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Autore Discussione: BARROSO  (Letto 3088 volte)
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« inserito:: Aprile 23, 2008, 11:06:35 am »

Barroso cambia la delega al prossimo commissario Ue.

Prodi protesta


Rimane in pista Antonio Tajani per la sostituzione di Franco Frattini alla commissione Ue, ma con una colpo di scena il presidente Josè Manuel Durao Barroso ha deciso che al rappresentante del nostro paese andranno i Trasporti, mentre il portafoglio sulla giustizia e gli affari interni rimarrà al francese Jacques Barrot, che sta reggendo l'interim.

La mossa ha provocato la protesta del presidente del Consiglio Romano Prodi, che ha espresso profondo disappunto per avere appreso la notizia dalle agenzie di stampa. «Disappunto» formale del Governo Prodi per le anticipazioni da parte della presidenza della Commissione europea per un possibile affidamento all'Italia della delega ai Trasporti, in caso di dimissioni da Bruxelles di Franco Frattini «Il presidente del Consiglio Romano Prodi - rende noto Palazzo Chigi - ha espresso il proprio profondo disappunto per aver appreso questo pomeriggio dalle agenzie di stampa dell'intenzione del Presidente della Commissione Europea Barroso di affidare al nuovo Commissario italiano il portafoglio dei Trasporti nel caso di dimissioni del Commissario italiano Franco Frattini, attualmente responsabile del portafoglio Giustizia e Affari Interni. Il presidente Prodi - prosegue Palazzo Chigi - ha sottolineato come, ferme restando le prerogative del Presidente della Commissione previste dal Trattato Ue in tema di attribuzioni di portafogli, le decisioni in materia siano sempre prese in consultazione con il Governo in carica nel paese membro considerate. Il Presidente del Consiglio - conclude la nota- ha incaricato il Rappresentante Permanente d'Italia presso l'Unione Europea di rappresentare ai vertici della Commissione europea i rilievi del Governo italiano».

Pronta la replica della Commissione Ue: abbiamo agito in base al Trattato. «L'assegnazione dei portafogli presso la Commissione europea è responsabilità esclusiva del presidente dell'esecutivo Ue in base all'articolo 217 del trattato Ue». Così Johannes Laitenberger, portavoce del presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso, ha commentato le dichiarazioni del premier Romano Prodi che ha espresso profondo disappunto per la decisione di affidare al nuovo commissario italiano il portafoglio Trasporti, in caso di dimissioni di Franco Frattini, attualmente responsabile a Bruxelles delle competenze Giustizia, libertà e sicurezza. Il portavoce ha poi ricordato che «fermo restando la responsabilità esclusiva di Barroso nell'assegnazione delle competenze, il presidente ha avuto tutti i contatti appropriati».

Ma a sorpresa anche Gianfranco Fini dà ragione a Prodi. «Non so perché Barroso lo abbia detto ma in questo caso ha ragione Prodi». Con queste parole il leader di An, Gianfranco Fini, ospite di Porta a Porta si unisce al disappunto del premier uscente per le anticipazioni da parte della Presidenza della Commissione Europea su un possibile affidamento all'Italia della delega ai Trasporti, in caso di dimissioni da Bruxelles di Franco Frattini. «Sarà il prossimo governo - ha aggiunto Fini - che tratterà le deleghe con la Commissione europea».

La notizia è giunta nel tardo pomeriggio, dopo che per tutta la mattinata al Parlamento europeo si sono susseguite le prese di posizione dei leader parlamentari del centrosinistra, che hanno manifestato sostanziale cautela in attesa di conoscere il nome effettivamente indicato dal governo italiano. La novità del cambio in corsa sulle competenze attribuite all'Italia, a quanto pare, non era nota ai capigruppo, anche se in giornata ha cominciato a girare la voce che Barroso potesse procedere ad un "reshuffle" (rimpasto).

Ipotesi alla quale ha fatto riferimento di sfuggita stamattina Shulz, quando ha detto che la valutazione del nuovo commissario italiano sarebbe dipesa anche da quali dossier gli venivano attribuiti. Per il gruppo del Ppe, il cui capogruppo Joseph Daul ha oggi ribadito il suo sostegno a Tajani, il cambio va bene. Ora, riferiscono fonti dei Popolari, bisogna aspettare l'indicazione da parte del governo italiano e l'audizione in Parlamento.

Dalla commissione Ue si fa sapere che la scelta di scambiare i dicasteri fra Barrot e il successore di Frattini è da attribuire alla necessità di dare continuità ad un settore molto delicato come quella della giustizia sicurezza e libertà. Diverse le valutazioni da parte dei gruppi parlamentari così come ci si divide fra chi vede in questo scambio una "diminutio" per l'Italia e chi invece lo giudica un successo. E in ogni caso una mossa per scongiurare il pericolo un nuovo caso Buttiglione.

Il capogruppo dei liberaldemocratici Graham Watson ha giudicato «buona» la mossa della commissione Ue, lanciando la candidatura anche del presidente della commissione Trasporti all'Europarlamento Paolo Costa. Per Gianni Pittella (Pd) oltre alla sorpresa rimane il dubbio se il cambio sia stato concordato con Berlusconi, mentre per la verde Monica Frassoni il cambio rischia di essere ancora più preoccupante, viste le competenze attribuite ai trasporti. Sono proprio queste a scatenare, invece, la soddisfazione di Mario Mauro e di Raffaele Albertini, entrambi di Forza Italia e milanesi, che vedono nella nomina un motivo di speranza anche per Malpensa.

Mentre si susseguono gli scenari che vedono anche uno zampino francese, Parigi avrà la prossima presidenza di turno dell'Ue, nella decisione di Barroso, e una possibilità che il rimpasto non si limiti a questi due portafogli, rimane l'incertezza sui tempi di nomina del successore di Frattini.

Il 29 aprile si insediano le Camere e, al più tardi, entro quel giorno il ministro degli esteri in pectore dovrà prendere una decisione sulle procedure da adottare per le sue dimissioni da commissario. Una delle ipotesi è che possa anche rinunciare al mandato parlamentare, magari con una ulteriore proroga della sua aspettativa dalla Commissione Ue, fino alla formazione del governo Berlusconi: esecutivo che, una volta in carica, potrà decidere sul nome del nuovo rappresentante italiano da inviare a Bruxelles.


Pubblicato il: 22.04.08
Modificato il: 22.04.08 alle ore 21.40  
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« Ultima modifica: Marzo 29, 2014, 11:46:08 am da Admin » Registrato
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« Risposta #1 inserito:: Marzo 22, 2014, 07:30:34 pm »

Barroso: semplicistico cambiare le regole, bisogna fare di più per investimenti

21 marzo

Bene l'impegno di Renzi sulle riforme economiche. Dubbi sul cambio delle regole in materia di deficit. Sembra questa la sintesi del pensiero del presidente della commissione Ue José Manuel Barroso che da un lato dà atto a Renzi, con riferimento al faccia a faccia di ieri, che le riforme annunciate «vanno nella direzione giusta». Ma dall'altro lancia un monito: «non si cresce con la spesa». E ancora: cambiare le regole «è un'idea semplicistica perché non è spendendo di più che facciamo più crescita».

Barroso: non si cresce con la spesa, vincoli sono nei Trattati
«Non si cresce con la spesa» e «agli italiani, che credono che la Commissione impone vincoli, voglio spiegare che non imponiamo nulla, è tutto scritto nei Trattati che vanno rispettati sennò l'Ue non può funzionare», ha detto il presidente della Commissione Ue José Barroso in un'intervista a SkyTg24. «Se c'è un Paese che vuole cambiare le regole della governance economica può proporlo e vedere se passa, ma credo che non sia questo il cammino, piuttosto dobbiamo fare di più per gli investimenti», ha aggiunto.

Cambiare le regole è un'idea semplicistica
Barroso ha ricordato che anche il presidente della Bce Mario Draghi ieri «ha detto ai leader Ue di fare attenzione, e di non pensare che è aumentando la spesa che si ottiene la crescita, ma al contrario, la cosa migliore per creare crescita è fare le riforme strutturali per attrarre investimenti e quindi aumentare la competitività». Barroso ha spiegato che «i Paesi che stanno crescendo di più sono quelli che hanno fatto riforme e tagli alla spesa», per cui «è un'idea semplicistica» quella secondo cui si cresce aumentando la spesa perché alla fine, se si aumenta la spesa, sono tutti i contribuenti che pagano e questo non é il modo più intelligente». Volendo, spiega Barroso, mettere in discussione i vincoli come quello del 3% «si può fare anche oggi, ma per cambiare i Trattati ci vuole l'unanimità, e non può farlo la Commissione». Bruxelles ha solo «l'obbligo, che ci hanno dato gli Stati tra cui l'Italia, di far rispettare assolutamente il Patto di stabilità e il Fiscal compact, e Renzi ha detto che svilupperà le sue riforme nel rispetto dei Trattati»

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Da - http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-03-21/barroso-semplicistico-cambiare-regole-bisogna-fare-piu-investimenti-165739.shtml
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