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« inserito:: Maggio 04, 2008, 11:31:05 am » |
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Boris, dandy illuminato da Berlusconi
Giancesare Flesca
Se non fosse per la sua traboccante virilità, Alexander Boris de Pfeffel Johnson, meglio conosciuto come Boris Johnson o Boris tout-court potrebbe essere uscito da un racconto di Oscar Wilde.
Quarantatre anni, uno strano grappolo di capelli biondissimi sulla testa, giornalista graffiante e protagonista di una serie televisiva sull'Impero romano, grande gaffeur noto per la mancanza di peli sulla lingua Boris,chiamato dai suoi fan l'Adone conservatore e dai suoi nemici «il clown» è a tutti gli effetti un dandy. Ha partecipato alla gara per sindaco di Londra promettendo di «fare qualcosa contro quella soffocante annusata di ascelle che è la metropolitana» e per combattere i nuovi bus snodabili «che minacciano di ridurre in polpette i ciclisti».
Per rendere più lieve l'alone di rampollo aristocratico che lo circonda, ha giurato di essere discendente da uno «schiavo circasso» e dal giornalista liberale turco Ali Kemal,che fu ministro degli Interni dell'impero ottomano agli inizi del '900. Sposato in prime nozze con una signora di padre inglese e di madre italiana, risposato con Marina (da lei 4 figli),di padre inglese e di madre indiana dice che la sua famiglia è come le «Nazioni Unite genetiche» e che dunque lui è l'ideale per rappresentare una Londra multietnica.
Il suo contributo al pluralismo razziale lo ha dimostrato facendosi come amanti una segretaria prima e dopo una giornalista. Boris proviene infatti dal giornalismo, abbracciato dopo aver fatto studi classici a Eton e a Oxford. Comincia al Times, ma si inventa para para un'intervista e viene licenziato. Le sue spoglie vengono raccolte del Daily Telegraph, per il quale fa il corrispondente euroscettico da Bruxelles, e poi, a soli 30 anni ne diventa vice-direttore. Ma lui vuole un giornale tutto suo, lo Spectator, settimanale conservatore che dirige fino al 2005, facendosi nel frattempo eleggere deputato alla Camera Bassa.
Viene fuori così che in realtà è acerrimo nemico del multilateralismo e della «political correcteness, nonché un teorico sfrenato dell'Occidente, «assolutamente illiberale», dice, «riguardo l'utilizzo della droga». Se da studioso elitista si occupa dell'Impero romano, contrapponendone la dura forgia al balbettìo dell'Unione europea, da grande clown prende parte, anzi è conduttore, di una trasmissione tv comica, chiamata «Have I got news for you», vale a dire «Accidenti, se ha notizie da darti».
È conosciuto per essere, uno che dice le cose e poi se le rimangia, non a caso ammira strenuamente Silvio Berlusconi. Anzi, invitato come direttore dello Spectator in una delle tenute marittime del cavaliere, scrive: «È l'ora del crepuscolo in Sardegna. Il sole è svanito dietro i dirupi scoscesi. Il frinire dei grilli è momentaneamente cessato….e l'uomo più ricco d'Europa mi tiene per l'avambraccio. La sua voce è eccitata. Guardi" dice puntando la sua torcia, "Guardi che strano quest'albero". Si tratta di una visione suggestiva: un ulivo antichissimo è cresciuto dentro la crepa di una roccia e l'ha spezzata in due. "Se Silvio Berlusconi sta sperando che una metafora prenda forma nella mia mente,non rimarrà deluso».
Ma per quest'ultima campagna elettorale, Boris ha ristretto la sua instancabile eccentricità in una camicia di forza, imponendosi di apparire come una persona seria. Più che a una classe di piccole danzatrici presso cui è in visita, il suo «Disciplina! Bisogna concentrarsi!» sembra diretto a se stesso e alla sua boccaccia. Per fortuna Londra è uno dei pochi posti del pianeta dove non ha insultato troppa gente. Di sicuro non verrebbe accolto troppo bene a Liverpool, dove ha accusato i cittadini di essere «vittimisti» per la morte di un concittadino ostaggio in Iraq. E nemmeno a Portsmouth, i cui elettori ha definito «una mandria di drogati, obesi e falliti, e di deputati laburisti».
A volte, vedete, non è vero che «noblesse oblige».
Pubblicato il: 03.05.08 Modificato il: 03.05.08 alle ore 16.19 © l'Unità.
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