e l´equilibrio personale sono un grande affare affidato specialmente alla donna.
Il libro si chiude con alcune belle pagine sulle donne di fora, metà streghe e metà fate, come tramandano la letteratura e il folklore: l´autrice sottolinea la dimensione onirica nella quale si muovono, il loro eterno viaggio verso luoghi incantati, ridando al loro sabba la sua vera natura, di festa dove si canta e si balla, si gioca e si banchetta. Non è una delle minori qualità di questo grande studio sulla stregoneria, in cui l´attività magica non è mai aspra e funerea, ma al contrario ottimista e positiva.
(07 maggio 2008)
da palermo.repubblica.it
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